«A Betlemme di Giudea»
carissimi amici,
la liturgia oggi ci propone il racconto della venuta dei Magi, ma quest'anno mi ha colpito un particolare: Betlemme! Non tanto per il suo significato, ma per le sue dimensioni demografiche di quel tempo. La più piccola comunità della Giudea. È la seconda volta che Dio sceglie un luogo molto piccolo e remoto, perché se in Giudea abbiamo Betlemme, in Galilea abbiamo Nazareth.
Quindi è facile intuire che Dio non ama molto la grandezza, nonostante la sua onnipotenza. E soprattutto ama ricercare le cose piccole e vere: il cuore dell'uomo! Ecco, la bellezza di Dio è che si china dolcemente sul nostro cuore, entra delicatamente nella nostra vita, si manifesta con la giovialità di un bambino. Questo è un grande insegnamento per noi, che invece puntiamo a scalini più alti e nobili della nostra società per avere l'illusione di contare qualcosa. Si è veramente grandi se entriamo nel piccolo cuore dell'altro, se sappiamo inchinarci davanti alle gioie e ai dolori dell'altro. Questo ci fa grandi!
E in ultimo non può mancare una riflessione sociale. Siamo una piccola comunità, proprio come le due che ho citato e che Dio ha scelto. Non abbiamo bisogno di tirare fuori la nostra indignazione e tutte le cose negative che abbiamo, ma bisogna ragionare nella logica di Dio. Inchinarsi sulla miseria, ripulirla e innalzarla. Invece di chiederci cosa non fanno gli altri, chiediamoci cosa non facciamo noi e come possiamo, insieme, trasfigurazione il nostro paese. Far vivere alla nostra comunità la vera Epifania!
L'oro è la bellezza di arte che abbiamo, l'incenso è la nostra spiritualità, la mirra è il profumo della nostra terra, dei nostri vicoletti. Tutto questo messo nelle mani di Dio.
Mettiamo da parte la grandezza umana e viviamo la genuinità del cuore. Piccolo, ma amabile!
Buon cammino!
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