domenica 31 maggio 2015

DOMENICA DELLA S.S. TRINITÀ (Anno B)

DOMENICA DELLA S.S. TRINITÀ (Anno B)
«Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio che è che era e che viene»

Se è vero ciò che dice S.Agostino sulla Trinità, allora oggi è la festa dell’Amore.
L’amore, come la Trinità, è qualcosa che non si spiega, ma esiste. Spesso chiedo: «ma l’amore esiste?» Molti, istintivamente rispondono di si, ma poi chiedo: «e come fate a vederlo, a descriverlo?» e a quel punto ecco il silenzio, oppure qualche “balbettio”.

Per spiegare l’amore, porto sempre l’immagine della famiglia.
Ognuno di noi è figlio. Cosa significa essere figlio? Da dove provengo? Normalmente un figlio proviene da un atto di totale donazione tra un uomo e una donna. Ma non solo! Questo avviene in un momento particolare nella vita di queste due persone. Un momento in cui l’amore tra loro due è così forte ed intenso che si donano l’uno con l’altro. Ed è in quel momento intenso che si concretizza l’amore. Ecco, il figlio è la prova concreta di un atto di amore, ed è la prova concreta che l’amore esiste. Ognuno di noi è frutto di un amore, anche se a volte quest’amore non è corrisposto, ma comunque, nel momento del concepimento, l’amore si è manifestato. Ed ecco perché, personalmente, sono contrario alla fecondazione in provetta o alla “sperm-bank” o (ancora peggio) all'utero in affitto.
Non c’è espressione più brutta e sbagliata di quando un genitore dice al figlio: «sei stato un errore!» Affermare questa frase significa dire che l’amore non esiste e non esisterà mai. Questo, ovviamente è sbagliato!

Tornando alla Trinità, capiamo allora che quest’amore perfetto (amante, amato, amore) non è astratto, ma concreto; non è amore egoistico, ma condiviso!
Per capire la Trinità, il Dio unico in tre persone, ne dobbiamo fare esperienza. Potremo fare tantissimi paragoni e similitudini, ma se non ne facciamo esperienza, restano solo parole e niente più. Come fare allora?
Vivere la realtà dell’amore, mettendoci in testa innanzitutto che ognuno di noi è un dono di amore e come tale siamo “abilitati” ad amare ed essere amati.
Io che sono un dono d’amore, so amare e sono amato. Le tre dimensioni in un’unica persona. Tre dinamiche diverse in un’unica essenza: l’Amore!

Se proviamo a vivere in questo modo, il mondo migliora?
Provarci non costa nulla. L’amore è gratis!

Questa non è teologia, ma è vita!


“Signore, aiutami a scoprirmi sempre più come dono d’amore. Aiutami a perdonare ed amare chi non mi ama. Aiutami ad essere docile e accogliente con chi mi vuole amare. Grazie Signore perché mi hai fatto a tua immagine e somiglianza, ovvero una persona che ama e che è amata. Tutto questo a lode e gloria del tuo nome nei secoli eterni. Amen!”


domenica 24 maggio 2015

DOMENICA DI PENTECOSTE (Anno B)

DOMENICA DI PENTECOSTE (Anno B)
«Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo Amore».

Carissimi,
oggi la Chiesa fa memoria della Pentecoste, ovvero della venuta dello Spirito Santo.
S.Agostino dice che lo Spirito Santo è quella forza le unisce l’amante (il Padre) e l’amato (il Figlio) generando l’Amore.

Abbiamo notizie dello Spirito Santo in tutta la Bibbia, dallo «Spirito di Dio che aleggiava sulle acque» (cfr Gn1) all’Apocalisse «lo Spirito e la sposa dicono: “vieni!”» (Ap22,17). Ma è difficile tracciare un profilo dello Spirito Santo.
È interessante che in tutta la Bibbia, lo Spirito Santo, viene descritto in diversi modi: come puro spirito, come una colomba, come lingua di fuoco, come vento, ecc.
Ma in realtà cos’è?
Personalmente credo che lo Spirito Santo si manifesta e realizza non nelle definizioni, ma nell'esperienza quotidiana di ciascuno di noi. In questi giorni, in Seminario, abbiamo avuto i responsabili dei vari movimenti ecclesiali presenti nella realtà dell’Abruzzo e del Molise (RnS, neocatecumenali, Azione Cattolica, focolarini, ecc.), che hanno parlato dello Spirito Santo. Ciò che mi colpiva è che nessuno ha definito cosa fosse lo Spirito Santo, ma tutti hanno parlato di come esso vive ed agisce all'interno della Chiesa, nelle diverse spiritualità dei movimenti.
Ed è così! Molti parlano di “caso”, altri parlano di “fortuna”, ma pochi parlano di “Spirito Santo” o di “divina provvidenza”.

