venerdì 31 marzo 2017

V domenica di Quaresima (anno A)

V domenica di Quaresima (anno A)
«Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».

Gesù è via verità e vita. Con questa domenica, concludiamo la comprensione di queste tre dimensioni. Gesù come verità lo abbiamo incontrato al pozzo di Giacobbe con la samaritana; Gesù come via lo abbiamo incontrato alla piscina di Siloe con il cieco nato; Gesù come vita lo incontriamo oggi a Betania dove anticipa ciò che avverrà dopo la sua passione.

Davanti al grande mistero della morte, anche Gesù si rattrista, si commuove, piange. Anche se l’evento pasquale, ha cambiato il fine della morte, la sua essenza è rimasta comunque la stessa. Se prima della Pasqua la morte era la fine, con la Pasqua di Gesù è diventata un passaggio verso l’eternità del Cielo. Per compiere questo passaggio, c’è bisogno di questa «distanza» dal mondo e dagli affetti più cari. Questo inevitabile passaggio, genera in coloro che rimangono al di là di questa barriera, un senso di dolore interiore, di una ferita dell’anima e del cuore. Questo stato di dolore porta l’uomo ad interrogarsi, o meglio a interrogare Dio, così come fanno le sorelle di Lazzaro. Gesù lascia che queste povere donne esternino il loro dolore e la loro rabbia e lui stesso si unisce al loro dolore, ma poi le richiama alla fede. Questo è un passaggio importantissimo, che non bisogna trascurare. Passata la fase del lutto, del dolore, bisogna chiedersi: «ma Gesù è davvero risorto?».

C’è una solennità a me molto cara. È la solennità dell’Assunzione di Maria. Maria è la prima creatura (ed unica in questa modalità), che è morta, risorta ed ascesa al cielo nello stesso momento. La seconda lettura di questa solennità, parla della risurrezione di Gesù come primizia (cfr. 1Cor 15,20-26). Gesù è la primizia per eccellenza, ma Maria ci conferma che la Pasqua di Gesù è vera e non è solo per coloro che hanno la natura divina, Gesù appunto, ma riguarda tutti. Per dirla in termini più semplici: ciò che in un istante è avvenuto in Maria, a noi avverrà nel tempo. Questo periodo temporale, non definibile, è dovuto alla nostra purificazione. Una volta purificati staremo anche noi insieme a Maria e ai Santi a contemplare il volto di Dio. Questa è la grande speranza cristiana! La morte non è più la fine di tutto, ma il passaggio obbligatorio per il Cielo. Umanamente non si comprende, ma la fede e la testimonianza dei Santi, ci aiutano a comprendere questo grande mistero.

Morte e Risurrezione camminano insieme. Gesù non poteva risorgere se non moriva. Noi cristiani non crediamo in una persona viva o in una persona morta. Noi crediamo in una persona risorta! Gesù porta con sé i segni della passione, come vedremo nel Vangelo dell’ottava di Pasqua. Gesù non ri-torna in vita, ma assume una condizione tutta nuova. Non è la stessa vita di prima, ma una vita nuova, trasformata, come dice il prefazio dei defunti: «la vita non è tolta, ma trasformata». Gli evangelisti, in particolare Giovanni, questo passaggio lo hanno capito bene, infatti in Gv 20 Maria di Magdala non riconosce subito Gesù, in Lc 24 i discepoli nemmeno lo riconoscono per la strada verso Emmaus.

Insomma tutto questo lo possiamo riassumere in queste parole: se ci affidiamo a Gesù, se crediamo in Lui, la nostra vita non finirà nella tomba, ma continuerà nel cielo. Come rendere concreto tutto questo? Fare esperienza che Gesù ci libera dai nostri peccati nel Sacramento della Riconciliazione. Questo Sacramento, possiamo dire, è un’anticipazione della Risurrezione, così come il Battesimo.

Allora affidiamoci al Signore e chiediamogli di aumentare la nostra fede, soprattutto nei momenti più duri e dolorosi. Guardiamo alla Vergine Maria, che dal cielo ci indica la via per raggiungere il Paradiso.

“Signore, Tu sei la risposta positiva alla mia morte, non solo fisica, ma soprattutto spirituale. Tu sei l’unico che mi tende la mano e mi tiri fuori dal mio male. Signore, abbi pietà di me e aiutami a credere sempre di più alla Risurrezione della carne e alla vita eterna. Amen!”

Buon cammino!

venerdì 17 marzo 2017

III DOMENICA DI QUARESIMA (Anno A)

III DOMENICA DI QUARESIMA (Anno A)
«Non è per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Carissimi amici,
per comprendere questa frase, bisogna raccontare il contesto da dove proviene questa frase. Gesù incontra una donna samaritana con la quale intrattiene un discorso molto interessante e profondo. Tanto profondo da suscitare nella donna la gioia di aver incontrato il Messia. Questa donna porta l’annuncio nel paese e tutti accorrono da Gesù. Dopo aver fatto anche loro l’esperienza di aver incontrato Gesù, viene fuori questa frase. Questa frase, in una lettura affrettata, può sembrare dispregiativa nei confronti della donna, ma in realtà rivela qualcosa di profondo è importantissimo per un cammino di fede.

