IV DOMENICA DI AVVENTO (Anno A)
«Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con
se la sua sposa».
Carissimi amici,
oggi la liturgia ci presente la figura di san Giuseppe. L’uomo del
silenzio, l’uomo giusto. Ciò che mi ha sempre colpito di san Giuseppe è l’amore
e l’affetto che ha avuto nei confronti di Maria, ma in particolare di Gesù. In
tutte le principali raffigurazioni, san Giuseppe è rappresentato sempre con
Gesù bambino in mano ed è un’immagine bellissima e tenerissima che ci dice che
l’amore verso un figlio, non ha misura, anche quando quel figlio è adottato.
Possiamo dire che san Giuseppe è icona di quelle mamme, di quei papà, che hanno
adottato dei bambini.
San Giuseppe, poi, è patrono della Chiesa, ed in particolare è un monito
per i presbiteri, i vescovi, i quali sono chiamati a custodire e proteggere il
tesoro della fede, ma ancora di più per i parroci che hanno il compito di
custodire, di guidare la propria comunità.
Infine san Giuseppe è marito esemplare. Non abbandona Maria nel momento
più delicato della sua vita, ma si fa compagno di cammino. Quanti mariti o
mogli sperimentano il momento della fatica e del dolore. San Giuseppe è fonte
di speranza e di consolazione.
Cosa possiamo imparare da san Giuseppe? Essenzialmente una cosa sola:
custodire. Il resto è consequenziale. Chi sa custodire, sa portare rispetto, sa
essere compassionevole, sa essere vero, ecc.
Chiediamo al Signore, per la potente intercessione di san Giuseppe, la
grazia di essere custodi della nostra vita, delle persone che ci sono accanto,
di tutto ciò che rappresenta la nostra fede, la nostra identità.
“Signore, grazie per avermi donato
una figura come san Giuseppe, ma allo stesso tempo ti chiedo perdono se non
sempre riesco ad essere un saggio custode dei tuoi innumerevoli doni. Ma sono
sicuro, che con il tuo aiuto, imparerò l’arte del custodire. Amen!”
Buon cammino!