sabato 24 settembre 2022

XXVI DOMENICA T.O. (Anno C)

 XXVI DOMENICA T.O. (Anno C)

«Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».

Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica, ci svela una cosa molto importante. Ci fa aprire gli occhi sulla realtà della Misericordia, che non è il buonismo che erroneamente o per nostro comodo predichiamo. Il ricco epulone, dopo la sua morte, chiede Misericordia e perdono, ma non la ottiene! C’è un’ulteriore richiesta quando il ricco dice: «Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento». Ma nemmeno questa richiesta viene esaudita.

Il tema della Misericordia, è il perno della nostra vita. Senza di essa, nulla avrebbe senso. La Misericordia è la prima forma di giustizia e di verità. Nella parabola, Gesù dice una cosa molto importante. Alla richiesta del ricco epulone risponde: «Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro». Ed è vero. Noi abbiamo un grande tesoro nelle nostre mani: la Bibbia! per capire e vivere la Misericordia dobbiamo leggere e meditare la Bibbia. Quando penso alla Misericordia, mi chiedo: Ma Dio come ha agito nella storia della Salvezza? Rileggendo dei passi biblici, vedo come Dio ha un Amore smisurato, senza limiti di tempo e quantità e già questo è un segno di grande speranza, ma Dio è anche un Padre e maestro, quindi ha un compito educativo nei nostri confronti. Come educa Dio? Con la libertà!

Le storie di Misericordia nella Bibbia sono tantissime, ne cito solo alcune in modo da suscitare una riflessione su questo tema. È interessante la storia di Giuseppe venduto dai fratelli, poi tutto il viaggio del popolo ebraico nel deserto, fino ad arrivare al Vangelo di Luca che è denominato il Vangelo della Misericordia. Tanti personaggi: Zaccheo, la peccatrice, la figlia di Giairo, l’emorroissa, il padre misericordioso, il paralitico sceso dal tetto con il lettuccio, i dieci lebbrosi, il buon ladrone, ecc. Sono tutti passaggi dove il primo passo non è di Dio, ma dell’uomo. L’esempio che porto sulla Misericordia, alla luce di questi testi biblici, è quello sulla sorgente d’acqua! La sorgente scorre sempre, l’acqua è fresca, limpida, dissetante, ma se io non mi avvicino per bere, non avrò mai la gioia di gustare il suo ristoro. Posso anche gridare al mondo che Gesù ci ha salvati con la sua morte e risurrezione, ma se non vivo dentro di me la Pasqua, sarà tutto inutile.

Come vivere la Misericordia? Riconoscendo il nostro errore, chiedendo perdono con i fatti, non con le parole e ricordandoci di rispettare anche la libertà dell’altro. Il perdono e la Misericordia non vanno mai imposti, ma proposti! Se Dio ci lascia liberi di accogliere o meno la sua Misericordia, anche noi dobbiamo fare la stessa cosa con gli altri. Uno dei pochi casi dove la Misericordia non è stata accolta è nel racconto del giovane ricco. Lui si avvicina a Gesù, Gesù gli spiega cosa deve fare, ma lui va via. Gesù non lo rincorre, anzi commenta dicendo: «come è difficile per un ricco entrare nel regno dei cieli».
Questa è la Misericordia, quella vera!

sabato 3 settembre 2022

XXIII DOMENICA T.O. (Anno C)

XXIII DOMENICA T.O. (Anno C)

"Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami [...] la propria vita, non può essere mio discepolo"


Carissimi amici,

due le riflessioni per questa domenica.


La prima riflessione si riferisce alla prima parte del Vangelo. Gesù sembra escludere qualsiasi relazione umana per identificare il vero discepolo, ma non è così. In realtà sta motivando a vivere in pienezza ciò che siamo chiamati ad essere. Ad esempio, uno sposo deve dare priorità alla sua sposa e ai suoi figli, non ai genitori, amici o altro. Così uno studente. La sua priorità è lo studio, non la TV o lo smartphone. Nel cammino di fede è la stessa cosa. Se nel nostro cuore non c'è il desiderio di Dio, non ha senso definirsi cristiani.


La seconda riflessione pone l'attenzione sul discernimento. Gesù ci invita a non essere impulsivi, a non eccedere neanche nei sentimenti, perché anche il troppo bene, può trasformarsi in male. Ad esempio la gelosia è un buon sentimento, perché vuol dire che noi ci teniamo all'altra persona. Ma se esageriamo, la gelosia può diventare qualcosa di brutto che danneggia l'altro.


Chiediamo al Signore l'aiuto a mettere il cuore e l'amore in tutto ciò che noi facciamo, con il giusto discernimento.


Buon cammino!

sabato 16 luglio 2022

XVI DOMENICA T.O. (Anno C)

 XVI DOMENICA T.O. (Anno C)

"Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre."


Carissimi amici,

il Vangelo di questa domenica, in una lettura veloce, può portarci a dire che la contemplazione, la preghiera, è ciò che realmente serve e salva. Non è così. Nella vita di fede, è la perfetta sintonia di opere e preghiera che porta alla salvezza. Che serve pregare se non metto in pratica? Che serve aiutare gli altri se negli altri non vedo e vivo Cristo?


Ecco che la perfetta armonia la troviamo proprio in queste due realtà. Questa è l'unica strada per il Paradiso. Non è difficile farlo. È più facile di ciò che pensiamo. 


Prega ciò che vivi e vivi ciò che preghi! Se ci sono difficoltà, significa che una delle due, va "limata".

Buon cammino!

sabato 9 luglio 2022

XV DOMENICA T.O (Anno C)

XV DOMENICA T.O (Anno C)
“Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”

Carissimi amici,
la parabola del buon Samaritano la conosciamo a memoria e spesso la utilizziamo in diversi modi per trarne dei giudizi morali sulle persone. 

