IV DOMENICA
DI AVVENTO (Anno B)
«Al sesto
mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio»
Carissimi
amici,
a distanza
di pochi giorni, la liturgia ci fa meditare nuovamente il brano del Vangelo
dell’Annunciazione. Se l’8 dicembre abbiamo parlato del valore del concepimento
e della vita, oggi la nostra attenzione si orienta su un’altra figura che in
questi giorni abbiamo spesso ritrovato.
Dopo la
testimonianza del Battista, chi ci accompagna in questi giorni prima del
Natale, è l’Arcangelo Gabriele. Lo abbiamo trovato due giorni fa che ha parlato
in sogno a Giuseppe, ieri ha portato l’annuncio a Zaccaria, oggi lo ritroviamo
a Nazareth dalla Vergine Maria e saranno gli angeli a dare l’annuncio ai
pastori della nascita del Messia.
Spesso
parliamo di spiriti impuri, del Diavolo che ostacolano la nostra vita, ma
difficilmente parliamo degli angeli che sono messi a custodia e tutela della
nostra vita. La voce e la volontà di Dio si rivela proprio attraverso queste
figure che ci parlano nel sogno come è avvenuto con Giuseppe, ci parlano nella
preghiera come è avvenuto a Zaccaria, ci parlano nella quotidianità come è
avvenuto per Maria e per i pastori.
Sant’Ignazio
di Loyola, negli esercizi spirituali, parla spesso dell’angelo buono e
dell’angelo cattivo e di come queste figure sono determinanti nelle nostre
piccole e grandi scelte quotidiane, tant’è che quando facciamo una scelta
sbagliata, subito deleghiamo la responsabilità al diavolo, dicendo che è colpa
sua, però quando facciamo del bene, il merito non lo diamo agli angeli, ma ce
lo prendiamo noi.
Ecco,
allora, che è giunto il momento di valorizzare queste figure che ogni giorno ci
sono accanto, perché sono di fondamentale aiuto. Se Gabriele non avesse parlato
a Giuseppe, probabilmente Maria si sarebbe ritrovata da sola, isolata da tutto
e da tutti. Stessa cosa con Maria. Lei ha accettato perché Gabriele le ha
spiegato questo progetto divino. Ma come riconoscere queste figure? Queste
figure si riconoscono nel silenzio, nel discernimento, e soprattutto nell’aiuto di coloro che ci
amano e ci vogliono bene. Nessuno si salva da solo! Ognuno di noi ha la
necessità di confrontarsi con qualcuno di fiducia, che è capace di tendere la
mano. Ma il riferimento non è solo per i vivi, ma anche per i nostri cari che
sono in cielo. Loro, come gli angeli ci sono sempre accanto e non ci lasciano
mai, proprio perché conoscono i nostri bisogni e le nostre necessità e sanno
come aiutarci.
E concludo
con una frase che sempre utilizzava don Tonino Bello e che a me piace tanto. “Siamo angeli con una ala sola. Possiamo
volare solo se rimaniamo abbracciati!”
Buon
cammino!
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