IV DOMENICA T.O. (Anno C)
«Ma egli, passando in mezzo a loro,
si mise in cammino»
Carissimi amici,
domenica scorsa abbiamo visto che l’evangelizzazione
inizia con la Parola di Dio e l’Eucaristia. Oggi aggiungiamo un elemento in
più: la libertà.
Gesù è un uomo libero, non si sente
legato ad una realtà particolare. Per lui i nazareni e i giudei, sono la stessa
cosa, non c’è un rapporto privilegiato. All’opposto, i nazareni, sono legati a
Gesù, è un motivo di vanto e orgoglio per loro, ma Gesù smonta i loro sogni e
questo provoca una reazione un po’ brusca, violenta. Ma la conclusione del
Vangelo spiazza tutti, come a dire: «Beh, voi continuate a litigare. Io vado
altrove!».
È un’immagine forte che ci fa
capire cosa significa essere veramente liberi. Liberi da legami, da
compromessi. Potrebbe sembrare un Gesù carico di orgoglio, snobbatore, ecc. ma
in realtà è un Gesù che vive la sua missione, consapevole che Lui è chiamato
solo ad annunciare il Regno di Dio, con tutte le conseguenze annesse. Nel Vangelo
di Giovanni, nei capitoli 6-7 dedicati all’Eucaristia, Gesù pronuncia una frase
molto dura: «Forse anche voi volete andarvene?» (Gv 6,67). Gesù non scende a
compromesso. Il Vangelo è Vangelo, anche se non piace!
Molte volte noi preferiamo il
compromesso, giustificato dal «mantenere la pace», ma non è così che si vive.
Oggi, purtroppo, viviamo in una realtà dove tutto è relativo, o per dirla in
termini semplici, la realtà del «secondo me». Nel mondo ci sono cose oggettive,
che non possiamo mettere in discussione con il «secondo me». Adesso fare l’elenco
di queste realtà sarebbe lungo, ma è necessario riflettere su questo argomento!
Ogni giorno leggo sui social un continuo offendersi, ergersi ad avvocati di
cause intellettuali e ideologiche che vanno fuori di ogni realtà concreta,
incapaci di analizzare le diverse realtà con oggettività. Molte volte
dimentichiamo che siamo noi ad aver bisogno della verità e non il contrario. Non
esistono le verità, ma la verità! E va vissuta e annunciata per quello che è,
non per quello che vogliamo.
Quest’ultima frase del Vangelo,
infondo, ci vuole dire di recuperare la verità del Regno di Dio e di
testimoniarla con serenità e coerenza e tutto ciò ci rende liberi.
Questa è un’esperienza molto bella
che sto vivendo, soprattutto nell’unità pastorale, dove non mi sento vincolato,
ma libero di poter annunciare il Vangelo in ciascuna comunità e questo sta
avvenendo anche con altri sacerdoti. Il «mio» e il «tuo» ti vincolano, il
«nostro» ti lascia libero.
Chiediamo al Signore di aiutarci a
vivere il Vangelo con semplicità e libertà.
“Signore,
tante volte ho utilizzato la verità del Vangelo per avallare le mie verità. Grazie
per avermi perdonato e per avermi fatto capire che non ho bisogno delle mie
verità per essere libero, ma solo della Tua, ovvero la Misericordia, l’Amore.
Rendimi sempre più testimone di questa grande verità nella missione
evangelizzatrice. Amen!”
Buon cammino!
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