Ma c'è un particolare interessante! La frase che il samaritano dice all'albergatore. È quella frase il centro di tutta la parabola. Nell'amore, ciò che conta è spendere di più. Quando si ama non bisogna badare a spese. Non tanto dal punto di vista economico, ma nel dono di se stessi. Consumarsi per l'altro. Questa è la chiave per aprire la porta del regno di Dio e la ricompensa di questo amore è il Paradiso.

Chiediamo al Signore la forza di amare sempre di più coloro che ogni giorno incontriamo lungo il nostro cammino, per poter ottenere la corona di gloria nel regno dei beati!

Buon cammino!

sabato 28 maggio 2022

VII DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

VII DOMENICA DI PASQUA (Anno C)
"Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo."

Carissimi amici,
la liturgia odierna ci fa riflettere su una realtà che umanamente per noi è difficile da accettare: la morte!
Gesù, lascia definitivamente la terra. Non tornerà mai più se non nel giorno del giudizio, come lui stesso ha dichiarato e promesso.

Nelle ultime due settimane, abbiamo ascoltato le sue parole, che se da una parte erano cariche di tanta tristezza, dall'altra sono parole di grande speranza. La tristezza perché ha parlato della sua imminente "partenza" (la passione). La speranza perché ha promesso il dono dello Spirito Santo e che dal cielo Lui sarebbe stato sempre presente in tutti.

Se noi crediamo, se davvero abbiamo fede in Gesù, le (giuste) lacrime della morte, devono essere trasfigurate in lacrime di gioia, in lacrime di speranza.

In Paradiso non ci sono morti. In Paradiso ci sono i vivi e chiunque è li, ci sostiene e ci accompagna ogni giorno della nostra vita qui sulla terra.

E noi, ogni giorno, dobbiamo pregare per i nostri defunti, affinché resti vivo il loro ricordo anche nel nostro cuore.
La preghiera non aumenta la gloria di Dio, ma ci ottiene la grazia che ci salva.

È bello se le nostre ultime parole, prima di morire, siano queste: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo." Perché questa è la bellezza e la verità della nostra fede!

Buon cammino!

venerdì 13 maggio 2022

V DOMENICA DI PASQUA (Anno C)

V DOMENICA DI PASQUA (Anno C)
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Carissimi amici,
ci avviciniamo sempre più alla solennità dell’Ascensione del Signore, e lo capiamo dalle parole di Gesù, quando dice: «figlioli, ancora per poco sono con voi». Gesù, maestro e pastore, ci da le ultime indicazioni, prima di inviarci ad annunciare e vivere il suo amore.
Per capire questo momento, due sono le immagini che mi sono venute in mente: gli ultimi giorni di scuola, quando gli insegnati danno le ultime direttive prima delle vacanze; e i genitori che fanno le ultime raccomandazioni ai figli che sono in partenza con la famosa frase: «Mi raccomando!».

Il centro di tutto il discorso di Gesù, è l’Amore. Non un amore fatto di parole e buoni propositi, ma un Amore vero, concreto, pronto a tutto, anche a morire. E di esempi ne abbiamo tanti, di persone che hanno amato e che amano con tutta l loro vita.
Visitando le famiglie, vedo tante realtà belle di Amore vero. Dalla coppia di anziani che nella malattia si sostengono reciprocamente, a genitori che sacrificano le proprie necessità per sostenere il futuro dei figli.

Tutti noi siamo chiamati ad amare. Come? Con le cose più semplici e spontanee. È nella quotidianità che si vive l’Amore vero e profondo. È nello stare insieme, nel condividere le gioie e i dolori, fatiche e speranze, nel sostenersi reciprocamente. Questo è l’Amore che ci chiede Gesù: «Ogni volta che avete fatto una di queste cose ad uno dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

Chiediamo la grazia al Signore di vivere quest’Amore vicendevole, in modo da abbattere il muro di orgoglio che ci divide.

Buon cammino!

sabato 23 aprile 2022

II DOMENICA DI PASQUA “Domenica della Misericordia” (Anno C)

 II DOMENICA DI PASQUA “Domenica della Misericordia” (Anno A)

«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto»

Carissimi amici,
ho scelto questa frase, perché credo che nessuno di noi abbia mai visto il Gesù storico, eppure facciamo un cammino di fede. Secondo Gesù, noi siamo beati. Ed è vero! La fede è un atteggiamento di fiducia nel mistero. Avere fede in qualcosa di ovvio, di scontato, non ha senso. Avere fede significa rischiare, vivere un’avventura, essere pronti a tutto. Avere fede significa credere anche nell’incertezza più oscura. Ma allora perché siamo beati? Perché l’uomo che ha fede, è l’uomo che spera, che vive la vita in chiave positiva, dove il fallimento, la morte non sono l’ultima parola. L’uomo che crede è l’uomo che scorge il piccolo raggio di luce che può illuminare la vita.

Ma a volte la realtà che ci circonda è troppo negativa: la crisi economica, la mancanza di lavoro, la mancanza di valori, ecc. tutte queste cose, sembrano metterci in difficoltà, come è successo a Tommaso. La Passione, la Croce, le persecuzioni, hanno messo in crisi il povero Tommaso, non riesce a credere che dopo tanto dolore e morte, ci possa essere qualcosa di bello come la Risurrezione, eppure la stessa realtà dimostrerà che Tommaso si sbaglia, che noi ci sbagliamo.

Quando mi capita di ascoltare storie davvero difficili e complesse, mi chiedo: «come posso dare un filo di speranza?» Sarà strano, ma mentre ho questi pensieri, mi viene in mente il ritornello di una famosa canzone: «ma il cielo è sempre più blu». Effettivamente è vero. Le nostre giornate spesso sono segnate da nebbia, da piogge, da neve, da tempeste, ma al di sopra delle nuvole c’è sempre il sole e prima o poi tornerà a spendere. Così è anche la nostra vita. Ci saranno tante tempeste, ma non dobbiamo temere, perché prima o poi tornerà a splendere il sole. Le nuvole vanno e vengono, il sole, la luna sono sempre là, pronte a ridare luce alla nostra esistenza.
Cristo è il nostro sole! Cristo è la grande stella luminosa che illumina il nostro cammino! Questa è la speranza cristiana. Ed ecco che siamo davvero beati, perché crediamo che Cristo è al di sopra di ogni tempesta. Cristo è la speranza per una vita migliore, Cristo è il padrone della vita.

