sabato 19 dicembre 2020

IV DOMENICA DI AVVENTO (Anno B)

IV DOMENICA DI AVVENTO (Anno B)

«Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio»

 

Carissimi amici,

a distanza di pochi giorni, la liturgia ci fa meditare nuovamente il brano del Vangelo dell’Annunciazione. Se l’8 dicembre abbiamo parlato del valore del concepimento e della vita, oggi la nostra attenzione si orienta su un’altra figura che in questi giorni abbiamo spesso ritrovato.

 

Dopo la testimonianza del Battista, chi ci accompagna in questi giorni prima del Natale, è l’Arcangelo Gabriele. Lo abbiamo trovato due giorni fa che ha parlato in sogno a Giuseppe, ieri ha portato l’annuncio a Zaccaria, oggi lo ritroviamo a Nazareth dalla Vergine Maria e saranno gli angeli a dare l’annuncio ai pastori della nascita del Messia.

 

Spesso parliamo di spiriti impuri, del Diavolo che ostacolano la nostra vita, ma difficilmente parliamo degli angeli che sono messi a custodia e tutela della nostra vita. La voce e la volontà di Dio si rivela proprio attraverso queste figure che ci parlano nel sogno come è avvenuto con Giuseppe, ci parlano nella preghiera come è avvenuto a Zaccaria, ci parlano nella quotidianità come è avvenuto per Maria e per i pastori.

 

Sant’Ignazio di Loyola, negli esercizi spirituali, parla spesso dell’angelo buono e dell’angelo cattivo e di come queste figure sono determinanti nelle nostre piccole e grandi scelte quotidiane, tant’è che quando facciamo una scelta sbagliata, subito deleghiamo la responsabilità al diavolo, dicendo che è colpa sua, però quando facciamo del bene, il merito non lo diamo agli angeli, ma ce lo prendiamo noi.

 

Ecco, allora, che è giunto il momento di valorizzare queste figure che ogni giorno ci sono accanto, perché sono di fondamentale aiuto. Se Gabriele non avesse parlato a Giuseppe, probabilmente Maria si sarebbe ritrovata da sola, isolata da tutto e da tutti. Stessa cosa con Maria. Lei ha accettato perché Gabriele le ha spiegato questo progetto divino. Ma come riconoscere queste figure? Queste figure si riconoscono nel silenzio, nel discernimento,  e soprattutto nell’aiuto di coloro che ci amano e ci vogliono bene. Nessuno si salva da solo! Ognuno di noi ha la necessità di confrontarsi con qualcuno di fiducia, che è capace di tendere la mano. Ma il riferimento non è solo per i vivi, ma anche per i nostri cari che sono in cielo. Loro, come gli angeli ci sono sempre accanto e non ci lasciano mai, proprio perché conoscono i nostri bisogni e le nostre necessità e sanno come aiutarci.

 

E concludo con una frase che sempre utilizzava don Tonino Bello e che a me piace tanto. “Siamo angeli con una ala sola. Possiamo volare solo se rimaniamo abbracciati!”

 

Buon cammino!

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