venerdì 31 dicembre 2021

SOLENNITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA MADRE DI DIO

SOLENNITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA MADRE DI DIO
“Dio mandò il suo Figlio, nato da donna”

Carissimi amici,
innanzitutto buon anno! Oggi la Chiesa ci fa riflettere sulla maternità di Maria, la seconda delle tre solennità dedicate proprio a Lei (15 agosto – Assunzione, 8 dicembre – Immacolata).
L’origine di questa festa e’ molto antica. La Chiesa di Roma, già nei primi secoli, il 1 gennaio celebrava la festa di Santa Maria, ma e’ con il Concilio di Efeso del 431 che viene riconosciuto ufficialmente il titolo “Maria madre di Dio”, perché viene riconosciuto che Gesù e’ Dio, quindi automaticamente, Maria ha portato dentro di se Dio.

Ecco, allora, che Maria e’ primizia della nuova umanità. In Lei, la nuova Eva, si compie tutto il destino dell’umanità. In Maria concepita senza peccato, c’è l’umanità redenta dal Battesimo; in Maria assunta in cielo, c’è l’umanità risorta che adora il Volto di Dio; in Maria madre di Dio, c’è l’umanità che accoglie dentro di se Dio, nell’Eucaristia o nell’effusione dello Spirito Santo al momento della Cresima.

Maria e’ davvero un grande dono che Dio ci ha fatto, e celebrarla oggi, primo giorno del nuovo anno, ci deve spronare a essere portatori di Cristo, così come ha fatto Lei nei nove mesi di gestazione e negli anni della giovinezza di Gesù. Prima lo ha accolto dentro di se, poi lo ha seguito in tutte le sue scelte, compreso la Croce.

L’augurio che faccio a tutti voi e a coloro che portate nel cuore e’ quello di essere come Maria, cioè adoratori di Cristo nell’Eucaristia e missionari dell’amore/carità.
Santa Madre Teresa di Calcutta ne fa una sintesi perfetta: il Cristo adorato e’ il Cristo aiutato! Non si può solo adorare e non aiutare e viceversa!

Il Signore, per intercessione della Beata Vergine Maria, guidi la nostra vita per vivere un 2022 nello stile del Vangelo, dell’adorazione e della carità. Amen!

Buon cammino e buon anno! 

venerdì 24 dicembre 2021

I DOMENICA DI NATALE – Santa famiglia di Nazareth

I DOMENICA DI NATALE – Santa famiglia di Nazareth

 

Carissimi amici,

oggi la Chiesa ci invita a riflettere sulla famiglia. È un tema molto attuale che sta a cuore a tutti.

 

In questi ultimi tempi si sta parlando tanto sulla questione genitori, mamma, papà, maschile e femminile. Come dicevo la notte di Natale, includere non è escludere, togliere, distruggere, perché ogni parola, ogni termine ha il suo significato.

 

Nella Santa famiglia di Nazareth abbiamo un genitore, una mamma, un papà e un figlio. Questa cosa può stupire, ma è così! L',unico genitore è Maria, perché Maria (con la discesa dello Spirito Santo) ha generato Gesù. Giuseppe non ha generato Gesù, lo ha adottato, ha vissuto la sua paternità.

 

Mi chiedo e vi chiedo: “Se bisogna togliere madre e padre per non discriminare, come definiamo san Giuseppe?” e nella situazione di Giuseppe ci sono tantissime persone.

 

Vediamo, allora, come la Santa famiglia di Nazareth, non è il prototipo della famiglia della “mulino bianco “, dove tutto è perfetto, ma è un esempio attuale, che ci aiuta a riflettere su queste tematiche, alle quali bisogna sempre guardare con molta attenzione.

 

Nonostante san Giuseppe non ha generato Gesù, egli lo ama immensamente, come se lo avesse generato, tant’è che il Vangelo inizia con: “i genitori di Gesù”. Al plurale, proprio per indicare il grande amore che quest’uomo ha per questo figlio, oltre che indicare la sua origine davidica.

 

Non lasciamoci condizionare da questi la slogan progressisti. Non lasciamoci rubare la bellezza di essere madri e padri.

NATALE DEL SIGNORE - Messa del giorno

NATALE DEL SIGNORE - Messa del giorno


Carissimi amici,

questa notte ci siamo concentrati sull’annuncio kerigmatico del Natale. Un annuncio di gioia, di speranza. Oggi viviamo la bellezza del grande poema che l’Evangelista Giovanni ci ha lasciato nel suo Vangelo. Un testo meraviglioso, da brividi, che ci fa comprendere come il Natale, oggi collocato nel tempo, ha la sua origine nel momento della creazione. “En arché” in principio! Così inizia la Genesi, così inizia il Vangelo di Giovanni. È dal principio che Dio ci ama, è dal principio che Dio è nostro compagno di cammino.

 

La bellezza di questo meraviglioso inno giovanneo, ci fa gustare la dolcezza di Dio, un Dio che crea la storia e che prende parte in questa storia. Non come dominatore, ma come innamorato. Innamorato delle sue creature, come amava dire san Francesco, padre del presepe, nel cantico del laudato sii.

