giovedì 24 dicembre 2020

SOLENNITÀ DEL NATALE DEL SIGNORE

 SOLENNITÀ DEL NATALE DEL SIGNORE

«In quei giorni, un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra»

 

Carissimi amici,

questo è il vero Natale, Dio è entrato nella storia, proprio nelle nostre stesse condizioni. Cerchiamo di capire come. Nel Vangelo di Luca troviamo questo versetto: «In quei giorni, un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra» (Lc 2,1). Quello che ormai noi chiamiamo un DPCM. Giuseppe e Maria, non si oppongono, obbediscono e da Nazareth si recano a Betlemme. Lo stesso Gesù, sulla domanda dei farisei sui tributi risponde: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,21). Erano i giorni del parto, Maria e Giuseppe sicuramente volevano condividere la loro gioia a Nazareth con tutta la famiglia intorno, ma il rispetto per la legge, ha prevalso sui sentimenti. Non a caso, Giuseppe è definito uomo giusto, cioè amante della giustizia, della verità, della lealtà. Lungo il viaggio avviene la nascita di Gesù e il tutto si svolge in solitudine e in una stalla, visto che «per loro non c’era posto nell’alloggio» (Lc 2,7). Maria in quel momento non pensa ad Anna e Gioacchino che sono da soli a Nazareth, Giuseppe non pensa alla sua famiglia rimasta lontana. La loro attenzione è sul quel bambino che è nato, fissano il loro cuore su Dio. Il Natale cristiano, non è vedere nonni, zii, cugini, ecc. quello lo possiamo fare tutti i giorni! Natale è vedere Dio nel nostro cuore, è vedere Dio nel cuore di chi mi sta accanto. Scopriremo così che Natale è ogni giorno, ogni Eucaristia nella quale Cristo viene in mezzo a noi e in noi.

Giuseppe Maria e Gesù, non hanno i parenti intorno, ma pochi pastori sconosciuti, ma questo non toglie la gioia del momento: una vita che nasce!

 

Le conclusioni per noi. Gli altri anni, la nostra attenzione era più sull’aspetto tradizionale del Natale e poco sulla dimensione religiosa e di fede. I regali, gli addobbi, i pranzi, le cene, le lunghe tavolate, la mezzanotte. E Cristo? Il festeggiato? Solo con Maria e Giuseppe nella stalla di Betlemme. Come dico spesso, il Covid19 ha smascherato tutte le nostre ipocrisie e false convinzioni, ci ha tolto tutto ciò che offuscava la nostra vita.

 

Oggi abbiamo la possibilità unica di vivere il vero Natale, ovvero l’incontro con Cristo. Non lasciamoci rubare la gioia da qualche tavolata saltata, (quelle si recuperano anche dopo Natale, l’anno è fatto da altri 364 giorni!). Oggi dobbiamo essere felici, perché Dio è con noi e non ci lascerà mai e poi mai da soli.

 

Il Natale per noi, è l’incontro con l’Eucaristia. Un Dio grande e onnipotente che un tempo decise di rivestirsi di umanità, oggi riveste il Pane e il Vino dell’Eucaristia. Il vero presepe oggi è l’altare! Gesù Eucaristia adagiato sul corporale e noi come i pastori, andiamo ad adorarlo e a nutrirci di Lui. Tra poco, avverrà il grande prodigio. Gesù sarà qui vivo e presente in mezzo a noi, non possiamo non accoglierlo con tanta gioia, con tanto amore, con tanta devozione. E questo non avviene solo tra poco, avviene in ogni Eucaristia! Partecipare all’Eucaristia è rivivere non solo la passione, morte e risurrezione di Gesù, ma è rivivere la notte del Natale, una notte che ha donato al mondo il regalo più bello: il Paradiso!


Buon Natale!

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