XXV DOMENICA T.O. (Anno C)
«Non potete servire Dio e la ricchezza».
Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica è molto interessante, perché ci da un
ulteriore insegnamento di come deve essere il discepolo. La settimana scorsa
abbiamo visto le parabole sulla Misericordia, oggi Gesù ci fa capire come la
ricchezza, utilizzata nel modo sbagliato, ci porta lontano da Dio.
Facciamo attenzione ad un particolare. Gesù non parla di denaro, ma di
ricchezza. Per ricchezza si intende una serie di cose e anche di qualità. L’essere
bello, bravo e talentuoso, può essere una ricchezza. Se ci dedichiamo troppo a
queste «ricchezze», perdiamo il punto di riferimento, che è Dio. Il messaggio
di quest’oggi è in piena sintonia con il discorso sull’umiltà, che abbiamo
trattato qualche domenica fa. Essere umili non significa diventare piccoli e
insignificanti, ma l’umiltà è qualcosa che fa grande l’uomo. Stesso discorso
sulla ricchezza. Per servire Dio, non dobbiamo reprimere quelle che sono le nostre
qualità, ma bisogna saper creare un buon equilibrio. In merito al denaro, c’è
un caro amico sacerdote che mi ripete spesso: «Non devi essere tu ad inseguire
i soldi, ma sono i soldi che dovranno inseguire te». Possiamo tradurlo così: Non
dobbiamo servire la ricchezza, ma dobbiamo servirci della ricchezza per poter
servire Dio.
C’è un detto popolare che dice: «il denaro è lo sterco del demonio». Ed è
vero, però attenzione ad un particolare. Lo sterco viene utilizzato anche come
concime nella terra per la produzione del raccolto. Il denaro, le nostre qualità
vanno gestite con saggio discernimento.
La ricchezza, quella vera, è dono della Provvidenza di Dio. Ogni giorno
mi rendo conto di essere davvero ricco, perché ho tante cose belle che mi danno
la gioia di lodare e ringraziare Dio. In primis il dono della vita, poi una
famiglia, degli amici, tante persone che dimostrano affetto nei miei confronti,
il dono del canto e della musica, il dono del sorriso e dell’amore. Questa è la
vera ricchezza della quale noi dobbiamo servirci e non servire. Se non
apprezziamo questa ricchezza, non potremmo mai ringraziare e servire Dio.
Servire Dio significa ringraziarlo per tutto ciò che fa per noi. Mettiamo
nelle sue mani questo immenso tesoro che abbiamo nella nostra vita.
“Signore, ti ringrazio per tutto
ciò che ogni giorno mi doni. A te affido la mia vita, il mio tesoro, le mie
conquiste e anche i miei fallimenti. Aiutami a ad esserti sempre fedele e
riconoscente. Amen!”
Buon cammino!
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