Chiediamo al Signore di aumentare la nostra fede e di donarci la forza e il coraggio di gridare al mondo che Cristo è veramente risorto ed è il sole che disperde le nostre tenebre.

Buon cammino!

sabato 16 aprile 2022

DOMENICA DI PASQUA

DOMENICA DI PASQUA
"Rabbunì"

Carissimi amici,
oggi è la storia di Maria di Magdala che ci fa comprendere di come alla fine non è la morte a vincere ma bensì l'amore!

E tutto si innesta nel messaggio teologico di Giovanni. Il gesto estremo d'amore di Gesù non termina sulla Croce, ma si realizza nell'incontro con Maria di Magdala. L'amata che, tra le lacrime, va in cerca del suo amante. E non è una e semplice questione personale tra Gesù e Maria. Maria è immagine dell'umanità ferita dal peccato, ma curata dall'Amore di Dio. Oggi è l'umanità ad aver incontro il Maestro, il Signore.

E anche qui, Gesù non cerca Maria. È Maria che cerca Gesù, e Lui si fa trovare. Ognuno di noi è chiamato a fare questa esperienza, cercare colui che ci ama, trovarlo e non lasciarlo fuggire. E questo è un riferimento anche al Cantico dei Cantici. Non a caso questi brani biblici, spesso vengono proclamati insieme. 

E con parole del testo dell'AT vogliamo augurarci una Santa Pasqua.
"Trovai l'Amore dell'anima mia. Lo strinsi forte e non lo lascerò" (Cant. 3,4). Andiamo, cerchiamo Cristo, cerchiamo l'amore, la gioia, la pace, il paradiso! Solo Lui è la vita senza fine!

Buona Pasqua a tutti!

venerdì 1 aprile 2022

V DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)

V DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
"Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei"

Carissimi amici,
Oggi concludiamo il nostro percorso quaresimale sul discernimento. Proviamo a fare una sintesi di questo percorso. 

Abbiamo detto che il discernimento è ciò che mi permette di capire il bene e il male e scegliere per il bene. Un nemico insidioso è l'essere impulsivi, agire d'impeto. Invece ciò che aiuta è la riflessione, ascoltare saggi consigli (non imposizioni!), prendere coscienza che l'altro non è un burattino nelle mie mani, ma l'altro è una persona diversa da me, che ha la sua dignità e libertà. (Non libertinaggio!)

Oggi Gesù ci svela il passaggio decisivo: la scaltrezza, l'astuzia. Generalmente pensiamo che una persona furba, è una persona viscida, opportunista, quindi cattiva. Non è così! La persona furba è la persona capace di osservare tutto, anche ciò che non si riesce a percepire e che riesce a trovare una giusta soluzione.
Una persona furba studia, pianifica, non fa mosse azzardate, è un freddo calcolatore. E Gesù oggi vive in pieno questa realtà.

Il solito gruppo di contestatori, mettono alle strette Gesù con il caso di un'adultera. Che fare? Se Gesù salva la donna, disobbedisce alla legge di Mosè e quindi sarà Lui ad essere lapidato. Se salva la legge, a morire sarà la donna. Gesù, con una freddezza unica, affronta questa sfida. Si siede a terra e con il dito scrive sulla sabbia! Cosa scrive, nessuno lo sa! Immagino che nella testa di Gesù ci siano tanti pensieri, tante soluzioni, ma quale scegliere? E alla fine arriva la soluzione giusta. Salvare la donna attraverso la legge stessa. Come? È giusto punire il peccatore, ma coerenza vuole che lo faccia chi è senza il peccato! Scacco matto! La legge è salva, la donna è salva, Gesù è salvo!

La scaltrezza, la furbizia, l'astuzia hanno vinto sull'arroganza, sulla stupidità, sulla superficialità, sulla presunzione. Il discernimento ha vinto sull'impulsività.

Da notare, Gesù ha fatto una scelta molto rischiosa, perché non ha tenuto conto di un imprevisto... Qualcuno poteva fregarsene e colpire ugualmente la donna. Ma a volte è proprio questo rischio che apre il cuore dell'altro! Così come è stato per i due figli del padre misericordioso. È stata una scelta dura far partire il figlio, ma nel cuore aveva la Speranza che tutto si sarebbe risolto. Come con Abramo e Isacco.

Questa è l'avventura della nostra vita! Se vogliamo raggiungere l'ambito tesoro della felicità eterna, dobbiamo essere pronti a superare tutte le sfide con la giusta grinta e determinazione, studiando ogni minimo dettaglio. Gesù è lì che ci attende a braccia spalancate!!!

Che lo Spirito Santo ci aiuti a vivere al meglio questa avventura terrena!

Buon cammino!

martedì 22 marzo 2022

IV DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)

IV DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
"Mi alzeró e andrò da mio padre"

Carissimi amici,
questa domenica ci troviamo davanti una delle parabole più belle e coinvolgenti di Gesù. Noi la banalizziamo guardando solo il lieto fine, senza analizzare tutto il racconto e il contesto nel quale il tutto si svolge.

Sul nostro tema del discernimento, entreremo ancora di più nel dettaglio di questa storia, di questo rapporto tra padre e figli. E lo vedremo nei tre personaggi.

