XIV DOMENICA T.O. (Anno B)
«La forza infatti si manifesta
pienamente nella debolezza».
Carissimi amici,
per capire bene il Vangelo di
questa domenica, mi sembra opportuno partire dalla seconda lettura che oggi la
liturgia ci propone, che è tratta dalla seconda lettera di san Paolo alla
comunità di Corinto.
Tutta la liturgia della Parola, ha
come comune denominatore i profeti giudicati male dalla propria comunità.
Ezechiele viene trattato male, il salmo 122 è una richiesta di aiuto al Signore
nel momento dell’umiliazione, san Paolo che si sente amareggiato nello scrivere
questa seconda lettera, ed infine Gesù che viene giudicato e preso in giro dai
suoi parenti. Questo è avvenuto nel passato, ma purtroppo avviene anche oggi. Quante
volte ci riteniamo superiori agli altri, pensando che nessuno può insegnarci
qualcosa? Quante volte giudichiamo le persone in base al loro passato o
provenienza?
Riflettendo sul perché di questo
pregiudizio, ho pensato che è causato dalla mancanza di intelligenza, cioè
dalla mancanza di sapersi leggere dentro, di scoprire la nostra umanità. Questa
incapacità di leggersi dentro, porta a giudicare l’altro quando non rispetta
certi ideali morali e religiosi, o peggio se si utilizza come criterio di
giudizio gli errori passati degli altri, dimenticando che come Dio ha perdonato
e perdona me, perdona anche gli altri.
Ho scelto come chiave di lettura
questa frase del Signore a san Paolo, perché ci fa riflettere sulla nostra
umanità e sul fatto che la forza rinnovatrice dello Spirito Santo agisce nel
momento in cui io sono più disarmato. Quando una persona è troppo sicura di se
stessa, lo Spirito Santo non riesce ad entrare e a lavorare!
Io credo nelle conversioni e non
giudico le persone che hanno avuto un passato difficile e ora testimoniano di
come Cristo è capace di distruggere un cuore di pietra e sostituirlo con un
cuore di carne. Ci credo perché anche io ho fatto questa esperienza, o meglio,
ogni giorno faccio questa esperienza. Sì, ogni giorno! Perché ogni giorno cerco
di vivere la fede nella mia umanità. Non basta dire: «Lo scorso anno Dio ha
cambiato la mia vita!» Bisogna avere la capacità di dire ogni giorno: «Dio si è
manifestato oggi nella mia debolezza». Gli esseri umani perfetti non esistono e
non esisteranno mai in questa vita. Non esiste la conversione permanente, ma la
conversione quotidiana.
Ecco, allora, che se entriamo in
questa logica, non staremo più a giudicare le persone per il passato o la
provenienza, perché riconosciamo in quella persona la nostra stessa umanità
fatta di gioie e di dolori, di attese e speranze. Non sentiamoci onnipotenti
perché abbiamo scoperto Cristo, pensando che questa esperienza è solo nostra. Chiunque
può fare esperienza di Cristo e soprattutto in qualsiasi momento!
Chiediamo al Signore di farci fare
questa esperienza d’Amore ogni giorno, sapendo che quando siamo deboli, allora
siamo forti, perché il Signore ci dona la sua Grazia, la sua Misericordia!
“Signore,
tante volte ho giudicato le persone in base al loro passato e alla loro
provenienza, senza considerare il mio passato e la mia provenienza. Aiutami a
guardare l’altro con la consapevolezza che la mia umanità e uguale alla sua, in
modo da accoglierlo e di amarlo come me stesso. Amen!”
Buon cammino!
Nessun commento:
Posta un commento