venerdì 11 marzo 2022

II DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)

II DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
"È bello per noi esse qui"

Carissimi amici,
domenica scorsa abbiamo iniziato il nostro cammino sul discernimento e abbiamo visto che per un sano discernimento occorre chiedere i doni dello Spirito Santo e poi di un serio confronto con la persona di fiducia in un luogo solitario.

Oggi vediamo cosa non ci permette di fare saggio discernimento, e quindi ci porta a commettere degli errori. Gesù, chiama Pietro, Giacomo e Giovanni e insieme salgono sul monte Tabor. Ad un certo punto, Gesù rivela la sua gloria, manifestandosi come la pienezza della Torah (legge e profeti) e accanto a lui appaiono Mosè ed Elia. Preso dallo stupore, Pietro dice di voler fare tre tende. Una per Gesù, una per Mosè, una per Elia.

Attenzione all'ordine! Non è casuale. Immaginate il podio, dove i posti sono numerati 3°, 1°, 2°. Quindi per Pietro, Gesù è al terzo posto, Mosè al primo, Elia al secondo. E non è difficile capirlo, visto che Pietro è molto più legato alle prescrizioni della legge, rispetto a Paolo, come si vedrà poi nel Concilio di Gerusalemme.

Sul nostro tema del discernimento, la figura di riferimento oggi è Pietro. Sappiamo che Pietro è un tipo molto impulsivo, non riflette, non fa saggio discernimento. E lo abbiamo visto in tante occasioni. Parla sempre per primo e quasi sempre sbaglia. E quelle poche volte che risponde bene, il momento di gloria dura poco, perché, preso dall'orgoglio, commette degli errori.

Ciò che danneggia il discernimento, e quindi le nostre scelte, è l'impulsività. E ci è capitato spesso che in certe situazioni, quando ci lasciamo prendere dalla rabbia o dallo stupore, commettiamo degli errori. Ci illudiamo che le cose vadano come noi vorremmo, ma la realtà, presto o tardi, ci farà tornare con i piedi per terra in maniera abbastanza brusca.

Tenere a freno l'impulsività, l'emozioni del cuore, non è facile. Sia per situazioni negative, sia per situazioni positive. Gli errori non si fanno solo per reazioni impulsive negative, ma anche per eccesso di bene. Amare follemente l'altro, se non è controllato, può diventare molto pericoloso, perché si rischia di soffocare la persona amata. Fermarsi, chiedersi sempre se quella cosa che vorremmo fare è davvero necessaria per una buona relazione di amicizia oppure no! E soprattutto farsi aiutare da una persona esterna alla questione.

In conclusione, l'emotività e l'impulsività, ci fanno sbagliare, quindi quando percepiamo che qualcosa non va, fermiamoci subito e facciamo discernimento. Una decisione impulsiva, può portare a generare una guerra! Pensiamoci!

Che lo Spirito Santo possa illuminare ogni nostra situazione e ogni nostra scelta.

Buon cammino!

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