sabato 6 marzo 2021

III DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)

 III DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere»
 
Carissimi amici,
continuiamo il nostro cammino verso la Pasqua sul tema dell’amicizia. Il Vangelo di questa domenica, ci mostra un Gesù molto arrabbiato e un po’ violento, tanto da prendere a frustate i venditori nel tempio e i cambiamonete. Il gesto di Gesù, non lo possiamo prendere con superficialità, perché se andiamo a ben vedere, le persone che lui scaccia, fondamentalmente stanno facendo il loro lavoro e in piena regola con le leggi del Signore. I cambiamonete servivano, perché tanti ebrei che da altre nazioni salivano al tempio, dovevano cambiare la moneta per poter fare l’offerta, così come i venditori di colombe o tortore che servivano per la purificazione e i sacrifici (Cf Lc 2,22-24). Allora perché Gesù ha questo scatto d’ira?
 
Nella seconda lettura, San Paolo dice: «Mentre i giudei chiedono segni e i greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso». I cristiani non hanno bisogno più di segni, di fare tanti ritualismi, hanno Cristo crocifisso e risorto, è già questo basta.
Ancora più terribile è l’atteggiamento di Gesù nei confronti di coloro che lo seguivano. Dice l’Evangelista Giovanni: «Molti, vedendo i segni che egli compiva, cedettero nel suo nome. Ma Gesù non si fidava di loro […] Egli infatti conosceva quello che c’è nell'uomo».
 
Un’altra colonna portante dell’amicizia, è la fiducia. Senza fiducia, il clima non è tranquillo, non è sereno e questo lo vediamo nella reazione odierna di Gesù. Perché non c’è questa serenità? Perché Gesù sa cosa c’è nel nostro cuore e vede che noi non siamo coerenti. Questo accade quando sappiamo che c’è qualcosa che non va e quando chiediamo, ci viene risposto: “niente!” Questo genera tristezza, sfiducia e anche allontanamento. Il non fidarsi è la cosa più brutta che ci può essere in una relazione di amicizia.
 
Ed in ultimo. In una sana relazione di amicizia, perdere la pazienza è anche segno di benevolenza, perché una persona che ti ama e ti vuole bene, è chiamata anche a mettere in discussione ciò che si sta vivendo, purché sia costruttivo e non negativo, come spesso accade nelle violenze domestiche. Dopotutto, anche un detto popolare recita: “l’Amore non è bello se non è litigarello”. E su questo anche il Papa più volte ci ha invitato a vivere questa dinamicità, purché la sera ci si chieda scusa e ci si scambi un gesto di affetto.
 
Chiediamo oggi la grazia al Signore, di vivere con fiducia e responsabilità le nostre relazioni di amicizia, in modo da sperimentare la bellezza dell’amore di Dio.
 
Buon cammino!
 

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