XVII DOMENICA T.O. (Anno C)
«Signore insegnaci a pregare»
Carissimi amici,
la preghiera è un dialogo
particolare tra due realtà. È un dialogo di richiesta, di affidamento e di
gratitudine.
Molte volte consideriamo la
preghiera come qualcosa di impensabile, di impossibile. Qualcosa difficile da
fare, perché non sappiamo trovare le parole giuste. Certamente tra gli uomini è
così. Se non si trovano le parole giuste e i momenti giusti, le nostre
richieste non verranno esaudite, ma con Dio non è così, anzi è l’esatto
contrario. Più noi siamo articolati e difficili, più la nostra richiesta non
verrà esaudita. Il motivo è molto semplice. Noi esseri umani vogliamo le belle
parole e gli onori, Dio vuole la verità e la semplicità del cuore.
Si dice che la preghiera è
insegnata al catechismo da bambini o in chiesa, ma non è così. Al catechismo si
apprendono i contenuti della fede e in chiesa di celebra la fede. La preghiera
si apprende con la vita concreta di ogni giorno, soprattutto nelle difficoltà,
alla luce di ciò che abbiamo appreso e celebrato.
Il Vangelo di questa domenica, ci
dice con quali parole noi dobbiamo pregare, ma la vera preghiera è quella che
Gesù fa nell’orto degli ulivi. Gesù esprime una sua necessità vera, affidandosi
totalmente al Padre.
Tante volte ho sentito dire:
«Padre, pregate voi per me, perché voi siete più vicino a Dio». Se questa
richiesta è fatta direttamente a Dio, con la stessa semplicità, la preghiera
verrà esaudita. Credete che la mia preghiera è articolata, complessa e
difficile? Assolutamente no. La mia preghiera è molto semplice e diretta. Ogni
giorno dico: «Signore, ti affido tutte le persone che pregano per me e che si
affidano alla mia preghiera. Tu che conosci il nostro cuore e le nostre reali
necessità, sai come intervenire per il nostro bene. Amen!». E anche questa
preghiera, se non è fatta con il cuore, non serve a niente, rimangono solo
parole.
C’è un momento durante alcune
celebrazioni dove vengono fatte le preghiere spontanee o le preghiere dei
fedeli. Questo è un momento che faccio molta difficoltà a vivere, perché
vengono fuori parole, discorsi, autoproclamazioni, autoflaggellazioni,
richieste assurde che nemmeno al cartomante vengono fatte, insomma di tutto di
più. Questa non è preghiera!
La preghiera, quindi, non è altro
che un atto di affidamento totale nelle mani di Dio. E ne ho avuto la prova
diverse volte. Mi sono capitate situazioni davvero difficili e la mia preghiera
è stata: «Signore, nel bene o nel male, eccomi!» e ho visto davvero miracoli!
Vedremo la nostra preghiera realizzata solo e soltanto se siamo pronti ad
accogliere anche l’opposto della nostra richiesta. Questa è la fede, questa è
la fiducia!
Chiediamo la grazia al Signore di
avere il coraggio di mettere la nostra vita nelle sue mani.
“Signore,
aiutami a fidarmi di Te e a buttarmi tra le tue braccia. Amen!”
Buon cammino!
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