III
DOMENICA DI QUARESIMA (Anno C)
«Padrone,
lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il
concime».
Carissimi
amici,
in
questa III domenica di Quaresima, il Signore ci da una nuova opportunità. Ha il
diritto è il potere di tagliarci fuori dal mondo, ma non lo fa. Ci concede
ancora una nuova stagione, un nuovo periodo per mettere a frutto tutte le
nostre capacità. Molto espressivo è anche il salmo responsoriale che dice: «Egli perdona tutte le tua colpe, guarisce
tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e
misericordia» (Sal. 102). Il compito del concime è quello di curare,
rinforzare la pianta, e il concime che il contadino mette alla pianta è il
Sacramento della Riconciliazione, che il Signore ha affidato alla sua Chiesa.
La grazia che il Signore ci da in questo momento è maggiore, perché stiamo
vivendo un anno proprio dedicato alla Misericordia. Adesso è il tempo di
assorbire questo concime, questa medicina e di crescere per poi portare frutto.
Un
secondo aspetto che viene fuori da questa pagina del Vangelo è la fiducia. Il padrone
si fida del contadino, lo lascia lavorare anche se sa che forse il suo lavoro
sarà inutile. Ma nonostante ciò, lo lascia lavorare. Penso al sacrificio della
Croce. Gesù non si rifiuta di salire sulla Croce, il diavolo cerca di
dissuaderlo nell'orto degli ulivi dicendogli: «lascia perdere, nessuno ti
seguirà! Hai un grande potere in mano, sradica i malvagi così rimarranno solo i
giusti!». Ma Gesù si fida del progetto del Padre, Gesù si fida di noi piante,
un po’ appassite, perché spera che il suo sangue sparso, possa essere assorbito
come linfa vitale.
E
allora da questi due aspetti viene fuori che alla base c’è la fiducia e la
fedeltà di Dio. Questa fiducia permette a Dio di fare ogni cosa per salvarci, e
lo ha fatto! Però anche noi abbiamo un compito importante. Noi non siamo solo
la pianta che necessita di cura e protezione, ma siamo anche il contadino.
Questo significa che anche noi abbiamo la responsabilità di curare e aiutare le
persone che hanno smesso di portare frutto, penso alle persone anziane malate e
sole, penso ai carcerati, agli sfiduciati.
Questo
è quello che Gesù dice ai discepoli dopo la lavanda dei piedi: «vi ho dato un esempio, infatti, perché anche
voi facciate come io ho fatto a voi» (Gv 13,15). E anche il motto del
Giubileo della Misericordia (Misericordes sicut Pater) ci invita a vivere
questo compito così importante: essere misericordiosi come il Padre.
Chiediamo
al Signore l’aiuto e i mezzi necessari per poter essere dei buoni contadini
nella sua vigna, ma soprattutto chiediamo al Signore di irrigarci sempre con la
sua Misericordia, per non perdere mai la vitalità.
“Signore, mi sento come
una pianta quando il vento burrascoso del male ha portato via le foglie e i frutti Aiutami a far germogliare
in me il desiderio e la forza si seguirti sempre, anche sul cammino della Croce.
Comprendo che è difficile e che l’inverno è lungo, ma sono certo che un giorno
sarà primavera,un giorno sarà Pasqua anche per me! Si, mio Signore, credo
fermamente che anche se il mio cielo è nuvoloso, burrascoso, oltre quelle
nuvole il sole c’è ed il cielo è sempre più blu. Amen!
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