sabato 10 marzo 2018

IV DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)

IV DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)
«Come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così sarà innalzato il Figlio dell’Uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna».

Carissimi amici,
Il Vangelo di questa domenica, ha vari spunti di riflessione. La notte di Nicodemo, le domande che lui pone a Gesù, le risposte di Gesù, ecc. io mi vorrei soffermare su un parallelismo che fa Gesù, che in un certo senso va ad annunciare la Passione.
Nicodemo è andato da Gesù, per cercare chiarificazioni in merito ai suoi insegnamenti, e Gesù gli rivela, ciò che è venuto a fare, e lo fa portando l’esempio di ciò che successe al tempo di Mosé.

Il popolo d’Israele, è nel deserto, soffre il caldo, la fame, la sete, la stanchezza di un viaggio infinito, e si arrabbia con Mosé e con il Signore. Avviene che il Signore, manda dei velenosi serpenti a decimare il popolo. Vedendo tutto ciò, la restante parte del popolo, si pente e chiede aiuto al Signore. il Signore disse a Mosè di fare un serpente di bronzo e collocarlo sul suo bastone e chiunque, morso dai serpenti, guardava quel bastone, veniva guarito.

Gesù, si identifica in quel serpente di bronzo, e il bastone non è altro che la Croce. È un parallelismo molto interessante e profondo, perché la Passione di Gesù, non è altro che il medicinale per la nostra guarigione spirituale. Non è un caso che il simbolo delle farmacie o delle ambulanze, sono delle croci, dentro le quali è raffigurato un serpente! Infondo nelle farmacie, troviamo le medicine per il nostro male fisico, nella Passione di Gesù, troviamo la medicina per la nostra anima.

E solo guardando il crocifisso (risorto), noi possiamo trovare la salvezza. La Croce non è solo uno strumento di morte, ma soprattutto è la forma più alta e profonda dell’amore. Guardare Gesù sulla Croce è guardare un Dio che per amor nostro, si è lasciato uccidere. Quella sorte sarebbe toccata a noi, invece si è offerto Lui al nostro posto, come tante persone che hanno dato la vita per salvare gli altri. Penso a Salvo D’Acquisto, a San Massimiliano Kolbe, ecc.

Un’ultima riflessione la vorrei fare su un’altra frase di Gesù, quando dice che « Dio ha tanto amato gli uomini da dare il Figlio unigenito». Dio ci ama così tanto da mettere il Figlio nelle nostre mani. L’immagine che ci può far capire questa frase di Gesù è quando riceviamo l’Eucaristia nelle nostre mani. Non sempre abbiamo «mani» limpide e belle, eppure Dio fa questo gesto di mettere nelle nostre mani il Figlio, come a dire: «Ecco, questo è il mio corpo, fanne buon uso!». So che molti non saranno d’accordo con questo che sto per dire, ma proviamo ad accostarci all’Eucarestia con questo spirito. Dio che mette suo Figlio nelle nostre mani dicendoci: «è tuo! Gesù è nelle tue mani, in tuo possesso!». Solo così, forse iniziamo a capire che grande responsabilità abbiamo!

“Signore, tante volte ho ricevuto l’Eucaristia superficialmente. Aiutami a capire che ciò che ho tra le mani, non è una semplice ostia, ma il tuo Corpo liberamente donato per la mia guarigione e per la mia salvezza. Così come guardando il Crocifisso, possa capire fin dove riesce ad arrivare l’amore sconfinato che hai per me. Amen!”


Buon cammino!

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