XVI DOMENICA T.O. (Anno B)
«Ebbe compassione di loro, perché
erano come pecore che non hanno pastore».
Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica è
ricco di spunti di riflessioni, anche se il tema è unico: l’essere pastore.
Una prima espressione che ha
attirato la mia attenzione, è all'inizio del brano evangelico, quando Gesù
dice: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto e riposatevi un po’».
Gesù ci invita a stare con Lui e vivere un’esperienza di deserto, quindi di
solitudine, per riposare la nostra mente, il nostro corpo. Questa è un’esperienza
fondamentale e bella per il pastore e non solo! Noi esseri umani, siamo un po’
come i cellulari e i tablet. Ogni tanto abbiamo bisogno di fermarci e di stare
collegati al ricaricatore, che nel nostro caso è Cristo. Vivere esperienza di
deserto non è allontanarsi dal mondo per chiudersi in se stessi e impastare
tutti i nostri problemi come una betoniera. Vivere il deserto significa trovare
energia nuova per affrontare e risolvere i problemi. Ed ecco che è necessario
un tempo per fermarsi e riflettere. Io da un paio di anni, ho fatto la scelta
che un giorno a settimana lo dedico a me stesso. Un giorno per vivere l’esperienza
del deserto, della tranquillità, in modo da affrontare la settimana pieno di
energie nuove. Questo per un pastore è fondamentale, perché lavorare senza
fermarsi mai è dannoso per il pastore e per il gregge, perché poi si arriva ad
un punto in cui la tensione e lo stress accumulati, esplodono facendo grandi
danni. Se in giro ci sono troppi pastori acidi, forse il motivo è che manca
questo deserto di rigenerazione.
All’esperienza del deserto, segue
quella dell’attività. Gesù si ritrova delle persone smarrite, ed «Ebbe
compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore». Così è
nata la mia vocazione e allo stesso modo sta iniziando il mio ministero
pastorale. Tutto è iniziato nella mia Parrocchia di origine dieci anni fa,
quando il mio vecchio parroco è stato lungamente assente per gravi motivi di
salute. Vedevo giorno dopo giorno la mia comunità sgretolarsi, perché il
pastore che per quasi trent’anni ha guidato quel gregge era assente! Da li, è
maturata in me quest’ultima espressione di Gesù. Al termine del mio percorso
formativo, mi ritrovo in una comunità dove per molto tempo è mancato un pastore,
quasi a significare che la riflessione maturata alcuni anni fa, oggi, dopo un
lungo periodo di deserto e formazione, si può realizzare. Queste due esperienze
(deserto e missione) sono fondamentali per la mia vita. Il deserto della
formazione, mi ha aiutato a capire come vivere la missione.
Infine una riflessione che va oltre
la figura del pastore. Ognuno di noi necessita di una guida, di una figura di riferimento.
Gesù è la guida per eccellenza. Lui, come buon pastore, guida e protegge il suo
gregge. Ma la cosa più bella è che non si occupa del gregge in generale, ma si occupa
di ogni singola pecora. Gesù pone la sua attenzione su tutti noi, dal più
piccolo al più grande, dal più santo al più peccatore. Nessuno è escluso dall’amore
di Dio! Ed ecco che anche noi, come cristiani, siamo chiamati ad occuparci non
solo della società in generale, ma di ogni singolo individuo, soprattutto di
coloro che ci sono più vicini. Molte volte si sente parlare di pace nel mondo,
di accoglienza di chi viene da persecuzioni e guerre. Sono tutti sentimenti
santi e nobili, ma se poi andiamo a vedere nella concretezza delle nostre
realtà, non siamo proprio portatori di pace e accoglienza, basta vedere le
nostre famiglie, i nostri piccoli paesi. Ecco allora che oggi, come non mai, c’è
bisogno di essere pastori tra le persone che ogni giorno incontriamo e
tocchiamo. Solo così saremo capaci di vivere la pace e l’accoglienza.
Chiediamo al Signore di aiutarci a
vivere l’esperienza di solitudine con Lui per entrare pieni di energia e
Spirito Santo nella missione.
Signore,
grazie perché mi dai sempre l’opportunità di confrontarmi con te, di riposare
con te. Grazie perché mi dai energie nuove per affrontare le problematiche che
durante la settimana si susseguono, e perdonami per quelle volte che ho voluto
strafare diventando acido e scontroso con il gregge. Ti chiedo di continuare a
prenderti sempre cura di me, affinché possa diventare un buon pastore. Per
Cristo nostro Signore. Amen!”
Buon cammino!
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