XVIII DOMENICA T.O. (Anno A)
«Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?»
Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica ci pone due grandi riflessioni. La prima
è l’atteggiamento degli invitati alle nozze, che possiamo paragonare
ai cristiani che si dicono praticanti, ma in realtà lo sono solo di
facciata. Hanno il privilegio di essere parte del banchetto nuziale,
ma preferiscono fare le cose loro. La seconda riflessione è sugli
altri invitati, che possiamo paragonare ai tanti battezzati che non
sono praticanti, ma che ad un certo punto della loro vita hanno
incontrato Cristo e hanno deciso di seguirlo. Ma anche qui, il rischio
di essere come i primi è grande, perché tra i nuovi, uno non aveva
cambiato il vestito, cioè le sue vecchie abitudini e sappiamo la fine
che ha fatto.
A noi, il Vangelo di questa domenica ci vuole dire una cosa molto
semplice. Ognuno di noi è chiamato al banchetto di nozze dell’Agnello,
cioè la Parola, l’Eucaristia, ma sta a noi saper accogliere questo
invito. Cristo ci dona la sua salvezza, ma noi dobbiamo accoglierla. E
qui torna l’esempio della fonte che spesso cito. L’Amore di Cristo è
una sorgente d’acqua, che scorre sempre in eterno, ma per dissetarmi,
devo protendere le mani e prendere quell’acqua, non basta osservare la
sua bellezza mentre scorre. Ci vuole un movimento da parte nostra.
Allora, chiediamo al Signore la grazia della conversione, di accedere
al banchetto delle nozze eterne con il vestito giusto, che è il
vestito dell’Amore, della verità, della Speranza.
“Signore, tante volte mi sono accostato e mi accosto all’Eucaristia
con l’abito sbagliato, l’abito dei miei peccati. Non ne sono degno,
mio Signore, ma tu di soltanto una parola, ed io sarò salvato. Amen!”
Buon cammino!
«Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?»
Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica ci pone due grandi riflessioni. La prima
è l’atteggiamento degli invitati alle nozze, che possiamo paragonare
ai cristiani che si dicono praticanti, ma in realtà lo sono solo di
facciata. Hanno il privilegio di essere parte del banchetto nuziale,
ma preferiscono fare le cose loro. La seconda riflessione è sugli
altri invitati, che possiamo paragonare ai tanti battezzati che non
sono praticanti, ma che ad un certo punto della loro vita hanno
incontrato Cristo e hanno deciso di seguirlo. Ma anche qui, il rischio
di essere come i primi è grande, perché tra i nuovi, uno non aveva
cambiato il vestito, cioè le sue vecchie abitudini e sappiamo la fine
che ha fatto.
A noi, il Vangelo di questa domenica ci vuole dire una cosa molto
semplice. Ognuno di noi è chiamato al banchetto di nozze dell’Agnello,
cioè la Parola, l’Eucaristia, ma sta a noi saper accogliere questo
invito. Cristo ci dona la sua salvezza, ma noi dobbiamo accoglierla. E
qui torna l’esempio della fonte che spesso cito. L’Amore di Cristo è
una sorgente d’acqua, che scorre sempre in eterno, ma per dissetarmi,
devo protendere le mani e prendere quell’acqua, non basta osservare la
sua bellezza mentre scorre. Ci vuole un movimento da parte nostra.
Allora, chiediamo al Signore la grazia della conversione, di accedere
al banchetto delle nozze eterne con il vestito giusto, che è il
vestito dell’Amore, della verità, della Speranza.
“Signore, tante volte mi sono accostato e mi accosto all’Eucaristia
con l’abito sbagliato, l’abito dei miei peccati. Non ne sono degno,
mio Signore, ma tu di soltanto una parola, ed io sarò salvato. Amen!”
Buon cammino!
Nessun commento:
Posta un commento