sabato 27 marzo 2021

DOMENICA DELLE PALME IN PASSIONE DOMINI

DOMENICA DELLE PALME IN PASSIONE DOMINI

 

Carissimi amici,

Tutti sappiamo che Cristo è morto e risorto per la nostra salvezza (annuncio kerigmatico!). Ma il racconto della Passione coincide con questo annuncio così importante?

 

Torniamo indietro di qualche giorno e fermiamoci sul racconto della bella Susanna e dei due anziani che troviamo al cap. 13 del profeta Daniele. La povera Susanna era stata vittima di un complotto da parte dei due anziani e hanno chiesto la condanna a morte! Daniele, grazie all'aiuto di Dio, è riuscito a difendere Susanna, facendo condannare i due anziani alla stessa che loro avevano chiesto per Susanna.

Se a questo racconto cambiamo i personaggi e ci mettiamo quelli del processo a Gesù, cosa sarebbe accaduto? Che Gesù si sarebbe difeso e avrebbe attestato la verità, e i suoi accusatori sarebbero stati crocifissi. Gesù ha taciuto per non mandare a morte centinaia di persone, ecco perché è morto e risorto per la salvezza di tutti.

 

Questo evento ci porta direttamente ad Auschwitz, quando San Massimiliano Kolbe, prese su di sé "colpe" altrui e immolò la sua vita! E su questo evento, voglio aggiungere un ricordo del 2016, quando sono andato in questi luoghi di morte. Camminando tra quelle palazzine in mattoni, i forni crematori, quella recinzione uncinata, ho letto il salmo 21(22), lo stesso che Gesù ha citato sulla croce, e ho pensato: “chissà quante volte gli Ebrei avranno pregato questo salmo qui dentro”. Inizialmente ho provato angoscia e desolazione, ma nella parte finale, il salmo spalanca le porte alla speranza, alla lode, al ringraziamento. Questo a dire che anche nelle situazioni più brutte, più orribili, c'è sempre una speranza.

 

Tornando sulla questione del processo, occorre fare una riflessione. Ma una scelta del genere: tacere la verità, è davvero la cosa giusta? Dipende dalle situazioni! Nel caso di Gesù, (e di san Massimiliano) si è evitata una strage, una carneficina... Così come tante persone sono rimaste in silenzio o hanno mentito ai fascisti e ai nazisti quando hanno nascosto e salvato tanti ebrei (e non solo!).

 

Davanti a scelte simili, solo lo Spirito Santo può dirci come agire per il bene altrui, mai fare di testa nostra! E lo Spirito Santo ci parla attraverso la Parola di Dio, attraverso la testimonianza di tanti Santi, attraverso il discernimento con la guida spirituale.

 

In questa settimana Santa, meditiamo e gustiamo tutta la passione contenuta nel salmo 21(22), in modo da vivere la Pasqua come una vera liberazione!

 

Buona settimana Santa!

sabato 20 marzo 2021

V DOMENICA DI QUARESIMA (Anno B)

V DOMENICA DI QUARESIMA (Anno B)

«Quando sarò innalzato, attirerò tutti a me»

 

Carissimi amici,

La pagina del Vangelo di questa domenica, si apre con una richiesta da parte di alcuni greci. «vogliamo vedere Gesù». Gli Apostoli, riferiscono a Gesù tale richiesta, ma Gesù non da una risposta affermativa o negativa. Utilizza tale richiesta, per annunciare di nuovo la passione, che ormai è imminente. Dal discorso di Gesù, viene fuori questo, che c’è un unico modo per vedere Gesù: la Croce! Non è possibile credere in Gesù, se non si parte dalla Croce. È sul Calvario che avvengono alcune grandi conversioni, forse le più significative. Il ladrone, che rappresenta l’umanità ferita dal peccato, sulla Croce chiede perdono a Dio, riconoscendo in Gesù «il Giusto». Il centurione, che rappresenta l’ateismo, il paganesimo, riconosce Gesù come «veramente Figlio di Dio», ed infine Giuseppe d’Arimatea, che rappresenta la classe politico-religiosa, che se prima della passione, aveva paura di stare al fianco di Gesù, nel momento della Croce, è uscito allo scoperto e si è preso cura del corpo di Gesù, in attesa della risurrezione.

