XV
DOMENICA T.O (Anno B)
«prese
a mandarli a due a due»
Carissimi
amici,
il
messaggio del Vangelo di questa domenica è l’attività missionaria. L’essere
«mandato» è una delle caratteristiche fondamentali del cristiano, perché il
verbo mandare in greco si traduce con apostolo.
Quindi gli apostoli sono di natura dei missionari e Gesù stesso da il comando
di andare in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo.
Nel
brano del Vangelo, Gesù dà alcune caratteristiche dell’essere missionario.
Innanzitutto non li manda soli, ma in coppia. Questo è un passaggio importante
per alcuni motivi. Innanzitutto la credibilità. Quando si è in due, la
testimonianza acquista veridicità, il singolo difficilmente viene creduto. Non
a caso Gesù, tra i suoi insegnamenti, dice: «Da questo tutti sapranno che siete
miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Non ci si ama
da soli! L’amore prevede un io e un tu che diventa un noi. Un secondo aspetto è
appunto la relazione. Un uomo non è nato per essere da solo, la presenza di una
persona accanto è di fondamentale importanza per un dialogo, per un confronto,
per un aiuto, per un sostegno.
Poi
Gesù elenca una serie di cose che gli apostoli non devono portare. Tra queste
serie di cose, c’è il denaro. Se pensiamo la missione con la logica dei soldi,
essa durerà tanto quanto la quantità di soldi. Il denaro da una parte è
indispensabile per vivere, ma dall'altra limita la nostra libertà. Pensando al
mio vissuto personale, in passato ero molto legato al denaro. Poi con il tempo,
vedendo la mia libertà venire meno, perché soprattutto il denaro diminuiva, ho
capito che esso non doveva essere più la mia priorità, o meglio, non mi dovevo
più lasciare condizionare. Così ho assunto un nuovo stile di vita basato sull'essenzialità e sulla semplicità. Ho capito che la priorità è di Dio e
delle persone che Lui mi fa incontrare. Certo, la scarsità di denaro si fa
sentire, ma finora non mi è mai mancato nulla! Ed è vero quando Gesù ci dice
che la nostra ricompensa è cento volte tanto, perché più faccio dono della mia
vita in totale gratuità, più ricevo tanta vicinanza e riconoscenza dalle
persone. Certo, in giro si incontrano anche persone che rifiutano la nostra
presenza, e anche qui, Gesù ci da delle indicazioni molto belle. Dice Gesù: «Se
in qualche luogo non vi accogliessero […] andatevene e scuotete la polvere
sotto i vostri piedi». Presa alla lettera, questa frase sembrerebbe
dispregiativa, ma in realtà ha un significato spirituale molto profondo. In
altri termini Gesù vuole dirci che se qualcuno non ci vuole accogliere,
dobbiamo rispettare la sua libertà e andare via. Il segno di scuotere la
polvere sotto i piedi è quasi un voler chiedere scusa. Questa è l’umiltà! «Ho
così rispetto di te che perfino la tua polvere ti lascio». È molto bello un
passaggio del Prefazio della Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II,
quando dice: «la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince
l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono». Ecco che questo gesto di umiltà,
diventa così davvero «testimonianza per loro», come ci ricorda il Vangelo.
Questa è un’esperienza che ho vissuto tante volte e vi garantisco che è vera.
L’amore vince sempre su tutto ed è capace di scaldare un cuore di ghiaccio. Al
nostro gesto di umiltà, corrisponderà l’apertura de cuore. Magari non subito,
ma si aprirà!
Semplicità
è umiltà, quindi, sono le caratteristiche della missione. Partire così, con i
pochi mezzi a disposizione, ma con un cuore stracolmo di amore, ed avere
l’umiltà di rispettare non solo chi ci accoglie, ma soprattutto chi ci
respinge.
“Signore, tante volte ho messo le
risorse umane al vertice della missione e non lo Spirito Santo. Ti ringrazio
perché mi hai fatto fare esperienza di ristrettezza economica per farmi aprire
il cuore alla Tua infinita Provvidenza, non fatta solo di denaro, ma
soprattutto di cuori aperti ed innamorati che hanno arricchito la mia anima ed
il mio cuore. Aiutami a continuare questo stile di donazione gratuita verso le
persone che ogni giorno mi fai incontrare. Per Cristo nostro Signore. Amen!”
Buon
cammino!
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