domenica 30 aprile 2017

III DOMENICA DI PASQUA (Anno A)

III DOMENICA DI PASQUA (Anno A)
«Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero».

Carissimi amici,
secondo molti studiosi del Vangelo di Luca, il racconto di Emmaus è la prima celebrazione Eucaristica che i discepoli vivono dopo la Pasqua. Effettivamente, se ci pensiamo, leggendo il racconto del capitolo 24 del Vangelo di Luca, notiamo alcuni passaggi in comune con l’attuale celebrazione dell’Eucaristia. Innanzitutto la liturgia della Parola. I discepoli raccontano alcuni passaggi di ciò che era accaduto e Gesù «spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui». Ciò che fa Gesù, possiamo paragonarlo all’omelia. Poi c’è la parte più importante. Gesù prende il pane, lo benedice e lo dà ai discepoli ed in quel momento loro riconoscono Gesù. Nello spezzare il pane. Ogni cristiano, nella celebrazione Eucaristica, riconosce Gesù nell’ostia consacrata.

L’Eucaristia è il dono più grande che Gesù ci ha fatto. Quando è asceso al Cielo, Gesù ha detto: «Sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Ed è vero. Ogni giorno Gesù è con noi, soprattutto nell’ostia consacrata. L’apice di questa vicinanza sarebbe ricevere l’Eucaristia, nutrirci dell’ostia consacrata, ma ci sono situazioni nelle quali questo non è possibile, ma Gesù è sempre lì, ed ecco un grande dono che la Chiesa ci ha fatto: l’Adorazione Eucaristica, il tabernacolo. Per me questo è davvero un grande dono, perché mi permette di unirmi a Gesù attraverso la preghiera e soprattutto il dialogo. Non è assolutamente tempo perso rimanere a guardare il tabernacolo o l’ostensorio. Tante volte, proprio nel rimanere lì, ho avuto modo di sfogarmi, e allo stesso tempo ho ottenuto tanta consolazione.

L’incontro con il Risorto cambia la vita. I discepoli prima erano tristi e non credevano alle donne che avevano visto Gesù Risorto, ma dopo loro stessi sono tornati indietro, con la gioia nel cuore, ad annunciare che Gesù è Risorto.
È un cammino graduale. Siamo partiti dal sepolcro vuoto, poi l'esperienza di Tommaso che tocca il corpo di Gesù e oggi Gesù che si rivela nell'Eucaristia.

Dopo questi passaggi, non abbiamo più bisogno della tomba vuota, non abbiamo bisogno di toccare il corpo storico di Gesù, perché abbiamo l'Eucaristia. L'Eucaristia (presa e/o adorata) è il centro di tutta la fede cristiana. Gesù è risorto, ed è realmente presente in mezzo a noi.

La sintesi di questo percorso la troviamo proprio in questo brano, dove Gesù prima si mostra, ma poi, fisicamente scompare, ma rimane nel cuore dei due discepoli.

Chiediamo al Signore di farci ardere il nostro cuore d’amore, di annunciare al mondo che Gesù è vivo e presente in mezzo a noi nell’Eucaristia.

“Signore, grazie del dono dell’Eucaristia. Grazie perché sei sempre con noi, soprattutto quando le tenebre si avvicinano. Grazie perché ti fai mio compagno di cammino. Un cammino non sempre facile, ma con te accanto, la via della felicità eterna è sempre più facile da intraprendere. Amen!”

Buon cammino.

sabato 22 aprile 2017

II DOMENICA DI PASQUA “Domenica della Misericordia” (Anno A)

II DOMENICA DI PASQUA “Domenica della Misericordia” (Anno A)
«Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto»

Carissimi amici,
ho scelto questa frase, perché credo che nessuno di noi abbia mai visto il Gesù storico, eppure facciamo un cammino di fede. Secondo Gesù, noi siamo beati. Ed è vero! La fede è un atteggiamento di fiducia nel mistero. Avere fede in qualcosa di ovvio, di scontato, non ha senso. Avere fede significa rischiare, vivere un’avventura, essere pronti a tutto. Avere fede significa credere anche nell’incertezza più oscura. Ma allora perché siamo beati? Perché l’uomo che ha fede, è l’uomo che spera, che vive la vita in chiave positiva, dove il fallimento, la morte non sono l’ultima parola. L’uomo che crede è l’uomo che scorge il piccolo raggio di luce che può illuminare la vita.

Ma a volte la realtà che ci circonda è troppo negativa: la crisi economica, la mancanza di lavoro, la mancanza di valori, ecc. tutte queste cose, sembrano metterci in difficoltà, come è successo a Tommaso. La Passione, la Croce, le persecuzioni, hanno messo in crisi il povero Tommaso, non riesce a credere che dopo tanto dolore e morte, ci possa essere qualcosa di bello come la Risurrezione, eppure la stessa realtà dimostrerà che Tommaso si sbaglia, che noi ci sbagliamo.

