domenica 14 luglio 2019

XV DOMENICA T.O. (Anno C)

XV DOMENICA T.O. (Anno C)
«E chi è il mio prossimo?»

Carissimi amici,
domenica scorsa abbiamo visto come Gesù invia i 72 discepoli ad evangelizzare e fornisce alcune indicazioni importanti. Il Vangelo di oggi, aggiunge un elemento in più. Per essere buoni evangelizzatori non serve solo andare in missione, ma occorre vivere un certo stile di vita.

Questo stile di vita ci è insegnato dal «buon samaritano». Nella parabola di Gesù, ci sono 5 personaggi e sono tutti importanti. L’uomo vittima dei briganti, il sacerdote e il levita che rappresentano non l’indifferenza, ma il rigorismo della legge, il samaritano che va oltre la legge ed infine l’albergatore che si prende cura dell’uomo ferito.

Il sacerdote ed il levita, sono persone rispettose della legge. C’è un divieto di contaminarsi con il sangue e loro rispettano questo divieto, non pensano che dietro quella legge c’è una persona umana. Il samaritano, invece, ha altri sentimenti nel cuore. Ed è bello come Luca li descrive con questi verbi: «lo vide, ne ebbe compassione, gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, lo caricò sulla sua cavalcatura, si prese cura di lui». L’atteggiamento del samaritano, non è un atteggiamento freddo, non dice: «La legge dice così, ma io faccio il contrario!». Così come spesso agiamo noi. Siccome c’è una legge che non ci piace, noi per contrastare quella legge, facciamo il contrario. Il samaritano, non ha perso tempo a dire: «Questa legge è sbagliata! Umanità, umanità!». E nemmeno ci pensava a quella legge. Io vedo tanta ipocrisia oggi. Tante persone che credono essere «buon samaritano», in realtà sono peggio del sacerdote e del levita. Utilizziamo il povero malcapitato per fare un’azione politica. Questo è quello che avviene con i migranti, con i poveri, con i bambini. Ed io su questo argomento sono molto duro! Il «buon samaritano» è colui che si occupa dell’essere umano, non della legge, della politica.

Il samaritano, non si preoccupa solo di soccorrere il malcapitato in mezzo alla strada, (o in mezzo al mare!), ma si preoccupa anche dell’albergatore: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». L’accoglienza e la solidarietà non si ferma solo al momento del primo soccorso, ma è un accompagnamento costante. Gesù con noi fa la stessa cosa. Non solo ci soccorre nel momento del bisogno, ma ci accompagna sempre.

Ecco, questo è lo stile del «buon samaritano». Essere degli accompagnatori costanti, essere persone che sanno trasfigurare la legge, che sanno proporre qualcosa di grande.

Chiediamo al Signore di essere realmente come il buon samaritano e non una sua falsa imitazione!

“Signore, tante volte ho strumentalizzato le povertà umane per un mio tornaconto personale. Aiutami, invece, ad essere come il samaritano, carico di sentimenti di vero amore verso gli altri. Amen!”


Buon cammino!

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