II
DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)
«Voce
di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri».
Carissimi
amici,
dopo
l’invito di Gesù a risollevarci e ad alzare il capo per attendere la sua
venuta, oggi troviamo la straordinaria figura di Giovanni Battista che ci
invita a preparare la venuta di Gesù.
Giovanni
non ha annunciato la nascita di Gesù, ma la sua venuta. Sappiamo che tra
Giovanni Battista e Gesù ci sono sei mesi di distanza. È interessante perché il
6, nel linguaggio biblico, indica l’imperfezione, quindi Giovanni prepara la
perfezione che si realizza in Gesù.
Il
contesto in cui opera Giovanni, non è dei migliori. È circondato dalla totalità
delle autorità del tempo. Anche qui il linguaggio numerico ci aiuta a comprendere
il contesto in cui Giovanni ha operato. Nel testo del Vangelo troviamo 2
autorità romane (Tiberio e Pilato) 3 autorità ebraiche (Erode, Filippo e
Lisania) e 2 autorità religiose (Anna e Caifa). 7 vs 1 come si direbbe in
linguaggio sportivo. Ma nonostante questo contesto difficile, Giovanni non si
tira indietro, non dice: «chi me lo fa fare!», ma continua ad annunciare la
venuta di Gesù.
Annunciare
il Vangelo non è facile! Adesso preferiamo il compromesso, il silenzio,
soprattutto con le persone che conosciamo. Io per primo vivo questa difficoltà!
Il
messaggio di speranza lo troviamo nel primo versetto del 5° capitolo del
profeta Baruc: «Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione,
rivestititi dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre».
Come
inizio e impegno per questo tempo di Avvento, cerchiamo di parlare di Dio nella
nostra famiglia. Se ogni famiglia annuncia e vive il Vangelo all'interno della
propria casa, il cristianesimo diventa attraente, il cristianesimo diventa un
luogo dove Dio è di casa, fa parte della famiglia. Questo attirerà altre
famiglie a vivere la stessa realtà.
Il
Natale, infondo, ci vuole dire che l’annuncio inizia nelle piccole cose. Gesù
ha iniziato quest’opera nella povertà del presepe, circondato dall'amore di
Maria e Giuseppe. Lo stesso cammino lo ha fatto Maria. Restare ferma e salda
nella fede davanti al figlio morto non è automatico, ma è frutto di un cammino
vissuto nella quotidianità della famiglia.
“Signore, aiutami a
parlare di Te ai miei familiari, ai miei amici. Allontana da me l’imbarazzo di
comunicare quando è grande il Tuo Amore e la Tua Misericordia. Perdona, se
puoi, tutte le volte che ho avuto paura di annunciarti preferendo il
compromesso e il silenzio.
Signore, fa che anche
io possa diventare quella voce che grida nel deserto. In particolare Ti chiedo
di essermi vicino in questi giorni di preparazione al ministero del lettorato,
e di accompagnarmi nell'esercizio di questo ministero per essere un buon
annunciatore della Tua Parola. Amen!"
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