XXIII DOMENICA T.O. (Anno C)
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la
moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può
essere mio discepolo».
Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica ci fa riflettere su una realtà dove siamo
tutti un po’ carenti. È quella sottile linea che separa i credenti dai non
credenti. Nelle domeniche scorse abbiamo visto alcune caratteristiche del
discepolato, l’essere pronti a tutto. Oggi Gesù ci dice che se tutto ciò che
abbiamo imparato non ha come fondamento l’amore in Dio, siamo soltanto
operatori sociali e niente più.
Nasce spontanea la domanda: Come vivere l’amore in Cristo? Così come
viviamo le nostre relazioni d’amore. Non a caso Gesù fa riferimento a legami
familiari, dove l’amore dovrebbe essere il centro di tutto. Giustamente, noi
pensiamo: «già è difficile vivere una relazione d’amore con persone fisiche,
figuriamoci come possiamo vivere la relazione con Dio che è invisibile!». Il discorso
di Gesù nel Vangelo di Matteo al capitolo 25, quando parla delle opere di
Misericordia, smonta questo nostro pensiero. Dio non è invisibile, Dio è in
ogni uomo, che è fatto a sua immagine e somiglianza. Essere discepoli di Gesù,
significa amare genitori, figli, amici, come se amassimo Lui. Questa è la grande
sfida!
E se io mi relaziono con l’altro come se fosse Dio, non lo tratto male,
non lo giudico, non lo umilio! Al contrario, se mi ritrovo davanti persone che
hanno smarrito l’immagine e somiglianza di Dio, entra in gioco la Misericordia.
Attenzione, perdonare non è vivere nel mondo felice, dove non c’è differenza
tra bene e male, dove tutti si vogliono bene. Questa non è Misericordia, questa
è indifferenza! Perdonare significa educare l’altro a capire il suo errore e a
trasfigurarlo, e l’educazione avviene con i sani NO e i robusti SI. Amare i
nemici, significa aiutarli a fare un cammino con delle scelte anche radicali e
dure, spesso incomprensibili dalla logica umana, ma indispensabili agli occhi
di Dio.
Io sono una persona molto concreta e schematica. Davanti a me ho una
persona buona e seria, ho due opzioni. La prima è parlare bene, la seconda è
parlare male. Se scelgo la prima opzione arrivo alla soluzione di essere un
buon cristiano. Se scelgo la seconda opzione, si arriva alla soluzione di
essere un cattivo cristiano.
Se mi trovo una persona cattiva, anche qui due opzioni. La prima è la
Misericordia come l’ho descritta sopra, la seconda è alimentare il
pettegolezzo.
Con questo schema molto essenziale, capiamo se siamo realmente discepoli
di Gesù, oppure no.
Chiediamo la grazia al Signore di vivere al meglio la nostra relazione
con Lui e con gli altri.
“Signore, mettere Te al centro della mia vita,
non è facile. Spesso mi accorgo di averti abbandonato, ma tante volte mi hai
dimostrato che quando stiamo insieme, facciamo grandi cose e nulla ci ha
fermati. Aiutami a vivere sempre con Te, nel Tuo Amore. Amen!”
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