Penso ad alcuni episodi della mia vita in cui ho percepito la presenza dello Spirito Santo. Vi racconto un episodio capitato qualche giorno fa.
«Dopo pranzo avevo ricevuto una notizia che mi ha mandato su tutte le furie in merito ad un “imbroglio” che un mio amico aveva fatto a danni di altri. La mia prima reazione è stata di giudizio. Poi la sera, durante l’adorazione Eucaristica, sentivo dentro di me una voce che mi diceva: “attento perché anche tu in passato hai fatto lo stesso errore e nessuno ti ha giudicato” e mi rivenivano in mente i momenti in cui, effettivamente, avevo “imbrogliato” a danni di altri. Poi ho aperto il mio libretto dell’Imitazione di Cristo e il segnalibro era al Cap.XIV del libro I, titolato: “evitare i giudizi temerari”. A quel punto un brivido mi ha percorso la schiena, ho fissato l’ostia consacrata e non sapevo cosa dire!»
Da questa esperienza ho capito che in quel momento era lo Spirito Santo che stava lavorando in me.

Ecco, con una piccola testimonianza, ho cercato di far capire cos’è lo Spirito Santo.
Chiediamo al Signore di inviare ogni giorno il Suo Santo Spirito affinché ci aiuti a crescere e a camminare nella vita e nelle esperienze di ogni giorno.


“Signore, grazie per il dono del Tuo Spirito che mi fa capire quando sbaglio. Grazie perché con l’invio del Tuo Spirito mi hai salvato tante volte da piccoli e grandi fallimenti, ma soprattutto grazie perché con il Tuo Spirito non mi ha mai giudicato, ma sempre guidato. Amen!”


sabato 16 maggio 2015

VII DOMENICA DI PASQUA – Ascensione del Signore (Anno B)

VII DOMENICA DI PASQUA – Ascensione del Signore (Anno B)
«Andate in tutto il mondo a proclamare il Vangelo a ogni creatura».

Questa frase per me è molto importante, perché mi aiuta a comprendere che il Vangelo non è solo per una categoria di persone, ma è per “ogni creatura”.
Il rischio di rendere il Vangelo per pochi è altissimo! Basta utilizzare un “linguaggio” particolare ed ecco che iniziano le suddivisioni di categorie di persone:
1)      I dotti;
2)      Gli ignoranti.
Secondo voi, perché Papa Francesco è molto “seguito” dai fedeli?
Per capire dove voglio arrivare vi racconto una storia.
«un professore di chimica, entra in un negozio e chiede al commesso: “scusi, avrei bisogno di C12H22O11” ma il commesso non capisce cosa il professore cerca. Fa qualche passo in avanti e incontra una persona anziana e fa la stessa domanda, ma anche in questo caso non ottiene risposta. Dopo vari tentativi incontra un suo collega e gli dice: “Sai cosa mi è successo? Ho chiesto del  C12H22O11 ma nessuno mi ha risposto, perché?” allora il collega gli dice: “seguimi e vedrai!” Si avvicina al commesso e chiede: “Scusi, avrei bisogno di un pacco di zucchero, dove posso trovarlo?” e il commesso gli risponde: “infondo allo scaffale, terzo ripiano sulla destra”.
Ecco, il rischio che corriamo è proprio questo. Portiamo un Vangelo che molto spesso non si capisce, o meglio, che capiscono pochi.
Mi sono fatto sempre questa domanda: “ma se la maggior parte delle persone utilizza un determinato linguaggio, perché noi (che conosciamo la santa dottrina della Chiesa) non possiamo adeguarci?
Attenzione, questo non significa cambiare i contenuti della dottrina della Chiesa, ma significa rendere accessibile a tutti il Magistero e la Tradizione della Chiesa.
Molte volte identifichiamo Cristo con il livello culturale, come se Cristo è solo per i sapienti e i dotti.
Cristo è di tutti;
la sua santa Chiesa è di tutti.

Allora chiediamo al Signore il dono dello Spirito Santo, affinché sia Lui a suggerirci le parole che sanno entrare nel cuore dell’altro e non la nostra bravura di sapere.


“Signore, aiutami ad essere un buon annunciatore del Tuo Vangelo, manda il Tuo Spirito ad illuminare la mia mente, affinché possa testimoniarti ad “ogni creatura” in modo semplice. Allontana da me la superbia e la vanità di saper parlare al cuore dei miei fratelli, perché sei Tu, Signore, che parli al cuore di ogni uomo. Amen!”


domenica 10 maggio 2015

VI DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

VI DOMENICA DI PASQUA (Anno B)
«Come il Padre ha amato me, così anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore».

