SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E
SANGUE DI GESÙ CRISTO (Anno A)
«Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno»
Carissimi amici,
La solennità del Corpus Domini nacque
nel 1247 in Belgio per celebrare la reale presenza di Cristo
nell'Eucarestia, in reazione alle tesi di alcuni teologi, secondo le quali
la presenza di Cristo non era reale, ma solo simbolica.
Papa Urbano IV nel 1264, estese la
solennità a tutta la Chiesa. All'anno precedente si fa risalire
tradizionalmente anche il Miracolo eucaristico di Bolsena.
Il brano del Vangelo di questa
solennità ci fa capire l’importanza dell’Eucaristia. Gesù fa riferimento alla
manna nel deserto. Ebbene, analizziamo questo racconto, per poi attualizzarlo e
renderlo utile alla nostra vita.
Il popolo ebraico è uscito dalla
schiavitù egizia, si ritrova nel deserto e ad un certo punto, si lamenta perché
ha fame e nel deserto non c’era nulla da mangiare. Dio allora va in soccorso
del suo popolo donando la sua «manna». Questo cibo accompagna il popolo fino
all’ingresso nella terra promessa.
I passaggi principali sono questi:
1)
Il popolo:
tutti i battezzati;
2)
Il deserto:
il percorso della vita, dalla nascita alla morte;
3)
La terra promessa:
la vita eterna, il Paradiso;
4)
La manna:
l’Eucaristia.
La sintesi potrebbe essere questa: Per ottenere la vita eterna, è necessario
nutrirsi dell’Eucaristia.
L’Eucaristia non è semplicemente un
pezzo di pane o un po' di vino, ma è davvero un cibo che ci permette di vivere
la nostra quotidianità in maniera diversa, viva, forte. Ma questo lo si capisce
solo se si fa esperienza di tutto ciò.
Non si può parlare di Dio se non si è
fatta esperienza di Dio;
Non si può parlare di Misericordia,
se non si fatta esperienza di Misericordia;
Non si può parlare di Eucaristia, se
non si è fatta esperienza della presenza di Dio in quel frammento di pane, come
hanno fatto i discepoli di Emmaus.
Credere nell’Eucaristia non è facile,
infatti non è semplice tradurre e spiegare il termine «transustanziazione». Credo
che l’approccio migliore, rimane il racconto dell’ultima cena e il discorso che
fa Gesù nel capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, che trovano la piena
realizzazione nel racconto dei discepoli di Emmaus, dove riconoscono Gesù nel
pane spezzato.
Ecco allora che l’Eucaristia è frutto
di un’esperienza vissuta. Un’esperienza talmente grande che cambia l’esistenza.
L’Eucaristia non cambia la nostra condizione umana, ma di certo è un valido
sostegno nei momenti difficili.
Queste non sono parole, ma esperienza
vissuta. Senza l’Eucaristia molte prove e difficoltà non le avrei superate.
“Signore,
grazie della tua presenza in mezzo a noi. Grazie perché mi nutri e mi
accompagni lungo il percorso della mia vita. Perdonami per tutte le volte che
ho dubitato della Tua presenza e di averti messo all’angolo. Ma Tu, nonostante
tutto, sei ancora qui con me e mi tieni per mano. Gesù, confido e spero in te.
Amen!”
Buon cammino!
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