 

Poi, meravigliosa è l’immagine della luce. In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini… veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Senza luce non c’è vita! E tante volte lo diciamo: “ti vedo spento!”. E la luce che intende Giovanni, non è quella fisica, ma quella del cuore, quella degli occhi. Perché è dallo sguardo che capiamo se una persona sta bene oppure no. E Dio è quella luce capace di illuminare le nostre tenebre. Dio è colui che nel silenzio e nella dolcezza, rinnova la nostra vita, la nostra esistenza.

 

Un’ultima riflessione è sull'Et incarnatus est. L’incarnazione non è il semplice concepimento. L’incarnazione è penetrare nella vita dell’altro. Diventare tutt’uno, come ci racconta il libro della Genesi: “e i due diventeranno una sola carne”. È l'atto più bello dell’amore che, purtroppo, noi abbiamo trasformato in atto di puro piacere fisico. Fare l'amore, vivere l’amore, non è solo unire gli organi riproduttivi. Fare e vivere l’amore, significa vivere e essere per l’altro. Io posso amare alla follia, pur senza l'atto riproduttivo. E Gesù lo ha dimostrato nell’esperienza della Croce. Perché il fine del Natale è l’amore. Quello vero, autentico. Quello che Gesù ci ha lasciato come ultimo insegnamento: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.

 

Questa è la logica del Natale. Che il Signore possa illuminare la nostra vita e ci aiuti a vivere il dono dell’incarnazione, per poter essere donne e uomini capaci di amare alla follia e riempire il mondo di luce e di vita.

 

Buon Natale a tutti!

NATALE DEL SIGNORE - Messa della notte

NATALE DEL SIGNORE - Messa della notte


Carissimi amici,

la notte di Natale è qualcosa di veramente meraviglioso, perché è la notte dello stupore, della gioia, del passaggio dalla tristezza alla felicità, dal tumulto interiore alla pace. E il motivo è nel sorriso di un bambino. Chi di noi, davanti al grande miracolo della vita non sorride. Anche una gravidanza non desiderata, in quel momento diventa la cosa più bella. Chi di noi davanti ad un bambino, mezzo addormentato, si mostra triste e arrabbiato. In compagnia di quel bambino, tutte le cose negative scompaiono e una lacrima di speranza e di gioia solca il nostro viso. È questa è la reazione dei pastori, che avvertiti dal coro degli angeli, si recano al cospetto di Maria e Giuseppe, per ammirare la grande meraviglia di Dio.

 

Questa, insieme alla Veglia di Pasqua, è la notte della vita, dove Dio mostra tutto il suo Amore, la sua Misericordia. Il Natale, parola messa in discussione perché si è ignoranti nel suo significato, è il momento della nuova nascita, è la notte dell'amore in cui l’amante va incontro al suo amato. È il momento nel quale Dio si “sporca” della nostra umanità per rivestirci di gloria nella Pasqua. Non lasciamoci assecondare da slogan falsamente inclusivi. L’inclusione non è escludere, togliere di mezzo. Inclusione è cercare e vivere l’elemento comune nelle varie diversità. E l’elemento comune del Natale, è la bellezza dell’Amore. Un amore donato e condiviso.

 

Oggi il Natale ci chiede di aprire i nostri occhi, guardare con speranza la novità della nuova vita che siamo chiamati a vivere. Nulla è più come prima, ormai lo sappiamo. Così come con Gesù. Con la sua venuta è iniziata una nuova era e sono circa 2026 anni di questa novità che ha stravolto l’intero universo.

 

Oggi dobbiamo essere come i pastori. Siamo entrati a testa bassa e tristi, dobbiamo uscire con gli occhi lucidi e un volto sorridente. Solo così riusciremo a dare una svolta seria a questo periodo drammatico della pandemia e con tutte le sue conseguenze.

 

Coraggio, Dio è dalla nostra parte! Dio si è incarnato per stare accanto a noi. Esultiamo di gioia perché un bimbo è nato per noi, un figlio ci è stato dato!

 

Buon Natale a tutti!

 

sabato 18 dicembre 2021

IV DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)

IV DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)
"Ecco, io vengo per fare la tua volontà"

Carissimi amici,
la lettera agli Ebrei ci ricorda la virtù dell'obbedienza. Senza questa virtù, non saremo mai capaci di guidare la nostra vita e accompagnare gli altri.

Maria, ha la nostra totale e piena fiducia, perché ha obbedito alla Parola di Dio, così come Giuseppe e tantissimi santi. È l'obbedienza che ci rende credebili e autentici.

Se davvero vogliamo emergere, se davvero vogliamo diventare grandi, dobbiamo obbedire. Così come ha proclamato Elisabetta: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto!"

Questa è la grandezza di Maria, questa deve essere la grandezza nostra: obbedienza!

Buon cammino!

sabato 11 dicembre 2021

III DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)

III DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)
"Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti".

Carissimi amici,
oggi l'Evangelista Luca pone per tre volte la stessa domanda: "Che cosa dobbiamo fare?". Due sono le risposte che il Signore ci da.