Iniziamo dal padre. Un giorno uno dei due figli, in maniera poco gentile, pretende dal padre la sua parte di eredità. E attenzione, non chiede, un po' di soldi per passare una serata con gli amici, ma l'eredità, cioè considera il padre morto! Il padre, silenziosamente, esaudisce la richiesta. È strano! Ci saremo aspettati un bel ceffone in faccia oppure un secco NO! A noi sembra strano, ma la scelta del padre, non è del tutto sbagliata, e vediamo il perché. Essere papà (mamma) non è affatto semplice e ciò che ci aiuta, è proprio il discernimento. Questo padre ha trovato il giusto equilibrio tra il rigido NO e la scioltezza del SI. Da una parte non ha imposto il suo dominio, dall'altra non ha detto: "Si, tesoro. Hai ragione, tieni e vivi la tua vita!". Noi viviamo in questi due estremi: o siamo troppo rigidi e decidiamo noi per la vita degli altri, oppure incoraggiamo a vivere nel totale disprezzo delle regole della vita stessa. Ma in tutto ciò, qual'è lo scopo del padre? Lasciare che il figlio si scotti da solo, affinché capisca, dal suo errore, che il fuoco non si deve toccare. E questo lo si nota ancora di più, quando il padre non va a cercarlo, ma gli corre incontro solo quando lo vede tornare, perché sa che quel figlio ha capito il suo errore, quel figlio "era morto ed è tornato in vita".

Il figlio minore, anche lui è importante sul tema del discernimento. Inizialmente agisce impulsivamente, non pensa, non ragiona. E il motivo lo dice lui stesso: "Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza". Il troppo benessere, la troppa "protezione" lo hanno tolto dalla realtà della vita. Lui pensa che tutto è dovuto, che tutto si può fare e si deve fare, perché per ogni problema c'è sempre papà (mamma). E quando si è da soli nelle difficoltà? O muori oppure inizi a fare discernimento e pensi che la vita non è quella che ci hanno presentato. E il figlio minore, nell'errore, capisce che ha sbagliato e che è meglio vivere in maniera più tranquilla e dignitosa.

Il figlio maggiore, nella sua gelosia, fa capire come questo padre, inizialmente, non era così attento e riflessivo, non ha fatto capire al figlio maggiore che in casa non aveva bisogno di chiedere, perché in famiglia c'è la condivisione dei beni. Il figlio maggiore aspettava che il padre concedesse tutto.

La sintesi è che, purtroppo, solo nelle batoste della vita, iniziamo a riflettere sulle nostre scelte. Il padre ha dovuto sperimentare la batosta del figlio minore che lo ha considerato morto. Il figlio minore ha dovuto vivere la miseria del suo errore per capire di aver sbagliato. Il figlio maggiore, nella festa del ritorno del fratello, ha compreso che in famiglia non bisogna attendere che ci venga dato qualcosa, come bambini viziati.

Questo racconto ci deve insegnare non solo il valore immenso della misericordia, ma anche come riflettere sulle scelte della nostra vita. Il padre, è vero che ha lasciato sbagliare il figlio, ma non lo ha giustificato, non ha detto: "Eh! Non fa niente. Sono ragazzi!". Fai una scelta, te ne assumi la responsabilità, poi ne parliamo! Questa è la pedagogia del padre misericordioso. E questo deve essere anche il nostro stile di vita.

Non è facile, ma il Signore ci sarà sempre accanto.

Buon cammino!

lunedì 14 marzo 2022

III DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)

III DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
"Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai"

Carissimi amici,
nelle due domeniche precedenti abbiamo visto alcune caratteristiche sul discernimento, oggi aggiungiamo un elemento in più.

Prendere una decisione, come sappiamo, comporta delle conseguenze e occorre pensarci bene. Il Vangelo di questa domenica ci propone una parabola. Un proprietario terriero vuole tagliare una pianta, perché sono diversi anni che non porta più frutto. In linea di principio ha ragione, ma il contadino pone una riflessione. Lui si propone di curare questa pianta. Se porta frutto la tiene, se continua a non produrre, la si può tagliare. Sul nostro tema del discernimento cosa ci vuole dire? Una cosa molto semplice. Che anche quando le cose sembrano scontate, non dobbiamo cadere nel tranello del facile giudizio, come domenica scorsa ha fatto Pietro. La parabola è l'esempio classico sul discernimento. Ho una certa situazione, ci lavoro su. Se migliora è bene, se non migliora si decide altro.

E qui la risposta di Gesù ai suoi interlocutori. Se non miglioriamo il nostro stile di vita, se non impariamo dagli errori del passato, ci sarà sempre un "Pilato" pronto a farci del male. Se oggi ancora piangiamo vittime di guerre, è perché non abbiamo imparato dal passato, non abbiamo fatto discernimento.

Che il Signore possa illuminarci e aiutarci nel coltivare bene le nostre relazioni e saper tagliare ciò che danneggia la nostra vita.

Buon cammino! 

venerdì 11 marzo 2022

II DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)

II DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
"È bello per noi esse qui"

Carissimi amici,
domenica scorsa abbiamo iniziato il nostro cammino sul discernimento e abbiamo visto che per un sano discernimento occorre chiedere i doni dello Spirito Santo e poi di un serio confronto con la persona di fiducia in un luogo solitario.

Oggi vediamo cosa non ci permette di fare saggio discernimento, e quindi ci porta a commettere degli errori. Gesù, chiama Pietro, Giacomo e Giovanni e insieme salgono sul monte Tabor. Ad un certo punto, Gesù rivela la sua gloria, manifestandosi come la pienezza della Torah (legge e profeti) e accanto a lui appaiono Mosè ed Elia. Preso dallo stupore, Pietro dice di voler fare tre tende. Una per Gesù, una per Mosè, una per Elia.

Attenzione all'ordine! Non è casuale. Immaginate il podio, dove i posti sono numerati 3°, 1°, 2°. Quindi per Pietro, Gesù è al terzo posto, Mosè al primo, Elia al secondo. E non è difficile capirlo, visto che Pietro è molto più legato alle prescrizioni della legge, rispetto a Paolo, come si vedrà poi nel Concilio di Gerusalemme.

Sul nostro tema del discernimento, la figura di riferimento oggi è Pietro. Sappiamo che Pietro è un tipo molto impulsivo, non riflette, non fa saggio discernimento. E lo abbiamo visto in tante occasioni. Parla sempre per primo e quasi sempre sbaglia. E quelle poche volte che risponde bene, il momento di gloria dura poco, perché, preso dall'orgoglio, commette degli errori.

