sabato 21 luglio 2018

XVI DOMENICA T.O. (Anno B)

XVI DOMENICA T.O. (Anno B)
«Ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore».

Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica è ricco di spunti di riflessioni, anche se il tema è unico: l’essere pastore.
Una prima espressione che ha attirato la mia attenzione, è all'inizio del brano evangelico, quando Gesù dice: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto e riposatevi un po’». Gesù ci invita a stare con Lui e vivere un’esperienza di deserto, quindi di solitudine, per riposare la nostra mente, il nostro corpo. Questa è un’esperienza fondamentale e bella per il pastore e non solo! Noi esseri umani, siamo un po’ come i cellulari e i tablet. Ogni tanto abbiamo bisogno di fermarci e di stare collegati al ricaricatore, che nel nostro caso è Cristo. Vivere esperienza di deserto non è allontanarsi dal mondo per chiudersi in se stessi e impastare tutti i nostri problemi come una betoniera. Vivere il deserto significa trovare energia nuova per affrontare e risolvere i problemi. Ed ecco che è necessario un tempo per fermarsi e riflettere. Io da un paio di anni, ho fatto la scelta che un giorno a settimana lo dedico a me stesso. Un giorno per vivere l’esperienza del deserto, della tranquillità, in modo da affrontare la settimana pieno di energie nuove. Questo per un pastore è fondamentale, perché lavorare senza fermarsi mai è dannoso per il pastore e per il gregge, perché poi si arriva ad un punto in cui la tensione e lo stress accumulati, esplodono facendo grandi danni. Se in giro ci sono troppi pastori acidi, forse il motivo è che manca questo deserto di rigenerazione.

All’esperienza del deserto, segue quella dell’attività. Gesù si ritrova delle persone smarrite, ed «Ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore». Così è nata la mia vocazione e allo stesso modo sta iniziando il mio ministero pastorale. Tutto è iniziato nella mia Parrocchia di origine dieci anni fa, quando il mio vecchio parroco è stato lungamente assente per gravi motivi di salute. Vedevo giorno dopo giorno la mia comunità sgretolarsi, perché il pastore che per quasi trent’anni ha guidato quel gregge era assente! Da li, è maturata in me quest’ultima espressione di Gesù. Al termine del mio percorso formativo, mi ritrovo in una comunità dove per molto tempo è mancato un pastore, quasi a significare che la riflessione maturata alcuni anni fa, oggi, dopo un lungo periodo di deserto e formazione, si può realizzare. Queste due esperienze (deserto e missione) sono fondamentali per la mia vita. Il deserto della formazione, mi ha aiutato a capire come vivere la missione.

Infine una riflessione che va oltre la figura del pastore. Ognuno di noi necessita di una guida, di una figura di riferimento. Gesù è la guida per eccellenza. Lui, come buon pastore, guida e protegge il suo gregge. Ma la cosa più bella è che non si occupa del gregge in generale, ma si occupa di ogni singola pecora. Gesù pone la sua attenzione su tutti noi, dal più piccolo al più grande, dal più santo al più peccatore. Nessuno è escluso dall’amore di Dio! Ed ecco che anche noi, come cristiani, siamo chiamati ad occuparci non solo della società in generale, ma di ogni singolo individuo, soprattutto di coloro che ci sono più vicini. Molte volte si sente parlare di pace nel mondo, di accoglienza di chi viene da persecuzioni e guerre. Sono tutti sentimenti santi e nobili, ma se poi andiamo a vedere nella concretezza delle nostre realtà, non siamo proprio portatori di pace e accoglienza, basta vedere le nostre famiglie, i nostri piccoli paesi. Ecco allora che oggi, come non mai, c’è bisogno di essere pastori tra le persone che ogni giorno incontriamo e tocchiamo. Solo così saremo capaci di vivere la pace e l’accoglienza.

Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere l’esperienza di solitudine con Lui per entrare pieni di energia e Spirito Santo nella missione.

Signore, grazie perché mi dai sempre l’opportunità di confrontarmi con te, di riposare con te. Grazie perché mi dai energie nuove per affrontare le problematiche che durante la settimana si susseguono, e perdonami per quelle volte che ho voluto strafare diventando acido e scontroso con il gregge. Ti chiedo di continuare a prenderti sempre cura di me, affinché possa diventare un buon pastore. Per Cristo nostro Signore. Amen!”


Buon cammino!

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