La prima è una risposta pratica, manuale, e ci viene per bocca del Battista. Vivere le opere di misericordia, essere di aiuto agli altri.

La seconda risposta viene da san Paolo, nella seconda lettura di oggi. È un'esortazione meravigliosa, che non ha bisogno di essere commentata perché è chiara, profonda. Solo un particolare, quando dice: "Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presente a Dio le vostre richieste". La bellezza della nostra fede è proprio questo passaggio, mettere nelle mani di Dio ogni nostra preoccupazione, stringerci a Lui come un figlio fa con il proprio padre o la propria madre quando è in difficoltà, quando ha paura, quando sta male.

Oggi la Chiesa ci esorta ad essere lieti. Lieti nel vivere la carità fraterna con sentimenti di puro amore e condivisione. Affidiamo al Signore la nostra vita, in modo da vivere la "pace di Dio, che supera ogni intelligenza" e che custodirà ciascuno di noi in Cristo Gesù.

Buon cammino!

domenica 5 dicembre 2021

SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
«Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

Carissimi amici,
oggi la liturgia ci ricorda il giorno in cui Anna e Gioacchino hanno concepito la Vergine Maria ed è la prova che la Chiesa ha sempre creduto che la vita inizia al momento del concepimento e non dopo il terzo mese di gravidanza. E questa solennità mariana è legata a quella del 25 marzo, nella quale ricordiamo il momento in cui Dio entra nella realtà umana, attraverso l'incarnazione.

Il messaggio del Vangelo di oggi ci dice che Dio ci chiama a fare la sua volontà sin dal grembo materno. Ci ama da sempre, come ci ricorda san Paolo nella seconda lettura. Questo è un grande messaggio di speranza, perché Dio non ci ama per ciò che facciamo, ma ci ama per ciò che siamo: suoi figli!

Ma nel concreto della nostra vita, Maria è modello di obbedienza. Vera obbedienza. Quella attiva, ragionata. Nella prima lettura Eva ha obbedito passivamente alle parole del serpente e ha sbagliato. Maria si è fidata di Dio, perché ha chiesto ed ha capito che la potenza dell'Altissimo l'avrebbe coperta con la sua ombra. E anche qui stiamo parlando di una protezione attiva e non passiva. Dio non si sostituisce a Maria. Dio sostiene, accompagna Maria. Perché nell'obbedienza a Dio, non viene meno la nostra libertà. Questa è la vera obbedienza. Vivere l'obbedienza di Maria e non quella di Eva.

Amare non è schiavitù, ma libertà. Perché io scelgo di amare, scelgo di fidarmi di Dio. E Dio non delude. Anche nei momenti di sofferenza, anche quelli più difficili, Dio non si tira indietro. Dio rimane con noi! Come tante volte ho detto, Dio non toglie magicamente il male, ma lotta con noi nel male. E Maria per questo si è fidata di Dio con le famosissime parole: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

Chiediamo al Signore di essere come Maria, capaci di fidarci di Dio, di far entrare Dio nella nostra vita.

Buon cammino!

sabato 4 dicembre 2021

II DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)

II DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)
"la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto."

Carissimi amici,
domenica scorsa Gesù ci ha detto di risollevare il capo, perché la nostra liberazione è vicina. E l'evangelista Luca, ci dice che la nostra liberazione non parte dai grandi luoghi del potere. Non parte da Roma, da Gerusalemme e dalle grandi metropoli della Mesopotamia, ma parte dal deserto. Non da parte di politici e autorità, ma da un profeta solitario: Giovanni il Battista. È lui che dal deserto, grida il testo profetico di Isaia: "preparate la via al Signore, raddrizzate i suoi sentieri. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio."

Ma cosa significa tutto ciò? Che non spetta al governo liberarci dai guai che ogni giorno ci affliggono. Tocca a noi! Ognuno di noi è chiamato a vivere il messaggio di Isaia, urlato dal Battista. Siamo noi che insieme possiamo realizzare l'impossibile. Come? Parlando ai nostri figli, ascoltare (non assecondare!) i loro bisogni, trasmettergli i valori della dignità, del rispetto e della responsabilità.

Non è il ministro della pubblica istruzione o delle politiche giovanili che risolve i problemi dei nostri giovani. È la famiglia, aiutata dal vicino di casa, dagli insegnanti, dal parroco.

I nostri giovani stanno vivendo nell'incertezza più assoluta, nell'incapacità di prendere una decisione per il loro futuro. È un grido di allarme che non possiamo sottovalutare. Loro sono il futuro, dobbiamo aiutarli a crescere e credere nei grandi ideali della vita. È questo il grido del Battista: preparare i nostri figli all'incontro con la vita, con la bellezza, con l'Amore. Con Cristo!

E questo vale anche per gli adulti. Cambiare la nostra mentalità. Passare dalla mentalità assistenzialista, alla mentalità realista, dove il futuro lo progetto e lo realizzo con le mie mani, con la mia vita, nella mia terra, insieme ai miei figli. Non sul divano in attesa del sussidio statale.

Che il Signore possa illuminare il nostro cuore, per poter trasmettere questo messaggio di speranza ai nostri figli e insieme creare un futuro migliore.

Buon cammino!