 

Sul nostro tema dell’amicizia, oggi troviamo un insegnamento davvero grande. Ciò che rende forte un rapporto di amicizia, è la capacità di affrontare i momenti più difficili. Sono le situazioni negative, incerte, che mostrano la verità di noi stessi e degli altri. E questo lo conferma anche un detto popolare: “il vero amico, si vede nel momento del bisogno!”. Ma non solo bisogni materiali, perché poi si rischia di essere opportunisti, ma soprattutto bisogni legati al cuore. Un vero amico è colui che ti mette una mano sulla spalla, è colui che con una carezza asciuga le tue lacrime, è colui che lotta ogni giorno con te nella ricerca della libertà e della pace. Ecco come si scelgono le amicizie! Non con i “buongiorno” o la passeggiata per il paese.

Gesù, dal suo trono (la Croce), ci ha insegnato che «non c’è amore più grande di questo: dare la vita per gli amici». Ovvero di entrare e vivere nella difficoltà dell’altro. Solo così saremo veri amici e veri seguaci di Gesù.

 

Buon cammino!

sabato 13 marzo 2021

IV DOMENICA DI QUARESIMA (Anno B)

 IV DOMENICA DI QUARESIMA (Anno B)

« Dio ha tanto amato gli uomini da dare il Figlio unigenito»

 

Carissimi amici,

oggi la liturgia ci fa riflettere sul profondo colloquio tra Gesù e Nicodemo e sul tema dell’amicizia, abbiamo una bellissima testimonianza.

 

Nicodemo, vuole essere amico di Gesù, ma allo stesso tempo ha paura che questa amicizia venga interpretata male dagli altri, generando quel fastidioso pettegolezzo di cui, anche a distanza di millenni, molti di noi ci nutriamo. Però è interessante la reazione di Nicodemo. Nonostante ha paura, non vuole rinunciare a questa amicizia e decide comunque di incontrare Gesù, anche di notte e in solitudine. Scelta discutibile, perché di notte e in solitudine, è stato molto più rischioso e per i pettegoli, queste situazioni sono i piatti preferiti. Questo ci fa capire come il valore di un’amicizia è molto più grande di quello che possono essere i giudizi altrui, anche se dolorosi. Nicodemo oggi ci dice di affrontare questa paura, di considerare l’amicizia più forte del pettegolezzo. So che non è facile, ma se in quella relazione di amicizia non c’è nulla di malvagio, perché darla vinta al demonio chiacchierone?

 

Come reagisce Gesù in tutto questo? Accogliendo Nicodemo e aprendo a lui il suo cuore. In questo breve, ma intenso colloquio, Gesù rivela a Nicodemo tutta la verità: l’Amore, la Passione e la Risurrezione. Gesù non si lascia condizionare da quella paura, perché sa qual è la sua missione, sa cosa deve fare.

 

In merito al tema della notte e della solitudine, sappiamo che il Vangelo di Giovanni ha un profilo teologico e spirituale. Quella notte, non è tanto la notte in senso temporale, ma è la notte, il buio del nostro cuore, toccato dalle ferite, da ciò che rovina la nostra esistenza. E la solitudine non è un nascondersi, ma voler vivere un incontro personale a tu per tu con l’amico, con Gesù.

 

Papa Francesco ci sta ricordando più volte di come il pettegolezzo è dannoso. È dannoso per chi lo riceve, perché si sente ferito, ed è dannoso per chi lo fa perché gli apre le porte dell’inferno. Un modo per zittire questo pettegolezzo è vivere a pieno la vita, nella verità e nella trasparenza, senza nascondersi, senza lasciarsi condizionare più di tanto, dopotutto è a Dio che la nostra anima dovrà chiedere conto, non al passante di turno.