Quando mi capita di ascoltare storie davvero difficili e complesse, mi chiedo: «come posso dare un filo di speranza?» Sarà strano, ma mentre ho questi pensieri, mi viene in mente il ritornello di una famosa canzone: «ma il cielo è sempre più blu». Effettivamente è vero. Le nostre giornate spesso sono segnate da nebbia, da piogge, da neve, da tempeste, ma al di sopra delle nuvole c’è sempre il sole e prima o poi tornerà a spendere. Così è anche la nostra vita. Ci saranno tante tempeste, ma non dobbiamo temere, perché prima o poi tornerà a splendere il sole. Le nuvole vanno e vengono, il sole, la luna sono sempre là, pronte a ridare luce alla nostra esistenza.
Cristo è il nostro sole! Cristo è la grande stella luminosa che illumina il nostro cammino! Questa è la speranza cristiana. Ed ecco che siamo davvero beati, perché crediamo che Cristo è al di sopra di ogni tempesta. Cristo è la speranza per una vita migliore, Cristo è il padrone della vita.

Chiediamo al Signore di aumentare la nostra fede e di donarci la forza e il coraggio di gridare al mondo che Cristo è veramente risorto ed è il sole che disperde le nostre tenebre.

San Giovanni Paolo II, ci ha fatto dono di ricordare in questa domenica, la grande ed infinita Misericordia di Dio. Gesù ha avuto misericordia di Tommaso e ha sempre misericordia per ciascuno di noi. È vero, il peccato è sempre davanti a noi (cfr. Sal 50), ma Gesù va oltre il nostro peccato. Vi ripropongo la frase di Santa Teresina di Gesù Bambino sulla Misericordia: «Se avessi mai commesso il peggiore dei crimini, per sempre manterrei la stessa fiducia, perché so che questa moltitudine di offese non è che goccia d’acqua in un braciere ardente».

Signore, in questo tempo così difficile, la mia fede è messa a dura prova. Aiutami a credere sempre di più nel tuo Amore e nella tua Misericordia. Io so che Tu sei il mio Signore e il mio Dio. Ti affido tutto me stesso, le mie vittorie e i miei fallimenti. Ti ringrazio perché ogni giorno mi illumini e mi riscaldi con la tua luce.
Signore, abbi Misericordia di me e del mondo intero. Amen!”

Buon cammino!

domenica 16 aprile 2017

DOMENICA DI PASQUA IN RESURRECTIONE DOMINI (Anno A)

DOMENICA DI PASQUA IN RESURRECTIONE DOMINI (Anno A)
«Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto»

Carissimi anici, Gesù è risorto!
Parlare di Risurrezione non è così facile, perché la Risurrezione non è un semplice racconto o una spiegazione teologica. La Risurrezione è un incontro! Un incontro personale con Gesù Risorto.

Ma come possiamo fare questo incontro? Innanzitutto davanti al sacramento dell’Eucaristia. È nel pane spezzato che i discepoli di Emmaus riconoscono il Risorto. Ma l’incontro con Gesù Risorto, lo facciamo ogni volta che, dopo un periodo negativo, ritroviamo la forza e la gioia di vivere. Passare da momenti negativi a momenti positivi può essere un modo per fare esperienza della risurrezione.
Ma non solo!
È’ risurrezione quando un brutto male scompare;
E’ risurrezione quando usciamo dal confessionale;
E’ risurrezione quando auguriamo la pace;
E’ risurrezione quando nel cuore abbiamo la certezza che i nostri cari defunti contemplano felici il volto di Dio.

Noi ogni giorno possiamo fare tra di noi esperienza di risurrezione. Come? Con una cosa che può sembrare banale, ma che invece è importante e salutare: un sorriso sincero e non solo di cortesia!
Come ci ricorda spesso il Papa: «non lasciamoci rubare la gioia.» Ovviamente questo non significa banalizzare le situazioni di dolore, ma significa essere portatori di speranza! In una situazione drammatica, come portiamo speranza? Gridando e piangendo? No! Ma facendo silenzio e portando impresso sul volto il sorriso della speranza.

Ascolto spesso tante storie di persone che hanno grandi problemi di salute o di famiglia! Vi posso testimoniare che mostrare il sorriso della speranza e della fiducia, accompagnato da gesti di affetto è molto più efficace di grandi e commuoventi discorsi filosofici e teologici. Gesù risorto si avvicina delicatamente a Maria di Magdala e non fa grandi discorsi, dice solo una parola: «Maria!» il tutto accompagnato dal sorriso della speranza e della fiducia. Ed è in quella parola, in quel sorriso che Maria vede (οραω) il Risorto e corre dagli Apostoli a portare l’annuncio: «Ho visto il Signore!».

Allora, da oggi, iniziamo anche noi a fare esperienza della Risurrezione e ad essere portatori del lieto annuncio: «Cristo è risorto!».

“Signore, ancora una volta mi dai la possibilità di dire al mondo che Tu sei Risorto, vivo e presente in mezzo a noi. Ancora una volta mi dai la possibilità di fare esperienza del Tuo Amore e della Tua Misericordia. Ancora una volta mi chiami per nome e mi dici: «Alzati!». Grazie Signore. Con la tua Risurrezione, hai dato un senso alla mia vita, alla mia esistenza, perché la mia vita non finirà nel sepolcro, ma continuerà nel Cielo, accanto a Maria e ai Santi. Amen!”

Buon cammino con il Risorto, Alleluja!