domenica 24 febbraio 2019

VII DOMENICA T.O. (Anno C)

VII DOMENICA T.O. (Anno C)
«Ciò che volete gli uomini facciano a voi, voi fatelo a loro»

Carissimi amici,
Oggi Gesù ci dice come vivere la Misericordia. Molto spesso noi condiamo il cristianesimo come un atteggiamento di vittimismo, di buonismo. Quasi ad immedesimarci come i manichini del tiro a segno. Vi do una buona notizia, essere cristiani non è da sfigati, ma è qualcosa di bello, di avventuroso, di riscoperta di se stessi. E l’esempio c’è lo ha dato Papa Francesco, quando commentò il versetto 29 del capitolo 6 di Luca. Il vero cristiano non è colui che nell’aggressione si lascia aggredire. Il vero cristiano è colui che non aggredisce, che non si approfitta del fratello in difficoltà. La vita umana è un bene che va sempre tutelato e difeso in ogni modo.

Ecco allora che la grande sfida non è amare i nemici, ma non avere i nemici. Nasce spontanea la domanda: Come fare? La risposta è semplice. Non creare occasione di avere nemici. Se io voglio vivere in pace ed essere rispettato, automaticamente devo lasciare in pace e rispettare gli altri. È chiaro che se io pesto i piedi a qualcuno, ci sarà una reazione. Facciamo un esempio per capirci. Io so che se tocco il fuoco mi brucio. Se poi lo tocco, non posso dire che il fuoco non doveva bruciarmi. E Gesù, su questo concetto, ci va giù pesante. Gli ultimi due versetti parlano chiaro, non serve commentarli!

Se riprendiamo il famoso versetto del «porgere l’altra guancia», Gesù una volta è stato schiaffeggiato. Non è rimasto in silenzio a fare la vittima, bensì ha detto: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Sono in contrasto? Assolutamente no. L’atteggiamento di Gesù non è quello della legge del taglione, ma è l’atteggiamento del dialogo, del perdono, della Misericordia. Gesù non odia il suo aggressore, ma lo vuole far ragionare sul suo gesto, vuole far capire che la verità non si ottiene con la violenza, ma attraverso la condivisione fraterna. Dopo la reazione di Gesù, quel soldato non ha più toccato Gesù. Quella breve frase di Gesù, è stata incisiva!

Vivere in pace, non è difficile! È una questione di stile di vita, di buona educazione (Quella che purtroppo abbiamo perso). Essere buonisti e mollaccioni, non fa altro che alimentare nei prepotenti l’arroganza. Ricordiamoci bene, che il male va sempre combattuto e mai subito. Davanti alle violenze domestiche, dire di subire in silenzio perché si andrà in Paradiso, è un peccato gravissimo che va contro la vita che è dono gratuito di Dio.

Io porto nel cuore la straordinaria figura di don Pino Puglisi. Non è rimasto in silenzio a subire l’arroganza mafiosa. Ha urlato in tutti i quartieri di Palermo (e non solo!) che la mafia, la violenza è un male assoluto! Così si è veri testimoni di Cristo!

Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere cristiani veri e autentici.

“Signore, grazie per avermi fatto capire che non è subendo passivamente si ottiene il Paradiso, ma lottando a testa alta contro l’arroganza e la malvagità. Non con la violenza, ma con la saggezza, l’intelligenza, il dialogo e la Misericordia. Amen!”


Buon cammino!

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