II DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)
«Rabbì, è bello per noi essere qui;
facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa»
Carissimi amici,
la Liturgia, nella seconda domenica
di Quaresima, propone il brano evangelico della Trasfigurazione. È un testo
molto bello, ricco e profondo.
Partiamo innanzitutto descrivendo
ciò che accade. Gesù, insieme a tre discepoli, sale la montagna. Sulla montagna
avviene qualcosa di grande. Dio Padre rivela l’identità di Gesù e invita ad
ascoltare la sua Parola. Successivamente una condivisione di questo evento e
poi una discesa. Da questa brevissima sintesi emergono tre cose importanti per
il nostro cammino quaresimale. C’è una salita, che indica il cammino che stiamo
facendo; c’è un annuncio “kerigmatico” che indica l’ascolto della Parola al
quale segue una condivisione del messaggio ricevuto; poi c’è una discesa che
indica che il messaggio ricevuto, non è stato compreso, c’è bisogno di tornare
indietro e rincominciare il cammino.
Proprio su questo ultimo passaggio,
mi vorrei soffermare: la discesa!
Pietro e gli altri due discepoli,
assistono a qualcosa davvero di unico. Dio che rivela chi è Gesù e lo fa non
solo con le parole, ma anche attraverso un segno grandioso. Accanto a Gesù
compaiono Mosè ed Elìa, questo a significare che Gesù è la pienezza della Legge
e dei Profeti. Attenzione ad un particolare molto interessante, che ci fa
capire anche il senso della discesa dal monte. Tutte le rappresentazioni della
Trasfigurazione, collocano Gesù al centro e gli altri due personaggi ai lati,
questo proprio per dire che Gesù è il centro di tutto. Ma Pietro, da buon ebreo,
cambia l’ordine. Al centro mette Mosè, la Legge e di fianco Gesù e Elìa. (non a
caso per gli Ebrei, Gesù è paragonato ad un profeta). Pietro non ha compreso
l’insegnamento di Gesù, Pietro non ha capito chi è Gesù, ed ecco che deve
tornare indietro, scendere a valle e rincominciare il cammino. La Quaresima non
è altro che questa continua ricerca del Volto di Dio. Nella prima lettura,
Abramo supera la prova e sul monte fa festa con l’ariete impigliato tra i
cespugli, Pietro, invece, deve provarci di nuovo.
Il fallimento, non è la fine, ma un
occasione per rincominciare. Pietro non è sceso da solo. Con lui c’era Gesù.
Gesù ci accompagna sia quando facciamo cose buone, sia quando dobbiamo
rincominciare dopo un errore, un fallimento. Questo è il senso anche del
Sacramento della Riconciliazione. Si scende insieme con Gesù, per iniziare un
nuovo cammino.
Chiediamo al Signore di aiutarci a
fare un cammino serio e profondo.
“Signore,
tante volte sono arrivato in vetta, ma non ti ho incontrato. La gioia di essere
arrivato, non mi ha fatto comprendere chi davvero Tu sei. Ti ringrazio perché
mi hai preso per mano e insieme siamo scesi giù per fare un nuovo cammino.
Aiutami Signore, stammi sempre vicino. Amen!”
Buon cammino a tutti!
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