sabato 5 dicembre 2015

II DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)

II DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)
«Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».

Carissimi amici,
dopo l’invito di Gesù a risollevarci e ad alzare il capo per attendere la sua venuta, oggi troviamo la straordinaria figura di Giovanni Battista che ci invita a preparare la venuta di Gesù.

Giovanni non ha annunciato la nascita di Gesù, ma la sua venuta. Sappiamo che tra Giovanni Battista e Gesù ci sono sei mesi di distanza. È interessante perché il 6, nel linguaggio biblico, indica l’imperfezione, quindi Giovanni prepara la perfezione che si realizza in Gesù.

Il contesto in cui opera Giovanni, non è dei migliori. È circondato dalla totalità delle autorità del tempo. Anche qui il linguaggio numerico ci aiuta a comprendere il contesto in cui Giovanni ha operato. Nel testo del Vangelo troviamo 2 autorità romane (Tiberio e Pilato) 3 autorità ebraiche (Erode, Filippo e Lisania) e 2 autorità religiose (Anna e Caifa). 7 vs 1 come si direbbe in linguaggio sportivo. Ma nonostante questo contesto difficile, Giovanni non si tira indietro, non dice: «chi me lo fa fare!», ma continua ad annunciare la venuta di Gesù.

Annunciare il Vangelo non è facile! Adesso preferiamo il compromesso, il silenzio, soprattutto con le persone che conosciamo. Io per primo vivo questa difficoltà!

Il messaggio di speranza lo troviamo nel primo versetto del 5° capitolo del profeta Baruc: «Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivestititi dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre».
Come inizio e impegno per questo tempo di Avvento, cerchiamo di parlare di Dio nella nostra famiglia. Se ogni famiglia annuncia e vive il Vangelo all'interno della propria casa, il cristianesimo diventa attraente, il cristianesimo diventa un luogo dove Dio è di casa, fa parte della famiglia. Questo attirerà altre famiglie a vivere la stessa realtà.

Il Natale, infondo, ci vuole dire che l’annuncio inizia nelle piccole cose. Gesù ha iniziato quest’opera nella povertà del presepe, circondato dall'amore di Maria e Giuseppe. Lo stesso cammino lo ha fatto Maria. Restare ferma e salda nella fede davanti al figlio morto non è automatico, ma è frutto di un cammino vissuto nella quotidianità della famiglia.

“Signore, aiutami a parlare di Te ai miei familiari, ai miei amici. Allontana da me l’imbarazzo di comunicare quando è grande il Tuo Amore e la Tua Misericordia. Perdona, se puoi, tutte le volte che ho avuto paura di annunciarti preferendo il compromesso e il silenzio.
Signore, fa che anche io possa diventare quella voce che grida nel deserto. In particolare Ti chiedo di essermi vicino in questi giorni di preparazione al ministero del lettorato, e di accompagnarmi nell'esercizio di questo ministero per essere un buon annunciatore della Tua Parola. Amen!"


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