Ciò che danneggia il discernimento, e quindi le nostre scelte, è l'impulsività. E ci è capitato spesso che in certe situazioni, quando ci lasciamo prendere dalla rabbia o dallo stupore, commettiamo degli errori. Ci illudiamo che le cose vadano come noi vorremmo, ma la realtà, presto o tardi, ci farà tornare con i piedi per terra in maniera abbastanza brusca.

Tenere a freno l'impulsività, l'emozioni del cuore, non è facile. Sia per situazioni negative, sia per situazioni positive. Gli errori non si fanno solo per reazioni impulsive negative, ma anche per eccesso di bene. Amare follemente l'altro, se non è controllato, può diventare molto pericoloso, perché si rischia di soffocare la persona amata. Fermarsi, chiedersi sempre se quella cosa che vorremmo fare è davvero necessaria per una buona relazione di amicizia oppure no! E soprattutto farsi aiutare da una persona esterna alla questione.

In conclusione, l'emotività e l'impulsività, ci fanno sbagliare, quindi quando percepiamo che qualcosa non va, fermiamoci subito e facciamo discernimento. Una decisione impulsiva, può portare a generare una guerra! Pensiamoci!

Che lo Spirito Santo possa illuminare ogni nostra situazione e ogni nostra scelta.

Buon cammino!

sabato 5 marzo 2022

I DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)

I DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
"E il diavolo si allontanò da lui"

Carissimi amici,
il tema che affronteremo in queste cinque domeniche di Quaresima è il discernimento. Sappiamo che il discernimento è quel lavoro intellettuale che ci permette di individuare il bene e il male, nelle situazioni che ogni giorno viviamo.

Oggi la liturgia ci presenta uno dei brani principali sul discernimento e ci pone questa domanda: "cedo alla tentazione, oppure no?". Perché il discernimento inizia proprio da una domanda come questa. Come trovare la risposta?

La risposta a questa domanda la troviamo all'inizio del Vangelo di oggi, quando ci dice che Gesù era pieno di Spirito Santo e che lo stesso Spirito Santo lo spinge nel deserto. Quindi due cose fondamentali: Spirito Santo e deserto.

Lo Spirito Santo, con i suoi sette doni, ci aiuta a comprendere la situazione che stiamo vivendo (chiaramente non con la bacchetta magica in pochi secondi!), ci aiuta ad aprire la nostra mente per farci ragionare, per farci prendere una saggia e giusta decisione.

Chiaramente non basta lo Spirito Santo, ma occorre anche la mediazione umana, altrimenti si corre il rischio di interpretare male il suggerimento dello Spirito Santo. E qui entra in gioco il deserto, che sappiamo non essere solo il luogo della solitudine, ma bensì soprattutto il luogo della parola. Che nel concreto è l'incontro con la persona fidata, con la persona che ti sa guardare dentro, con la persona che realmente capisce il tuo stato d'animo.

E attraverso questa relazione tra lo Spirito Santo e la persona fidata, saremo in grado di affrontare tutte le situazioni della vita. Tant'è che Gesù vince e il diavolo si ritira.

Ma perché fare discernimento? Perché perdere tempo? Dopotutto era una semplice pietra da trasformare in pane. Chi se ne sarebbe accorto? Il ragionamento da fare è questo: "E se tutti la pensano così, i fornai avrebbero modo di esistere?" Perché ci dobbiamo ricordare che ogni nostra scelta, ha delle ripercussioni anche sugli altri. È inevitabile! Decidendo per me, decido anche per gli altri. E di esempi ne possiamo fare tantissimi.

Esempio: oggi non vado a scuola. Io rimango tranquillo a letto, ma costringo mia madre a non sistemare il letto perché è occupato da me, costringo i professori a mettere l'assenza e perdere del tempo per rispiegare di nuovo la lezione, ecc. Ecco perché è importante pensare e non agire d'istinto.

Gesù poteva cedere tranquillamente a tutte le tentazioni, senza problemi! Ha creato l'intero universo, figuriamoci se non poteva trasformare un semplice sasso di 2kg in pane. Non lo ha fatto per non creare disordine, per non creare situazioni di caos e di difficoltà agli altri.

Che il Signore possa illuminare la nostra vita e ci aiuti ad essere donne e uomini capaci di fare scelte sagge e corrette.

Buon cammino!

sabato 26 febbraio 2022

VIII DOMENICA T.O. (Anno C)

VIII DOMENICA T.O. (Anno C)
«Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto»

Carissimi amici,
continuiamo il nostro percorso con il Vangelo di Luca, sul discorso dell’amore fraterno, della Misericordia. Domenica scorsa, Gesù ci ha detto che in base a come trattiamo gli altri, saremo trattati anche noi. Oggi approfondisce questo discorso facendo alcuni esempi.

Uno degli esempi di Gesù, è la famosissima questione della pagliuzza e della trave. Nel corso dei secoli, questo esempio lo abbiamo trasformato in un’arma di difesa personale. Basta che una persona ci vuole correggere un errore, subito parte l’autodifesa: «Pensa a te stesso, alla trave che hai nel tuo occhio!». Oppure quando qualcuno ci prende in giro perché veniamo in Chiesa: «Eccoli la! Prima vanno in Chiesa a battersi il petto, poi fanno altro!» o al contrario: «Eccoli la! Giudicano me che vado a Messa e loro buttati sempre davanti al bar o in piazza a bestemmiare!» Non è questo il fine dell’esempio di Gesù! Il vero significato lo troviamo sull’esempio dell’albero e dei frutti.

Gesù dice: «Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto». Chi è l’albero? Chi sono i frutti? L’albero siamo noi, i frutti sono ciò che noi diamo agli altri. Un albero buono, da frutti buoni. Un albero cattivo, da frutti cattivi. Attenzione ad un particolare! Nella favola di biancaneve, la strega porge un frutto buono all’apparenza, ma avvelenato dentro. (Cfr. Gen 3). Quindi bisogna sempre fare discernimento, cioè osservare bene che tipo di albero ho davanti!

