venerdì 28 maggio 2021

SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ (ANNO B)

 SOLENNITÀ DELLA SANTISSIMA TRINITÀ (ANNO B)
“Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”
 
Carissimi amici,
la scorsa settimana ho anticipato questa festa con la definizione trinitaria di sant’Agostino sull’amore. Definire la Santissima Trinità, non è stato mai semplice. Lo stesso Gesù ha avuto difficoltà a spiegare questo grande mistero d’Amore ai suoi discepoli. L’Evangelista Giovanni ha provato a tratteggiare un profilo teologico della Santissima Trinità già nel suo prologo. I padri della Chiesa hanno discusso questo argomento nei primi grandi concili della Chiesa, (Nicea, Costantinopoli, Efeso, Calcedonia, ecc.). La Trinità non si può spiegare, la trinità va vissuta. È nell’esperienza quotidiana di tutti noi, che sperimentiamo la concretezza della Trinità.
 
Dio, nella sua unicità, si mostra nel triplice volto. Dio è Amore, ci dice l’Apostolo Giovanni. E proprio perché è Amore, ama ed è amato. E noi, che siamo fatti a sua immagine e somiglianza, viviamo nella nostra vita la stessa dimensione trinitaria. Come? Proprio nella dinamica dell’amore. Io (che sono frutto dell’amore) sono amato e proprio perché sono amato, dono amore. Dopotutto è questo il comandamento dell’Amore che Gesù ci ha insegnato: Amatevi gli uni gli altri, o per dirla con una formula matematica, essere l’uno per l’altro.
 
Questo è il messaggio di questa domenica: vivere l’amore nella sua triplice dimensione. Solo così capiremo chi è realmente Dio, senza l’aiuto di definizioni filosofiche e teologiche.
 
Chiediamo la grazia al Signore di essere capaci di amare ed essere amati, per poter vivere la bellezza di Dio nella nostra vita.
 

Buon cammino!

sabato 22 maggio 2021

DOMENICA DI PENTECOSTE (Anno B)

 DOMENICA DI PENTECOSTE (Anno B)

«Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo Amore».


 Carissimi amici,
oggi la Chiesa fa memoria della Pentecoste, ovvero della venuta dello Spirito Santo.
S.Agostino dice che lo Spirito Santo è quella forza le unisce l’amante (il Padre) e l’amato (il Figlio) generando l’Amore.
 
Abbiamo notizie dello Spirito Santo in tutta la Bibbia, dallo «Spirito di Dio che aleggiava sulle acque» (cfr Gn1) all’Apocalisse «lo Spirito e la sposa dicono: “vieni!”» (Ap22,17). Ma è difficile tracciare un profilo dello Spirito Santo. È interessante che in tutta la Bibbia, lo Spirito Santo, viene descritto in diversi modi: come puro spirito, come una colomba, come lingua di fuoco, come vento, ecc. Ma in realtà cos’è? Personalmente credo che lo Spirito Santo si manifesta e si realizza non nelle definizioni, ma nell'esperienza quotidiana di ciascuno di noi, perché sin dal nostro battesimo siamo diventati Tempio dello Spirito Santo, cioè il luogo dove lo Spirito di Dio dimora.
 
Ma se prendiamo la definizione di S.Agostino, possiamo certamente affermare che ovunque c’è Amore, c’è lo Spirito Santo, ecco perché Gesù ci ha dato un unico comandamento: l’Amore, l’Agape, la Caritas. Dove c’è la vera carità, il vero amore, lì c’è Dio, lì c’è lo Spirito Santo. Amare è la cosa più bella che possiamo sperimentare e vivere.
 
Ieri, preparando l’omelia, mi sono imbattuto in un breve video dove Roberto Benigni, probabilmente ateo o agnostico, nel suo programma dei dieci comandamenti, ha parlato dello Spirito Santo e anche lui lo ha descritto come l’Amore, il vero amore. Quella forza inafferrabile che trasforma le vite delle persone e le proietta verso il bene assoluto. Vedete come lo Spirito Santo entra nel cuore anche di chi non crede, così come abbiamo pregato nella sequenza di Pentecoste, prima del Vangelo. Un testo bello e coinvolgente.
 
Allora chiediamo la grazia al Signore di essere veramente donne e uomini capaci di Amare, perché l’Amore vince l’odio e la vendetta e disarmata dal perdono.
Vieni Santo Spirito. Amen, alleluia!
 

Buon cammino!

venerdì 14 maggio 2021

VII DOMENICA DI PASQUA - Solennità dell’Ascensione del Signore (Anno B)

 VII DOMENICA DI PASQUA - Solennità dell’Ascensione del Signore (Anno B)

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato».


