sabato 1 luglio 2017

XIII DOMENICA T.O (Anno A)

XIII DOMENICA T.O. (Anno A)
«chi accoglie…»

Carissimi amici,
quest’oggi il Vangelo, per ben sei volte, ci dice: «accoglie», quindi viene naturale parlare di accoglienza.
Ma partiamo dal significato della parola accoglienza. Ricercando sul dizionario, mi hanno colpito due espressioni: Raccogliere presso di sé; ricevere qualcuno con dimostrazione di affetto. La prima mi fa pensare al buon samaritano, che «raccoglie presso di sé» l’uomo ferito. La seconda mi fa pensare al modo con il quale noi accogliamo in casa nostra un parente, un amico.

Un’altra espressione bella e carica di significato, proviene dal rito del Matrimonio, quando gli sposi si dicono l’un l’altro: «Io [N.] accolgo te [N.] come mio sposo/a». in passato l’espressione era diversa, implicava un possesso: «io prendo te». Accoglienza non è possedere l’altro, ma fare spazio all’altro nella mia vita. Accoglierlo, accettarlo, così come è. Come è difficile quest’ultimo passaggio! Ma il Signore ci dimostra che tutto ciò non è impossibile. Basta pensare al rapporto che noi abbiamo con Lui e viceversa. Con il battesimo, Lui ci ha accolti come suoi figli, ci ama e rispetta la nostra libertà. Il Dio nel quale crediamo, non è un Dio che possiede l’uomo, che lo obbliga a fare tutto quello che lui vuole. Gesù stesso ci dice: «non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici». L’amicizia, è un dono bellissimo, che ci permette di vivere l’accoglienza. L’amico vero è quella persona che condivide con me la mia storia, la mia vita. Che mi suggerisce, ma allo stesso tempo mi lascia libero di sbagliare, in modo da farmi capire l’errore e il suggerimento non ascoltato, che è lì pronto a gioire con me e ad asciugare le mie lacrime.

In questi ultimi mesi la parola «accoglienza» è molto utilizzata, soprattutto per quanto riguarda la questione dei migranti. Più volte mi sono chiesto se è l’espressione giusta da utilizzare, soprattutto da certe personalità. L’espressione trova la sua piena realizzazione in quei pochi casi (purtroppo) dove i migranti sono accolti come il buon samaritano si è preso cura dell’uomo ferito. Ma nella maggior parte dei casi, in nome dell’accoglienza, trattiamo i migranti come merce, come fonte di guadagno. Ci sono tantissime società e cooperative che dicono di accogliere, ma in realtà tengono queste povere persone nei pseudo centri di accoglienza come merce depositata. Accogliere non è solo dare un tetto e un pasto, ma garantire che non manchi nulla. Vedere tante di queste persone, ospiti dei centri di accoglienza, elemosinare davanti ai negozi e per strada, non è una bella testimonianza di accoglienza!
Accogliere non è nemmeno incentivare la traversata in mare di migliaia di persone (per fare arricchire scafisti, politici e associazioni malavitose). Accogliere è anche aiutare a ridare dignità ad una terra piena di risorse e bellezza come l’Africa e il Medio Oriente. Perdonate questo passaggio sulla questione dei migranti, ma mi preme dire che la realtà non è così bella come ci viene presentata, che l’unica soluzione non è dire: «venite tutti qua!», illudendo tante povere persone che lasciando la loro terra, credono di trovare il benessere e la pace.

La sintesi di tutto è questa: chi accoglie, accoglie Gesù! Ecco allora che se facciamo nostra quest’espressione, il nostro modo di accogliere sarà migliore! L’accoglienza non guarda alla quantità, ma alla qualità.

“Signore, aiutami ad accogliere l’altro nella mia vita. Aiutami a capire che l’altro non è uno strumento da utilizzare a mio piacimento, ma una persona che ha una sua dignità e libertà, e soprattutto perché ognuno di noi proviene da te che sei la fonte della vita. Amen!”

Buon cammino.

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