II
DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)
«Mentre scendevano dal monte»
Carissimi amici,
la Liturgia, nella seconda domenica di Quaresima,
propone il brano evangelico della Trasfigurazione. È un testo molto
bello, ricco e profondo.
Partiamo innanzitutto descrivendo ciò che accade.
Gesù, insieme a tre discepoli, sale la montagna. Sulla montagna
avviene qualcosa di grande. Dio Padre rivela l’identità di Gesù e invita
ad ascoltare la sua Parola. Successivamente una condivisione di
questo evento e poi una discesa. Da questa brevissima sintesi emergono
tre cose importanti per il nostro cammino quaresimale. C’è una salita,
che indica il cammino che stiamo facendo; c’è un annuncio
“kerigmatico” che indica l’ascolto della Parola al quale segue una
condivisione del messaggio ricevuto; poi c’è una discesa che indica che il
messaggio ricevuto, non è stato compreso, c’è bisogno di tornare
indietro e rincominciare il cammino.
In merito al tema dell’amicizia, che stiamo analizzando in questa Quaresima, ci sono diversi spunti di riflessione,
ma io mi vorrei
soffermare su un solo aspetto. Per Gesù
l’esperienza della trasfigurazione, è stata un flop, perché i tre
discepoli non hanno capito il senso di ciò che era accaduto. Gesù ha
sperimentato quella che noi chiamiamo “delusione”. Tra i dodici aveva
scelto i tre più fidati per condividere la cosa più bella, ma non è
andato come previsto. Solitamente, in queste situazioni, noi
reagiamo malissimo, il nostro cuore si sente tradito, lacerato, perché
ci siamo illusi di avere degli amici, ma in realtà loro non hanno
capito niente di noi. Gesù, invece, non si lascia condizionare più di
tanto, perché ha capito che forse la loro amicizia è ancora acerba,
ha bisogno di essere coltivata per bene. Questo passaggio per
noi è importante, perché nelle relazioni umane, non basta solo
parlare e uscire insieme, c’è bisogno di entrare piano piano nel cuore
dell’altro, far percepire il calore del cuore. Soltanto così si è capaci di
perdonare anche le incomprensioni, perché sai che anche l’altro ha un
cuore e una sensibilità, certamente diversa dalla tua, che
merita di essere rispettata, non passivamente, ma con la vicinanza
e il sostegno.
Gesù non ha abbandonato i tre discepoli, ma li ha
accompagnati. Non ha tagliato i ponti, ma li ha rinforzati. L’amicizia
è vera, se si è capaci di prendere per mano chi, inconsapevolmente
ha illuso la tua fiducia. (Cosa diversa per chi lo fa di proposito!
Il male va tenuto alla larga, sempre!) Questa è lo cosa più
difficile da fare, perché da una parte hai il cuore ferito, dall’altra capisci
che l’altro ha i suoi tempi per maturare. Come mettere insieme
queste due realtà?
Mettendo tutto nelle mani di Dio, perché Lui che è
Amore puro, sa come guidarci nel cammino della vera amicizia.
Buon cammino!
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