XV DOMENICA T.O. (Anno C)
«E chi è il mio prossimo?»
Carissimi amici,
domenica scorsa abbiamo visto come
Gesù invia i 72 discepoli ad evangelizzare e fornisce alcune indicazioni
importanti. Il Vangelo di oggi, aggiunge un elemento in più. Per essere buoni
evangelizzatori non serve solo andare in missione, ma occorre vivere un certo
stile di vita.
Questo stile di vita ci è insegnato
dal «buon samaritano». Nella parabola di Gesù, ci sono 5 personaggi e sono
tutti importanti. L’uomo vittima dei briganti, il sacerdote e il levita che
rappresentano non l’indifferenza, ma il rigorismo della legge, il samaritano
che va oltre la legge ed infine l’albergatore che si prende cura dell’uomo
ferito.
Il sacerdote ed il levita, sono
persone rispettose della legge. C’è un divieto di contaminarsi con il sangue e
loro rispettano questo divieto, non pensano che dietro quella legge c’è una
persona umana. Il samaritano, invece, ha altri sentimenti nel cuore. Ed è bello
come Luca li descrive con questi verbi: «lo vide, ne ebbe compassione, gli si
fece vicino, gli fasciò le ferite, lo caricò sulla sua cavalcatura, si prese
cura di lui». L’atteggiamento del samaritano, non è un atteggiamento freddo, non
dice: «La legge dice così, ma io faccio il contrario!». Così come spesso agiamo
noi. Siccome c’è una legge che non ci piace, noi per contrastare quella legge,
facciamo il contrario. Il samaritano, non ha perso tempo a dire: «Questa legge
è sbagliata! Umanità, umanità!». E nemmeno ci pensava a quella legge. Io vedo
tanta ipocrisia oggi. Tante persone che credono essere «buon samaritano», in
realtà sono peggio del sacerdote e del levita. Utilizziamo il povero
malcapitato per fare un’azione politica. Questo è quello che avviene con i
migranti, con i poveri, con i bambini. Ed io su questo argomento sono molto
duro! Il «buon samaritano» è colui che si occupa dell’essere umano, non della
legge, della politica.
Il samaritano, non si preoccupa
solo di soccorrere il malcapitato in mezzo alla strada, (o in mezzo al mare!),
ma si preoccupa anche dell’albergatore: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in
più, te lo pagherò al mio ritorno». L’accoglienza e la solidarietà non si ferma
solo al momento del primo soccorso, ma è un accompagnamento costante. Gesù con
noi fa la stessa cosa. Non solo ci soccorre nel momento del bisogno, ma ci
accompagna sempre.
Ecco, questo è lo stile del «buon
samaritano». Essere degli accompagnatori costanti, essere persone che sanno
trasfigurare la legge, che sanno proporre qualcosa di grande.
Chiediamo al Signore di essere
realmente come il buon samaritano e non una sua falsa imitazione!
“Signore,
tante volte ho strumentalizzato le povertà umane per un mio tornaconto
personale. Aiutami, invece, ad essere come il samaritano, carico di sentimenti
di vero amore verso gli altri. Amen!”
Buon cammino!
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