XXXII DOMENICA T.O. (Anno A)
«La Sapienza […] si lascia trovare da coloro che la cercano»
Carissimi amici,
nel Vangelo di questa domenica, Gesù ci fa riflettere su due realtà: la saggezza e la stoltezza.
Vediamo cosa sono queste due realtà, partendo dal loro significato semantico.
Saggio proviene dal latino sapidus che significa avere senno, avere sapore. Il saggio è la persona sapiente, prudente, avveduta. Avere il dono della Sapienza, della saggezza, è molto importante, perché ti permette di rimanere vigile, attento sulle situazioni della vita. Il Saggio spesso è visto con sospetto, perché non si lascia condizionare dalle correnti, ma le sa prevedere e si sa preparare. Questo è il motivo per il quale dico sempre di verificare ogni notizia, di ragionarci sopra, di fare quello che comunemente chiamiamo discernimento. Tanti piccoli o grandi errori si possono tranquillamente evitare utilizzando la saggezza, che non significa essere muti e fermi, ma capaci di agire con intelligenza e scaltrezza.
Stolto proviene dal latino stultus che significa grossolano, insipiente, sciocco, immobile. Tra questi significati, due attirano la mia attenzione: insipiente e immobile. Essere insipiente è l’esatto contrario dell’essere sapiente, ed è facile capirlo. Immobile indica la persona che sta ferma, che non sa cosa fare, che non sa ragionare e vive costantemente in balia delle correnti e delle ideologie.
A livello umano, abbiamo capito che la saggezza è la soluzione a tutti i nostri problemi. A livello spirituale, la saggezza ci aiuta a ricercare e a vivere la vera fede. Che non si limita alle poche nozioni che abbiamo imparato o che ci hanno detto, ma che ci permette di fare un cammino serio, soprattutto rompendo quelli che sono i nostri schemi e preconcetti, ormai obsoleti. La stessa pagina del Vangelo, ogni giorno ci da nuovi spunti di riflessione. Cose che non avevamo mai capito.
La Sapienza è uno dei sette doni dello Spirito Santo. Chiediamo al Signore di mentes tuorum visita […] Accende lumen sensibus di visitare le nostre menti, di essere luce all’intelletto, come recita l’inno del Veni Creator.
Sarebbe davvero bello, ogni mattina, cantare il Veni Creatori per sentire questa forte presenza di Dio nella nostra vita. Non è un caso che esso viene cantato sempre all’inizio di un ritiro o di un momento particolare di preghiera. Senza lo Spirito Santo, nulla di buono si realizza nella nostra vita, rischiando poi di vivere da stolti!
Buon cammino!
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