 

Un’ultima riflessione la vorrei fare su un’altra frase di Gesù, quando dice che « Dio ha tanto amato gli uomini da dare il Figlio unigenito». Dio ci ama così tanto da mettere il Figlio nelle nostre mani. L’immagine che ci può far capire questa frase di Gesù è quando riceviamo l’Eucaristia nelle nostre mani. Non sempre abbiamo «mani» limpide e belle, eppure Dio fa questo gesto di mettere nelle nostre mani il Figlio, come a dire: «Ecco, questo è il mio corpo, fanne buon uso!». Proviamo ad accostarci all’Eucarestia con questo spirito. Dio che mette suo Figlio nelle nostre mani dicendoci: «è tuo! Gesù è nelle tue mani, in tuo possesso!». Solo così, forse iniziamo a capire che grande responsabilità abbiamo! Stessa cosa nell’amicizia e ancor di più tra marito e moglie: «Io metto la mia vita, l’intera mia esistenza nelle tue mani!».

 

“Signore, tante volte ho ricevuto l’Eucaristia superficialmente. Aiutami a capire che ciò che ho tra le mani, non è una semplice ostia, ma il tuo Corpo liberamente donato per la mia guarigione e per la mia salvezza. Così come guardando il Crocifisso, possa capire fin dove riesce ad arrivare l’amore sconfinato che hai per me. Amen!”

 

Buon cammino!

 

sabato 6 marzo 2021

III DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)

 III DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere»
 
Carissimi amici,
continuiamo il nostro cammino verso la Pasqua sul tema dell’amicizia. Il Vangelo di questa domenica, ci mostra un Gesù molto arrabbiato e un po’ violento, tanto da prendere a frustate i venditori nel tempio e i cambiamonete. Il gesto di Gesù, non lo possiamo prendere con superficialità, perché se andiamo a ben vedere, le persone che lui scaccia, fondamentalmente stanno facendo il loro lavoro e in piena regola con le leggi del Signore. I cambiamonete servivano, perché tanti ebrei che da altre nazioni salivano al tempio, dovevano cambiare la moneta per poter fare l’offerta, così come i venditori di colombe o tortore che servivano per la purificazione e i sacrifici (Cf Lc 2,22-24). Allora perché Gesù ha questo scatto d’ira?
 
Nella seconda lettura, San Paolo dice: «Mentre i giudei chiedono segni e i greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso». I cristiani non hanno bisogno più di segni, di fare tanti ritualismi, hanno Cristo crocifisso e risorto, è già questo basta.
Ancora più terribile è l’atteggiamento di Gesù nei confronti di coloro che lo seguivano. Dice l’Evangelista Giovanni: «Molti, vedendo i segni che egli compiva, cedettero nel suo nome. Ma Gesù non si fidava di loro […] Egli infatti conosceva quello che c’è nell'uomo».
 
Un’altra colonna portante dell’amicizia, è la fiducia. Senza fiducia, il clima non è tranquillo, non è sereno e questo lo vediamo nella reazione odierna di Gesù. Perché non c’è questa serenità? Perché Gesù sa cosa c’è nel nostro cuore e vede che noi non siamo coerenti. Questo accade quando sappiamo che c’è qualcosa che non va e quando chiediamo, ci viene risposto: “niente!” Questo genera tristezza, sfiducia e anche allontanamento. Il non fidarsi è la cosa più brutta che ci può essere in una relazione di amicizia.
 
Ed in ultimo. In una sana relazione di amicizia, perdere la pazienza è anche segno di benevolenza, perché una persona che ti ama e ti vuole bene, è chiamata anche a mettere in discussione ciò che si sta vivendo, purché sia costruttivo e non negativo, come spesso accade nelle violenze domestiche. Dopotutto, anche un detto popolare recita: “l’Amore non è bello se non è litigarello”. E su questo anche il Papa più volte ci ha invitato a vivere questa dinamicità, purché la sera ci si chieda scusa e ci si scambi un gesto di affetto.
 
Chiediamo oggi la grazia al Signore, di vivere con fiducia e responsabilità le nostre relazioni di amicizia, in modo da sperimentare la bellezza dell’amore di Dio.
 
Buon cammino!