sabato 16 febbraio 2019

VI DOMENICA T.O. (Anno C)

VI DOMENICA T.O. (Anno C)
«Allo stesso modo infatti agivano i loro padri».

Carissimi amici,
Nel Vangelo di questa domenica, Gesù ci presenta due realtà della nostra vita, della nostra società. La realtà dei «buoni» e la realtà dei «cattivi». Ed è interessante come queste due realtà sono sempre esistite. Non a caso Gesù ripete per due volte la stessa frase, proprio per sottolineare che anche nel passato si è agito così.

Partiamo dalle motivazioni di questo discorso di Gesù. Nelle domeniche precedenti abbiamo visto come Gesù inizia la sua missione e come coinvolge alcune persone in questa avventura. Oggi la predicazione di Gesù è molto interessante, perché descrive l’identità del cristiano. Il cristiano è colui che riconosce la propria povertà e la mette nelle mani di Dio. Il cristiano è colui che è affamato dalla Parola di Dio. Il cristiano è colui che nel dolore si stringe forte a questo Padre buono. Il cristiano è colui che non teme di annunciare la verità del Vangelo davanti a niente. Se questi sono i tratti del cristiano, chiaramente chi non sente il bisogno di Dio, non può gloriarsi di essere cristiano e quindi è fuori dal Paradiso! Non è cristiano chi non riconosce la propria povertà umana. Non è cristiano chi è sazio dei suoi averi. Non è cristiano chi rimane indifferente davanti alle lacrime degli altri.

Ma non bisogna disperare, perché la novità di Gesù, nei confronti di queste due realtà, è la Misericordia. Con i quattro «guai», Gesù non vuole minacciare, ma mettere in guardia e offrire un’opportunità di riscatto. Saremo davvero beati, se apriamo il nostro cuore a Dio e agli altri. Ciò che non ci rende beati, è l’egoismo, cioè pensare a se stessi senza l’aiuto di nessuno, anzi servendosi degli altri. Ma non è così che si raggiunge la felicità, non è nell’egoismo che si raggiungono le grandi vette, ma nella condivisione, nella relazione vera con l’altro. Come non citare la famosissima frase di Luciano De Crescenzo e ripresa tantissime volte da don Tonino Bello: «Siamo angeli con un ala sola, solo restando abbracciati possiamo volare».

Credo che questa frase, sintetizzi bene questa pagina del Vangelo, perché le beatitudini non sono altro che un modo per vivere l’amore reciproco. Con tutta la nostra umanità e fragilità, buttiamoci tra le braccia di Dio e lasciamoci «bene-dire» da Lui.

“Signore, tante volte mi chiudo in me stesso pensando di risolvere da solo i miei problemi, ma mi rendo conto che con le sole mie forze non concludo niente e mi sento triste. Ma proprio nella tristezza e nella delusione, trovo Te che con il tuo sorriso mi vieni accanto, mi rialzi e mi doni nuova grinta per affrontare le sfide di ogni giorno. Grazie per essermi sempre accanto!”


Buon cammino! 

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