Tornando all’esempio della trave e della pagliuzza, possiamo dire che l’esperienza di fede e di vita è una realtà personale. È il mio rapporto con Dio e gli altri la priorità, non il rapporto degli altri con Dio e il resto della comunità. Tante volte ho detto che bisogna essere «egoisti», cioè pensare prima di tutto a se stessi, coltivare bene il proprio albero, in modo che gli altri possano attingere ai nostri frutti. La fede non si impone, ma si propone! Non posso avere la presunzione di andare a coltivare gli alberi degli altri, se non coltivo prima il mio. Se curo bene il mio albero, sarò di esempio all’altro, che, a sua volta, imiterà il mio stile di vita.

Ecco, allora, che se ognuno di noi curasse il proprio albero, saremo capaci di costruire un bel giardino, così come lo creò Dio nel racconto del libro della Genesi, e tornado al Vangelo di domenica scorsa, non avremo più nemici.

Chiediamo al Signore di aiutarci a coltivare bene la nostra fede e la nostra vita.

sabato 19 febbraio 2022

VII DOMENICA T.O. (Anno C)

VII DOMENICA T.O. (Anno C)
"Con la misura con la quale misurate, sarete misurati"

Carissimi amici,
Il Vangelo di oggi ha una profondità unica e ci descrive la bellezza della Misericordia di Dio e di come viverla anche tra di noi.

Come sappiamo, nella Misericordia ci sono due realtà: chiedere perdono e accogliere chi si è pentito. Il messaggio di oggi è ancora più interessante, perché ci chiede di evitare gli errori. Infatti Gesù dice: "non giudicate e non sarete giudicati".

Poi un'altra dimensione del Vangelo di oggi è quella che ci insegna come essere pronti ad accogliere chi si pente. Pregare per la conversione, chiedere al Signore di illuminare il cuore dell'altro affinché possa tornare sulla via del bene. E l'esempio è sempre il padre misericordioso. La sua non è un'attesa passiva, come a dire: "quando torna, torna! Fatti suoi!", ma è un'attesa attiva. Prega per quel figlio affinché si converta e torni presto a casa".

Ed infine un'ultima considerazione, ma forse la più importante. La prima parte del Vangelo, non deve essere l'autorizzazione scritta per poter far del male agli altri, perché se è vero che io devo porgere l'altra guancia è altrettanto vero che con la misura con la quale misurate, sarete misurati.

Il messaggio lo possiamo sintetizzare così: se ci vogliamo bene e ci rispettiamo, regnerà la pace!

Che il Signore possa illuminare il nostro cuore per essere donne e uomini capaci di vivere la bellezza dell'amore e della Misericordia di Dio.

Buon cammino!


venerdì 11 febbraio 2022

VI DOMENICA T.O. (Anno C)

VI DOMENICA T.O. (Anno C)
"nella legge del Signore trova la sua gioia"

Carissimi amici,
oggi la liturgia ci propone il brano integrale delle beatitudini, dove da una parte Gesù consola, dall'altra esorta. Sia nella consolazione, sia nell'esortazione, ciò che domina è la legge del Signore, la legge dell'amore, come abbiamo ascolto nel Salmo1.

L'opera di consolazione è molto importante, perché fa percepire la gratuità dell'amore. Sono beato perché non sono solo, qualcuno si prende cura di me, qualcuno asciuga le mie lacrime, qualcuno mi dona un sorriso, qualcuno sazia la mia fame provocata dalla solitudine. E Gesù esorta a non essere egoisti, avari, a ridere sulle disgrazie e sulle povertà dell'altro, perché nessuno su questa terra può farcela da solo. Come disse il Papa due anni fa nella ormai famosa Piazza San Pietro vuota: "Nessuno si salva da solo!".

Chi vive la presunzione di essere il perfetto, il migliore di tutti, di avere tutte le verità in mano, non godrà della grande ricompensa dei cieli.

Il Signore possa illuminare il nostro cammino, la nostra vita, in modo da vivere in pienezza la bellezza delle beatitudini e godere della gioia dell'Amore di Dio.

Buon cammino!

venerdì 4 febbraio 2022

V DOMENICA T.O. (Anno C)

V DOMENICA T.O. (Anno C)
«Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».

Carissimi amici,
oggi la liturgia ci fa riflettere sull'aspetto vocazionale della nostra vita. Ognuno di noi è chiamato da Dio ad essere annunziatore della Sua Parola. Ma come? Non ci sono i sacerdoti e le suore che fanno questo?

Con il battesimo abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo che ci permette di essere annunciatori della Parola di Dio e testimoni di fede. E per annunciare il Vangelo, non bisogna ricoprire chissà quale vertice gerarchico. Per annunciare il Vangelo basta essere se stessi. Basta vivere la quotidianità illuminata dalla Parola di Dio. Gesù è chiaro! Non dice a Pietro: "Ti farò dottore della legge", ma: "ti farò pescatore di uomini", perché nella sua quotidianità di pescatore, doveva far percepire la presenza di Dio, capace di convertire gli uomini.

E questo vale per ciascuno di noi. Sarebbe utile porci questa domanda: "Nel mio vissuto quotidiano, in ciò che faccio e dico, gli altri percepiscono la presenza di Dio?" Dalla risposta ci si regola di conseguenza. Come vedete, per essere veri e autentici annunciatori del Vangelo, non basta solo rigenerarsi nell'Eucaristica e nelle liturgie, ci vuole un vissuto quotidiano, fatto di verità, di bellezza di autenticità.

Questa è la bellezza della nostra fede e della nostra vita!

Buon cammino!

giovedì 27 gennaio 2022

IV DOMENICA T.O. (Anno C)

IV DOMENICA T.O. (Anno C)
«Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino»

Carissimi amici,
domenica scorsa abbiamo visto come la Parola di Dio trova le risposte alle domande della nostra vita. Oggi parliamo di una di queste risposte: la libertà.

