IV DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)
«Come Mosé innalzò il serpente nel
deserto, così sarà innalzato il Figlio dell’Uomo, perché chiunque crede in Lui
abbia la vita eterna».
Carissimi amici,
Il Vangelo di questa domenica, ha
vari spunti di riflessione. La notte di Nicodemo, le domande che lui pone a
Gesù, le risposte di Gesù, ecc. io mi vorrei soffermare su un parallelismo che
fa Gesù, che in un certo senso va ad annunciare la Passione.
Nicodemo è andato da Gesù, per
cercare chiarificazioni in merito ai suoi insegnamenti, e Gesù gli rivela, ciò
che è venuto a fare, e lo fa portando l’esempio di ciò che successe al tempo di
Mosé.
Il popolo d’Israele, è nel deserto,
soffre il caldo, la fame, la sete, la stanchezza di un viaggio infinito, e si
arrabbia con Mosé e con il Signore. Avviene che il Signore, manda dei velenosi
serpenti a decimare il popolo. Vedendo tutto ciò, la restante parte del popolo,
si pente e chiede aiuto al Signore. il Signore disse a Mosè di fare un serpente
di bronzo e collocarlo sul suo bastone e chiunque, morso dai serpenti, guardava
quel bastone, veniva guarito.
Gesù, si identifica in quel
serpente di bronzo, e il bastone non è altro che la Croce. È un parallelismo
molto interessante e profondo, perché la Passione di Gesù, non è altro che il
medicinale per la nostra guarigione spirituale. Non è un caso che il simbolo
delle farmacie o delle ambulanze, sono delle croci, dentro le quali è
raffigurato un serpente! Infondo nelle farmacie, troviamo le medicine per il
nostro male fisico, nella Passione di Gesù, troviamo la medicina per la nostra
anima.
E solo guardando il crocifisso
(risorto), noi possiamo trovare la salvezza. La Croce non è solo uno strumento
di morte, ma soprattutto è la forma più alta e profonda dell’amore. Guardare
Gesù sulla Croce è guardare un Dio che per amor nostro, si è lasciato uccidere.
Quella sorte sarebbe toccata a noi, invece si è offerto Lui al nostro posto,
come tante persone che hanno dato la vita per salvare gli altri. Penso a Salvo
D’Acquisto, a San Massimiliano Kolbe, ecc.
Un’ultima riflessione la vorrei
fare su un’altra frase di Gesù, quando dice che « Dio ha tanto amato gli uomini
da dare il Figlio unigenito». Dio ci ama così tanto da mettere il Figlio nelle
nostre mani. L’immagine che ci può far capire questa frase di Gesù è quando
riceviamo l’Eucaristia nelle nostre mani. Non sempre abbiamo «mani» limpide e
belle, eppure Dio fa questo gesto di mettere nelle nostre mani il Figlio, come
a dire: «Ecco, questo è il mio corpo, fanne buon uso!». So che molti non
saranno d’accordo con questo che sto per dire, ma proviamo ad accostarci all’Eucarestia
con questo spirito. Dio che mette suo Figlio nelle nostre mani dicendoci: «è
tuo! Gesù è nelle tue mani, in tuo possesso!». Solo così, forse iniziamo a
capire che grande responsabilità abbiamo!
“Signore,
tante volte ho ricevuto l’Eucaristia superficialmente. Aiutami a capire che ciò
che ho tra le mani, non è una semplice ostia, ma il tuo Corpo liberamente
donato per la mia guarigione e per la mia salvezza. Così come guardando il
Crocifisso, possa capire fin dove riesce ad arrivare l’amore sconfinato che hai
per me. Amen!”
Buon cammino!
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