XXII DOMENICA T.O. (Anno A)
«Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproveralo»
Carissimi amici,
come anticipato domenica scorsa, Pietro smentisce subito ciò che aveva professato!
Facciamo un piccolo passo indietro. Gesù chiede ai discepoli chi fosse Lui, e Pietro gli dice che Lui è il Cristo, il Figlio di Dio. Gesù è lusingato dalla risposta, ma smonta subito l’orgoglio di Pietro dicendogli che ciò che ha detto non proviene da lui, ma da Dio.
Infatti, quando Gesù gli prospetta che, prima di risorgere deve morire, ecco che Pietro si scandalizza e rimprovera Gesù. Non è la prima volta che succede questo. Succede sul Tabor, ma soprattutto nell’orto degli ulivi, quando Pietro dice di voler seguire Gesù in prigione e anche alla morte, ma basta un piccolo gruppo di soldati per far fuggire Pietro e gli altri discepoli, o ancora più grave è il rinnegamento che Pietro fa nel cortile del palazzo reale.
La domanda che viene fuori è questa: Ma Pietro ha fede oppure no?
La fede, come detto tante altre volte, è strettamente legata alla fiducia. La fiducia è qualcosa di molto sensibile, e a volte basta un dubbio, un sospetto, per metterla in crisi. La fiducia non è qualcosa di statico, ma dinamico. La fiducia va vissuta, curata, alimentata, ma soprattutto va dosata, cioè va data un po' per volta, altrimenti si rischia di fare come Pietro, che parte spedito e poi si ritrova fermo a terra.
Un fattore importante che mette a repentaglio la fiducia, quindi la fede, è l’emozionalità del momento vissuto. Pietro era così sicuro di sé, di ciò che aveva detto, tanto da rimproverare il Cristo, il Figlio di Dio.
Nella vita di fede, l’apparenza conta poco. È utile ma non indispensabile. Il perno, la colonna portante della fede è Cristo, il Risorto. Tutto il resto fa solo da cornice!
Ma quando diciamo che il centro della nostra fede è Cristo, dobbiamo mettere in conto non solo la Risurrezione di Cristo, ma anche la Passione. Infatti, se Gesù non moriva, non poteva risorgere! E Gesù oggi lo dice chiaramente. Se vogliamo seguirlo, dobbiamo farlo in tutto, anche sulla Croce. Ma attenzione! Prendere la Croce non significa soltanto caricarsi di un pezzo di legno e farsi uccidere. Gesù, prendendo la Croce, si è fatto carico dell’intera umanità, soprattutto di quella sofferente. Così anche noi siamo chiamati a farci carico degli altri, soprattutto dei più bisognosi. La via della Croce non è soltanto la via della morte, ma è la via della carità, dell’amore. Solo chi si fa carico degli altri, rinnegando sé stessi, cioè mettendo da parte l’egoismo, sarà capace di vivere non solo le gioie, ma anche le difficoltà, nella fede, nella fiducia in Cristo.
Nella mia vita, e soprattutto durante il percorso di formazione verso il sacerdozio, ho potuto sperimentare molte volte che se nel cuore non hai Cristo, tutto finisce e basta qualche difficoltà a far crollare tutto. Come fare, allora, davanti alle difficoltà? Innanzitutto non fermarsi a piangersi addosso, ma aprire la mente e il cuore per cercare una soluzione. Poi è fondamentale la preghiera, non una recita di formule già preparate, ma un dialogo aperto con Dio, dove gli vogliamo davvero affidare tutta la nostra vita, le gioie e i dolori, le attese e le speranze. E poi la ricerca dell’essenziale, del vero bene, cosa davvero è necessario alla mia vita.
Questo cammino costante, a piccoli passi, ci porterà a maturare la nostra fede. Porto l’esempio degli sportivi. Un calciatore, al esempio, se vuole rendere in campo e far vincere la squadra, deve fare un allenamento costante e serio e deve adottare un certo stile di vita. Non può accontentarsi di una sola partita vinta e poi rilassarsi. Così è anche la vita nella fede. Non basta un’esperienza mistica o di un’apparizione per dire: «ah, sto apposto così! Il Signore mi ama», ma ci vuole ben altro!
“Signore, ti affido tutto me stesso. Aiutami a crescere nella fede e donami la capacità di saper farmi carico delle sofferenze degli altri, come gli altri si sono caricati delle mie sofferenze, dei miei limiti. Grazie, perché ogni giorno sei con me e non mi abbandoni mai. Amen!”
Buon cammino.
domenica 3 settembre 2017
XXII DOMENICA T.O. (Anno A)
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