domenica 13 agosto 2017

XIX DOMENICA T.O. (Anno A)

XIX DOMENICA T.O. (Anno A)
«Signore salvami»

Carissimi amici,
chissà anche noi quante volte abbiamo fatto questa invocazione come Pietro: «Signore salvami!». L’episodio raccontato dall’Evangelista Matteo è molto bello, anche pieno di dettagli interessanti, che ci permettono di attualizzare questo brano.
Partiamo innanzitutto dalla barca con gli Apostoli. La barca può essere paragonata alla Chiesa e gli Apostoli alla comunità cristiana. Quindi quasi certamente possiamo dire che ognuno di noi si trova in questa barca. Poi c’è il mare, che rappresenta il mondo, in tutte le sue sfaccettature. Il mare calmo indica il bene che c’è nel mondo, il mare agitato indica il male che c’è nel mondo. In questo episodio, il mare non è calmo, ma agitato a causa di una tempesta. La barca non è stabile, rischia di affondare. Ad un certo punto succede qualcosa. Arriva Gesù, che non placa subito la tempesta, ma mette alla prova i passeggeri della barca, in particolare Pietro, che rappresenta tutta la comunità. Pietro inizialmente si fida di Gesù, lo raggiunge camminando sulle acque, ma poco prima di arrivare a Lui, Pietro affonda. Cosa è successo? Il testo ci dice che Pietro si è spaventato, si è scoraggiato e ha perso fiducia nel Signore e in ciò che stava facendo, ma possiamo anche pensare che Pietro, vedendo quel prodigio, si è un po' riempito di orgoglio. Ed è questo che succede anche a noi. Nella nostra vita ci sono situazioni dove, per paura, non facciamo un salto di qualità e rimaniamo rannicchiati in noi stessi e nelle nostre paure, e situazioni dove il nostro orgoglio sale in maniera spropositata. Quante volte ci siamo vantati dicendo: «ah, se non era per me! Ho fatto tutto io, da solo! Chi fa da se fa per tre». Ed ecco che quando queste due situazioni vengono estremizzate, il rischio di affondare è altissimo! A quel punto riconosciamo che da soli non è possibile fare niente e chiediamo aiuto: «Signore salvami!» Così come è successo al profeta Giona. Nel ventre del grosso pesce, dove lui non poteva fare più nulla, si apre agli altri, in particolare con il Signore. La scena bellissima, che molti artisti hanno rappresentato, è Gesù che tende la mano a Pietro per tirarlo fuori dalle onde del mare. Quello che Gesù ha fatto con Pietro, lo fa con ciascuno di noi, ogni giorno, ogni momento.
Come dico sempre, Dio non ritirerà mai la sua mano da noi, è sempre lì con il braccio teso al aspettare che noi corriamo da Lui. Il Signore non vuole altro che la nostra salvezza. Giovanni ci dice che Dio è Amore, e l’amore non vuole il male dell’altro, ma solo e soltanto il bene.

Attenzione ad un particolare interessante. Gesù non ferma la tempesta, si ferma da sola! Gesù salva l’uomo dalla tempesta. Molte volte noi vogliamo che gli eventi cambiano in nostro favore, ma prima dobbiamo essere noi a cambiare, infatti quando Pietro e gli altri cambiano atteggiamento, diventano più fiduciosi, si aprono alla speranza, la tempesta di placa. Qui trova piena realizzazione un detto molto bello: «il mondo cambia se prima cambiamo noi!».

Da soli non ci salviamo, da soli non cambieremo il mondo, da soli non realizzeremo mai niente, abbiamo bisogno sempre di qualcuno, e quel qualcuno è Gesù, che si fa presente in mezzo noi in diversi modi, innanzitutto nell’Eucaristia e nei sacramenti, ma anche nelle persone che Lui stesso ci mette accanto. Diceva sempre don Tonino Bello: «Siamo angeli con un’ala soltanto, per volare dobbiamo stare abbracciati». Ed è così! Dove le persone collaborano, lavorano insieme, dove c’è condivisione e reciprocità, si respira un clima bello, gioioso, di amore e di pace, ed è quello che Gesù vuole da noi: «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi». Non per interesse egoistico, ma per una donazione gratuita comunitaria!

“Signore, salvami dal mio egoismo, dalla presunzione di saper far tutto e voler far tutto. Liberami dalla paura del fallimento e dallo scoraggiamento. Aiutami a comprendere che tutto è dono Tuo, e che solo in te c’è pace, gioia e salvezza. Amen!”

Buon Cammino!

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