Gesù è un uomo libero, non si sente legato ad una realtà particolare. Per lui i nazareni e i giudei, sono la stessa cosa, non c’è un rapporto privilegiato. All’opposto, i nazareni, sono legati a Gesù, è un motivo di vanto e orgoglio per loro, ma Gesù smonta i loro sogni e questo provoca una reazione un po’ brusca, violenta. Ma la conclusione del Vangelo spiazza tutti, come a dire: «Beh, voi continuate a litigare. Io vado altrove!».

È un’immagine forte che ci fa capire cosa significa essere veramente liberi. Liberi da legami, da compromessi. Potrebbe sembrare un Gesù carico di orgoglio, snobbatore, ecc. ma in realtà è un Gesù che vive la sua missione, consapevole che Lui è chiamato solo ad annunciare il Regno di Dio, con tutte le conseguenze annesse. Nel Vangelo di Giovanni, nei capitoli 6-7 dedicati all’Eucaristia, Gesù pronuncia una frase molto dura: «Forse anche voi volete andarvene?» (Gv 6,67). Gesù non scende a compromesso. Il Vangelo è Vangelo, anche se non piace!

Molte volte noi preferiamo il compromesso, giustificato dal «mantenere la pace», dimenticando che con questa scelta facciamo male a noi stessi e a chi ci vuole veramente bene, ma non è così che si vive. Qualche giorno fa abbiamo rocordato la Shoah. La colpa non è tanto di Hitler, ma di chi non ha avuto il coraggio di lasciarlo solo dall'inizio! Di chi, vedendo la sua pazzia, ha detto: "Non lo contraddite, per amore della pace. Conosco i miei polli!". Questo non è quieto vivere, questa è una scelta. Scelgo il male e metto da parte il bene perché mi conviene. Oggi, purtroppo, viviamo in una realtà dove tutto è relativo, o per dirla in termini semplici, la realtà del «secondo me». Nel mondo ci sono cose oggettive, che non possiamo mettere in discussione con il «secondo me». Adesso fare l’elenco di queste realtà sarebbe lungo, ma è necessario riflettere su questo argomento! Il diritto di parola è sacrosanto, ma nella verità, non nelle fesserie. Non esistono le verità, ma la verità! E va vissuta e annunciata per quello che è, non per quello che vogliamo.

Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere il Vangelo con semplicità e libertà.

Buon cammino!

venerdì 21 gennaio 2022

III DOMENICA T.O. (Anno C)

III DOMENICA T.O. (Anno C)
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Carissimi amici,
oggi la Chiesa, per volere di Papa Francesco, celebra il "Verbum Domini". Un'occasione per ricordarci che il Vangelo non è un semplice racconto, ma è la presenza di Dio nella storia dell'umanità. È nelle parole del Vangelo che noi troviamo la speranza, la forza, la consolazione.

Gesù oggi prende un testo di Isaia, lo legge e dice: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Perché la missione di Gesù è proprio essere segno concreto di vicinanza a coloro che hanno necessità.

Ed è particolare come la liturgia ha voluto inserire anche il prologo di Luca, proprio per rimarcare che il Vangelo è qualcosa che è parte integrante della nostra vita e non può essere messa al margine.

Compito nostro è quello di pregare e meditare sulla Parola di Dio. Pochi versetti al giorno, domandarsi come avrebbe reagito Gesù in determinate occasioni. Nel Vangelo, vi assicuro, c'è la risposta!

Che il Signore possa illuminare la nostra mente e il nostro cuore per poter comprendere e vivere la Sua Parola.

Buon cammino!

sabato 15 gennaio 2022

II DOMEMICA T.O. (Anno C)

II DOMEMICA T.O. (Anno C)
"Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»."

Carissimi amici,
oggi la liturgia ci propone tre riflessioni. La prima viene dalla seconda lettura. Paolo ci dice che lo Spirito Santo dona diversi carismi. Ognuno di noi ha una particolarità, che messe insieme ci permettono di realizzare la grande opera di Dio. Come i pezzi di un puzzle. Ogni pezzo è diverso, ma messo ognuno al suo posto, mostrano l'immagine bella e completa. Così siamo chiamati a vivere la nostra quotidianità, non sostituendo l'altro, ma completare l'altro e lasciarsi completare dall'altro.

Le altre due riflessioni ci vengono dal Vangelo. La prima è la richiesta di Maria: "Non hanno più vino!". Non è Gesù che fa il primo passo (e mai lo farà!), ma è chi ha necessità che si muove verso di Lui. Infatti Gesù stesso, in altre occasioni dirà: "chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto". Noi invece siamo abituati al contrario. Invece di chiedere aiuto, scriviamo la lista nera: "ah! Quello non mi ha chiamato. Quello non mi ha fatto visita. Quello non mi ha portato niente!" Ma hai mai provato a chiedere? Hai mai provato a informare tu personalmente l'altro? E li che capisci se l'altro si interessa di te! Se non è questo il tuo stile, non lamentarti e non giudicare!

L'ultima riflessione ci viene dal maestro di tavola! Si è meravigliato di come l'acqua fosse migliore del vino. Di come un elemento base e comune avesse la forza di ridare dignità alle nozze. Ed è così! Sono le cose semplici ed essenziali a fare le cose più belle e più sentite, perché provengo dal cuore. Dio non ha scelto Gerusalemme, ma Betlemme e Nazareth! Dio ha scelto il cuore della sua creatura e questo ci deve aiutare a vivere la bellezza delle nostre case, dei nostri affetti, dei nostri paesi. Sentirci sempre più famiglia!

Che il Signore ci possa aiutare a vivere la semplicità, di essere l'uno per l'altro e avere l'umiltà e il coraggio di far partecipe l'altro dei miei dolori e delle mie gioie per non sentirmi solo.

