domenica 8 settembre 2019

XXIII DOMENICA T.O. (Anno C)

XXIII DOMENICA T.O. (Anno C)
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo».

Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica ci fa riflettere su una realtà dove siamo tutti un po’ carenti. È quella sottile linea che separa i credenti dai non credenti. Nelle domeniche scorse abbiamo visto alcune caratteristiche del discepolato, l’essere pronti a tutto. Oggi Gesù ci dice che se tutto ciò che abbiamo imparato non ha come fondamento l’amore in Dio, siamo soltanto operatori sociali e niente più.

Nasce spontanea la domanda: Come vivere l’amore in Cristo? Così come viviamo le nostre relazioni d’amore. Non a caso Gesù fa riferimento a legami familiari, dove l’amore dovrebbe essere il centro di tutto. Giustamente, noi pensiamo: «già è difficile vivere una relazione d’amore con persone fisiche, figuriamoci come possiamo vivere la relazione con Dio che è invisibile!». Il discorso di Gesù nel Vangelo di Matteo al capitolo 25, quando parla delle opere di Misericordia, smonta questo nostro pensiero. Dio non è invisibile, Dio è in ogni uomo, che è fatto a sua immagine e somiglianza. Essere discepoli di Gesù, significa amare genitori, figli, amici, come se amassimo Lui. Questa è la grande sfida!
E se io mi relaziono con l’altro come se fosse Dio, non lo tratto male, non lo giudico, non lo umilio! Al contrario, se mi ritrovo davanti persone che hanno smarrito l’immagine e somiglianza di Dio, entra in gioco la Misericordia. Attenzione, perdonare non è vivere nel mondo felice, dove non c’è differenza tra bene e male, dove tutti si vogliono bene. Questa non è Misericordia, questa è indifferenza! Perdonare significa educare l’altro a capire il suo errore e a trasfigurarlo, e l’educazione avviene con i sani NO e i robusti SI. Amare i nemici, significa aiutarli a fare un cammino con delle scelte anche radicali e dure, spesso incomprensibili dalla logica umana, ma indispensabili agli occhi di Dio.

Io sono una persona molto concreta e schematica. Davanti a me ho una persona buona e seria, ho due opzioni. La prima è parlare bene, la seconda è parlare male. Se scelgo la prima opzione arrivo alla soluzione di essere un buon cristiano. Se scelgo la seconda opzione, si arriva alla soluzione di essere un cattivo cristiano.
Se mi trovo una persona cattiva, anche qui due opzioni. La prima è la Misericordia come l’ho descritta sopra, la seconda è alimentare il pettegolezzo.
Con questo schema molto essenziale, capiamo se siamo realmente discepoli di Gesù, oppure no.

Chiediamo la grazia al Signore di vivere al meglio la nostra relazione con Lui e con gli altri.

“Signore, mettere Te al centro della mia vita, non è facile. Spesso mi accorgo di averti abbandonato, ma tante volte mi hai dimostrato che quando stiamo insieme, facciamo grandi cose e nulla ci ha fermati. Aiutami a vivere sempre con Te, nel Tuo Amore. Amen!”

Buon cammino!

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