La liturgia della Parola di questa domenica, si può sintetizzare in una sola parola: AMORE!
Ma cos’è l’amore?
L’amore è un lucchetto che unisce una catena. L’essere figlio è amore. Io uso sempre un’immagine bellissima per descrivere l’amore.
Noi tutti siamo figli. Il figlio non è altro che l’amore tra un uomo e una donna che si fa carne. Quindi ognuno di noi è la prova concreta che l’amore esiste e non è un futile sentimento, ma qualcosa di profondo, che prende vita.
L’amore non è qualcosa che si vende e si compra, ma è il frutto di un dono gratuito! Nessuno di noi è stato pagato per nascere, nessuno ci ha chiesto il permesso di nascere. Tutto proviene da un atto d’amore.

Oggi è anche la festa della mamma. Essere mamma, essere papà è davvero un grande dono di Dio. Essere genitori non si improvvisa. È un “ruolo” molto, ma molto serio ed importante.

L’Evangelista Giovanni ci dice che Dio è amore e in Lui vive la pienezza dell’Amore.
Gesù insite su questa frase: «rimanete nel mio amore» perché molto spesso ci lasciamo condizionare dalle situazioni e dalle “chiacchiere” del mondo (come il caso dei “bambini in provetta”, visto che abbiamo parlato di mamme e di figli).
C’è una frase bellissima in un libro di Dino Negro che dice: «io posso anche rifiutare Dio nella mia vita, ma non posso impedire che lui smetta di amarmi».
Ed è vero. Se Dio è la pienezza dell’amore, Lui non smetterà mai di amarci.
Molto spesso noi vediamo Dio come un violento castigatore, che manda malattie, terremoti, catastrofi. Ma secondo voi è normale che un Dio che è amore e che vive di amore, possa fare cose così brutte e malvagie?
Nei santuari, spesso si trovano adesivi per auto dove c’è scritto: «quando sali sulla macchina, assicurati che le gomme, i freni, le luci stanno in regola, allaccia la cintura, segui la segnaletica e la madonna ti proteggerà!»
Ecco un modo banale per dire che molte situazioni spiacevoli non sono opera di Dio, ma nostra imprudenza. Per questo il Signore ci ricorda sempre di seguirlo e di rimanere nel suo amore.
Allora chiediamo al Signore la forza di seguire sempre la via dell’amore e non la via più breve del compromesso.

“Signore, aiutami a rimanere nel Tuo Amore. Certo le vicende del mondo spesso sono di ostacolo e mi fanno cadere, ma so che Tu, Signore, non mi abbandonerai mai e starai sempre con me. Grazie perché ogni giorno mi ripeti questa frase bellissima: «rimani nel mio amore». Perdonami quelle volte che sono fuggito dal Tuo Amore per seguire il mio IO nel mondo. Amen!”

Senza Amore non si può vivere!

Vi lascio con un video di un canto molto bello sull’amore tratto dall’Inno alla Carità di S.Paolo.


domenica 3 maggio 2015

V DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

V DOMENICA DI PASQUA (Anno B)
«Ogni tralcio che in me non porta frutto, [il Padre] lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto».

Le parole sulle quali mi soffermo sono: tagliare e potare.
In greco questi due termini provengono dal verbo αιρω che significa portare via. Nel primo caso è utilizzato al presente, nel secondo caso il verbo ha una forma composta καθαιρει (καθ + αιρει) che letteralmente significa come + portare via.

Chi lavora la campagna sa la differenza tra portare via (sradicare) e come portare via (potare). Quel “come” indica un criterio da osservare per fare qualcosa.

Gesù è chiaro! Se il tralcio, il ramo non è buono, si deve eliminare, ma se è buono, bisogna curarlo con particolare attenzione.
In termini che ci riguardano. Se  noi dimentichiamo il Signore, se non vogliamo più far parte della sua vita, ci “taglia”. Se invece nel nostro cuore c’è il desiderio di stare con il Signore, Lui ci aiuta a crescere e ci dice “come tagliare via” le cose inutili per portare più frutto.
Seguire in Signore non è così scontato, non basta dire: «ho visto un miracolo, sono convertito!». Gesù utilizza l’esempio della vigna proprio perché sa che la fede è qualcosa di delicato, che ha bisogno di cure particolari. Un contadino che non cura la sua vigna, il suo orto, non avrà buon raccolto. Così anche la nostra fede.
Se non curiamo la nostra anima con il Sacramento della Riconciliazione e con l’Eucarestia, la nostra anima si appassirà, fino a seccarsi. Non voglio intimorire nessuno, ma un’anima secca, vuota, spenta, rischia tantissimo!

Gesù insiste tantissimo sull'espressione: «rimanete in me» perché sa che chi non rimane in Lui, fa una brutta fine.


“Signore, dimmi come portare via le cose inutili dalla mia vita. Aiutami a vivere in maniera più profonda i sacramenti e perdonami se qualche volta il frutto che ti ho offerto era poco. Aiutami Signore a offrirti sempre la primizia della mia vita, non per mia gloria, ma per il Tuo nome, perché Tu sei il Signore, in Vivente in eterno. Amen!”