Buon cammino!

sabato 8 gennaio 2022

FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE (Anno C)

 FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE (Anno C)

«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Carissimi amici,
Nel Vangelo di oggi, c’è una frase molto bella che ha preso la mia attenzione: «Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di Lui lo Spirito Santo». C’è una sequenza di azioni collegate in maniera crescente tra loro. Comprendere questi passaggi, ci fanno capire il perché della «voce dal cielo».

Immagino questa scena bellissima e commovente. Gesù si lascia battezzare, si mette in silenziosa preghiera con la gioia nel cuore e il capo chinato e il Padre che gli mette la mano sulla spalla, lo incoraggia con la meravigliosa frase che accompagna il gesto. In un certo senso richiama un gesto particolare che notiamo nella Celebrazione del sacramento della Cresima, quando la mano del padrino è sulla spalla di colui che riceve lo Spirito Santo. Ma andiamo oltre! È la mano che mettiamo sulle spalle di qualcuno che è nella sofferenza, nella delusione, nei momenti di gioia e di attesa.
Dio entra nella nostra vita nel silenzio, nella preghiera, ci mette la sua mano sulle nostre spalle e ci dice: «Coraggio, tu sei mio figlio, l’amato». Ancora una volta, Dio ci dice che l’amore è più forte del nostro peccato.

Allora capiamo questa «voce dal cielo». Chiunque si lascia amare è Figlio di Dio, ma non solo!
Immaginate un padre che dice questa frase al figlio!
Dio si compiace di noi, soprattutto quando cerchiamo il suo Amore, la sua Misericordia, quando ci lasciamo amare da Lui. Infondo l’amato è colui che si lascia amare, che è capace di tutto per accogliere l’amore e condividere l’amore ricevuto.
Una ragazza che ha ricevuto la proposta di matrimonio, non riesce a tenerla dentro, la deve condividere. Così come per la nascita di un bambino, per la promozione a scuola o al lavoro. È inevitabile! Quando qualcuno si sente amato non può far altro che amare.

Oggi, ricordando il battesimo del Signore, siamo chiamati a ricordare che anche noi siamo figli di Dio, di un Dio che ama e si compiace di ciascuno di noi. Abbattiamo le resistenze che abbiamo nel cuore e lasciamoci amare da Dio.

Buon cammino!

mercoledì 5 gennaio 2022

SOLENNITÀ DELL'EPIFANIA DEL SIGNORE

SOLENNITÀ DELL'EPIFANIA DEL SIGNORE
«A Betlemme di Giudea»

carissimi amici,
la liturgia oggi ci propone il racconto della venuta dei Magi, ma quest'anno mi ha colpito un particolare: Betlemme! Non tanto per il suo significato, ma per le sue dimensioni demografiche di quel tempo. La più piccola comunità della Giudea. È la seconda volta che Dio sceglie un luogo molto piccolo e remoto, perché se in Giudea abbiamo Betlemme, in Galilea abbiamo Nazareth.

Quindi è facile intuire che Dio non ama molto la grandezza, nonostante la sua onnipotenza. E soprattutto ama ricercare le cose piccole e vere: il cuore dell'uomo! Ecco, la bellezza di Dio è che si china dolcemente sul nostro cuore, entra delicatamente nella nostra vita, si manifesta con la giovialità di un bambino. Questo è un grande insegnamento per noi, che invece puntiamo a scalini più alti e nobili della nostra società per avere l'illusione di contare qualcosa. Si è veramente grandi se entriamo nel piccolo cuore dell'altro, se sappiamo inchinarci davanti alle gioie e ai dolori dell'altro. Questo ci fa grandi!

E in ultimo non può mancare una riflessione sociale. Siamo una piccola comunità, proprio come le due che ho citato e che Dio ha scelto. Non abbiamo bisogno di tirare fuori la nostra indignazione e tutte le cose negative che abbiamo, ma bisogna ragionare nella logica di Dio. Inchinarsi sulla miseria, ripulirla e innalzarla. Invece di chiederci cosa non fanno gli altri, chiediamoci cosa non facciamo noi e come possiamo, insieme, trasfigurazione il nostro paese. Far vivere alla nostra comunità la vera Epifania!

L'oro è la bellezza di arte che abbiamo, l'incenso è la nostra spiritualità, la mirra è il profumo della nostra terra, dei nostri vicoletti. Tutto questo messo nelle mani di Dio.

Mettiamo da parte la grandezza umana e viviamo la genuinità del cuore. Piccolo, ma amabile!

Buon cammino!

sabato 1 gennaio 2022

II DOMENICA DI NATALE

II DOMENICA DI NATALE
"Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni."

carissimi amici,
oggi la liturgia ci ripropone di nuovo il prologo di Giovanni e la mia riflessione si orienta sulla memoria che la chiesa oggi celebra: il Santissimo nome di Gesù.

Nella grande tradizione biblica e della Chiesa, la scelta del nome è un passaggio importantissimo, diremo primario, nella storia vocazionale di ciascuno di noi. Dio chiama per nome, Dio impone il nome in base al suo progetto d'amore. È bello sapere che per Dio non sono una cosa qualunque, ma una persona con un nome, con una precisa identità, che sa tutto di me e che mi ama alla follia! Questo è anche il motivo per il quale la prima domanda nel rito del battesimo è: "che nome date al vostro bambino?".

Certo, scegliere il nome per i propri figli, non è sempre facile, anzi! Però scegliere il nome in base alla sua origine, al suo significato è molto bello, perché è questa la logica di Dio. In quel nome c'è l'identità della persona. E questo è un passaggio che sempre faccio nelle omelie dei battesimi. Spiegare il nome e augurare al bambino di essere degno e orgoglioso di avere e vivere quel nome.

Ecco, da oggi ci prendiamo l'impiego di capire il significato del nostro nome e di aiutare i futuri genitori a scegliere il nome giusto per la loro creatura, per essere anche noi parte attiva del grande progetto d'amore di Dio per ciascuno di noi.

Buon cammino!