Carissimi amici,

oggi la Chiesa è in grande festa, perché il Cielo ha spalancato le sue porte per accogliere il Risorto. Umanamente parlando, questo avvenimento ha rattristato gli Apostoli, perché Gesù non sarebbe più stato fisicamente in mezzo a loro e questo distacco, dispiace. Ma Gesù ha lasciato un mandato speciale: continuare l’opera di evangelizzazione nel suo nome! E questo succede anche a noi, quando sentiamo dire: “Faccio questa cosa perché lo ha voluto papà!”. La continuazione dei sogni di chi ci ha amato e ci ha voluto bene. Ecco perché anche la dimensione della morte è trasfigurata. La persona amata che non sarà più fisicamente con noi, sarà in noi, in ciò che ci ha insegnato, in ciò che ci ha tramandato, nei suoi sogni che noi proveremo a realizzare. Questo è il grande messaggio della solennità odierna. Anche se fisicamente assente, Cristo, il Risorto è sempre con noi, è in noi e non ci lascerà mai!


Ben vengano le lacrime nel momento del distacco, perché in quelle lacrime c’è tutto l’amore che abbiamo ricevuto e c’è tutta la forza che ci permette di gridare al mondo la bellezza della risurrezione, della vita, della realizzazione dei sogni.


Concludo con una famosa frase di Sant’Agostino: «Nessuno muore sulla terra, finché vive nel cuore di chi resta».


Chiediamo la grazia al Signore di essere forti annunciatori del suo Vangelo, in modo da testimoniare che la morte è sconfitta dalla vita e non ha più alcun potere su di noi. Cristo è risorto, Cristo vive, Cristo regna! Amen, alleluia!


Buon cammino!

sabato 8 maggio 2021

VI DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

 VI DOMENICA DI PASQUA (Anno B)
«chiunque ama è stato generato da Dio»

Carissimi amici,

la liturgia di questa domenica ci fa riflettere sul significato vero dell'Amore. L'amore è un sentimento del cuore, che non si riesce a descrivere a motivo della sua infinita grandezza, ma l'evangelista Giovanni, ci dice che chiunque ama è stato generato da Dio. Quindi per descrivere l'amore, dobbiamo parlare della vita. E in effetti, la vita non è altro che il frutto dell'amore e Gesù lo dice chiaramente: "Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici". In questa frase di Gesù, non è contemplato solo il martirio, il morire per amore, ma generare una nuova vita per amore, mettere se stessi a servizio degli altri, non come schiavi, ma come amici.


Amare è vivere e non si può vivere senza amare. Perché chi non ama, non viene da Dio, ci ricorda l'evangelista. E se non veniamo da Dio, in noi c'è solo morte. E questo lo vediamo nella concretezza della nostra vita. Se in noi non ci sono sentimenti di amore, ma di invidia, rabbia, tristezza, odio, ecc. la nostra vita è cupa, depressa, smarrita. E questi non sono i sentimenti di Dio. E questo Dio lo sa. Ecco perché ci ama e ci dice che è lui che ha scelto noi, per trasformare la nostra vita, per farci tornare il sorriso, la gioia, la speranza e farci vivere la bellezza dell'amore.

Chiediamo la grazia al Signore, di farci gustare la bellezza di quest'amore, di essere donne e uomini capaci di donare e generare vita.

Buon cammino!


sabato 1 maggio 2021

V DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

V DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

«Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità»

 

Carissimi amici,

oggi la Liturgia ci esorta a vivere l’Amore, con un nostro totale coinvolgimento e non a chiacchiere. Come? Vivendo ciò che Gesù ci dice nel Vangelo, con questa similitudine della vite e dei tralci.

 

Le parole sulle quali mi soffermo sono: tagliare e potare.

In greco questi due termini provengono dal verbo αιρω che significa portare via. Nel primo caso è utilizzato al presente, nel secondo caso il verbo ha una forma composta καθαιρει (καθ + αιρει) che letteralmente significa come + portare via. Chi lavora la campagna sa la differenza tra portare via (sradicare) e come portare via (potare). Quel “come” indica un criterio da osservare per fare qualcosa. Gesù è chiaro! Se il tralcio, il ramo non è buono, si deve eliminare, ma se è buono, bisogna curarlo con particolare attenzione.

 

E questo vale anche nelle nostre relazioni. Non bisogna sempre acconsentire o dissentire a tutto e a tutti. Bisogna sempre capire se chi ci sta di fronte è un ramo da tagliare o da potare. Stessa cosa nella nostra vita. Capire ciò che va tolto e ciò che va potato, solo così saremo capaci di portare tanto frutto per noi stessi e per gli altri.

 

Per una nostra crescita umana e spirituale, per un po’ di tempo è opportuno potare anche quelle relazioni negative, di polemica, di sterile chiacchiericcio che ci circondano. Gesù ci sta chiedendo di sfoltire la nostra vita e di tornare all’essenzialità, ovvero l’Amore. E tutto questo si fa con i fatti, con la concretezza, così come ci ha suggerito l’Evangelista Giovanni.

 

E allora chiediamo al Signore il coraggio e la forza di essere buoni agricoltori della nostra vita e delle nostre relazioni, in modo da vivere in pienezza il comandamento dell’Amore.

 

Buon cammino!