DOMENICA DI PASQUA «IN RESURRECTIONE
DOMINI» (Anno B)
«Donna, chi cerchi?»
Carissimi amici,
oggi l’umanità è in festa. Gesù, il
crocifisso, è risorto. Alleluia!
Se prima la morte era la condizione
definitiva, adesso anche la morte è diventata provvisoria. Certamente è un
periodo più lungo della vita terrena, ma resta e resterà provvisoria. Cristo e
la Vergine Maria, sono la testimonianza reale e concreta che la risurrezione è
vera!
Ma possiamo sperimentare anche su
questa terra la risurrezione? Se guardiamo la nostra quotidianità, non è così
semplice sperimentare la risurrezione. Anche noi, come Maria di Magdala,
vaghiamo tristi nel giardino, ma poi una voce, una chiamata, e tutta la
tristezza svanisce.
La scena raccontata nel capitolo 20
del Vangelo di Giovanni, è di una tenerezza unica. C’è una donna che piange, e un
uomo si avvicina e con delicatezza chiede: «donna, chi cerchi?». Quante volte,
anche noi, in un momento triste, abbiamo incontrato una persona che ci chiede
cosa succede. Maria racconta quello che è accaduto e continua a piangere. Ecco,
quando incontriamo persone che si interessano di noi, condividiamo con loro la
nostra sofferenza. A quel punto Gesù la chiama per nome, come a voler dire:
«Maria, so tutto di te. Non temere! Io sarò con te!». Quell'«io sarò con te»
apre il cuore di Maria e il cuore di chiunque riceve questa concreta vicinanza.
È in quel momento che Maria riconosce Gesù, è in quel momento che la persona
che soffre, si sente amata e protetta!
Ieri dicevo che
nell'uomo sofferente, c’è Gesù sofferente. Oggi dico che nell'uomo che porta
speranza e amore, c’è il Risorto. Ecco allora che la risurrezione la possiamo
sperimentare già ora sulla terra. Come? Con una cosa che può sembrare
banale, ma che invece è importante e salutare: un sorriso sincero e non solo di
cortesia!
Come ci ricorda spesso il Papa: «non lasciamoci rubare
la gioia.» Ovviamente questo non significa banalizzare le situazioni di dolore,
ma significa essere portatori di speranza! In una situazione drammatica, come
portiamo speranza? Gridando e piangendo? No! Ma facendo silenzio e portando
impresso sul volto il sorriso della speranza.
Ascolto spesso tante storie di persone che hanno
grandi problemi di salute o di famiglia! Vi posso testimoniare che mostrare il
sorriso della speranza e della fiducia, accompagnato da gesti di affetto è
molto più efficace di grandi e commuoventi discorsi filosofici e teologici.
Maria di Magdala, se prima era nella tristezza e nel
dolore, adesso è nella gioia e si fa portatrice di questa speranza. Maria è
stata aiutata da Gesù, e poi lei stessa ha aiutato i discepoli, e i discepoli
hanno aiutato i giudei, e così via. Vi lascio con questa domanda: dopo aver
fatto esperienza di risurrezione, aiuto altre persone a fare la stessa
esperienza?
Questa è la vera Pasqua, altrimenti tutto il nostro
cammino fatto, non serve a nulla! Dobbiamo essere portatori di speranza e di
gioia, perché la morte è stata sconfitta dalla vittoria di Cristo.
“Signore, aiutami
ad essere portatore di gioia, portatore di speranza. Perdona i miei fallimenti
e aiutami a rialzarmi. Prendimi per mano e guidami verso la vita senza fine per
contemplare il Volto di Dio Padre nei secoli eterni. Amen!”
Buona Pasqua di Risurrezione!
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