La fede non è un «sentito dire», ma è un incontro reale e concreto. La Quaresima è il tempo in cui noi siamo chiamati a fare questo incontro personale con Gesù. Non dobbiamo fermarci solo a coloro che ci raccontano qualcosa. Certo, la testimonianza indiretta è importante, fondativa, ma senza l’incontro diretto, non serve a nulla. Come una casa. Hai le fondamenta, ma se non costruisci le mura, i pavimenti, porte, finestre, ecc. non ti serve a niente.

La testimonianza iniziale, è come un segnale di indicazione, che mi dice che a un certo numero di km c’è un certo paese. Per fare una vera esperienza di quel paese devo raggiungerlo e solo dopo averlo raggiunto posso capire cos’è realmente e soprattutto capisco che quel segnale di indicazione non è più sufficiente. Possiamo dire che la samaritana è come Giovanni Battista. Ha indicato la via verso il Signore, ma allo stesso tempo, anche la samaritana è chiamata a diminuire, perché Lui deve crescere.

Il problema è che, spesso e volentieri, a noi piace avere intorno persone che ci dicono belle cose sulla fede, e ci illudiamo di fare un vero cammino di fede, come un bambino sul passeggino. Lui crede che sta facendo un cammino, un percorso, ma in realtà è solo comodamente seduto, mentre è un altro a camminare, o meglio a spingere il passeggino. Ma se la persona che spinge si allontana? Ecco che la disperazione si impadronisce della nostra vita, restiamo fermi lì a piangerci addosso e attendere un’altra persona che ci porta a spasso.
Ripeto, la testimonianza serve, ma occorre che noi ci alziamo e facciamo il nostro percorso con Gesù, e sottolineo il NOSTRO PERCORSO.

Ognuno di noi è chiamato ad essere come la samaritana, cioè portatori di un annuncio di speranza, ma allo stesso tempo dobbiamo essere come i suoi paesani, che sono andati oltre la testimonianza della samaritana e hanno fatto un incontro personale con Gesù.
Solo quell’incontro, ci permetterà di fare un cammino autentico. E allora, alziamoci dai nostri comodi passeggini, e andiamo incontro al Signore.

“Signore, grazie perché mi hai fatto incontrare tanti testimoni del tuo Amore. Grazie perché ho avuto la possibilità di incontrarti. Grazie perché mi hai permesso di testimoniarti. E allo stesso tempo ti chiedo scusa se molte volte sono rimasto seduto nel mio comodo passeggino, accontentandomi delle testimonianze degli altri senza cercarti veramente. Signore Gesù, grazie e abbi misericordia di me. Amen!”

Buon cammino!

venerdì 10 marzo 2017

II DOMENICA DI QUARESIMA (Anno A)

II DOMENICA DI QUARESIMA (Anno A)
«È bello per noi essere qui».

Carissimi amici,
nella II domenica di Quaresima dei tre cicli liturgici (A, B, C), la Chiesa ci fa meditare il Vangelo della trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Questo evento la Chiesa lo ricorda il 6 agosto e per molti questa festa è considerata la «Pasqua dell’estate». Ma perché? Cosa ha di particolare questo brano del Vangelo? In questo brano viene raccontato un anticipo della Pasqua, della Risurrezione, della glorificazione.
In questo brano, Gesù chiama alcuni discepoli a seguirlo sul monte. Mentre Gesù è in preghiera, accade qualcosa di meraviglioso. Gesù emana una grande luce, una luce accecante e in questa luce si intravedono addirittura Mosè ed Elia. Pietro è talmente preso ed emozionato che non vuole lasciare che questo momento passi, ma duri per sempre, ma Gesù lo riporta alla realtà, facendogli capire che a quella gloria ci arriverà, ma non subito e soprattutto non così facilmente.

La gloria di Dio, il Paradiso è la meta, cioè un traguardo che siamo chiamati a raggiungere. Come? Attraverso un cammino. Come ricordava Papa Francesco ai giovani il 5 luglio 2014 a Castelpetroso (Is), la vita va camminata, cioè avere una meta, seguire il filo rosso che ci porta fuori dal labirinto, verso il cielo. Quindi non un semplice vagabondare, ma camminare. La differenza che c’è tra il vagabondo e il camminatore è che il primo gira a vuoto, si ferma quando vuole, anche quando non è stanco, torna indietro, poi riparte, ecc. il secondo sa che deve raggiungere un obiettivo e cammina, non si ferma, non torna indietro. Chi cammina conosce anche la fatica, la stanchezza, ma nel suo cuore sa che più cammina, più la meta si avvicina.
Ecco allora il tempo della Quaresima, un tempo nel quale noi siamo chiamati ad incamminarci verso la Pasqua. Oggi Gesù ci ha mostrato cosa avverrà alla meta, ma allo stesso tempo oggi ci chiede di avviarsi verso di essa.

Lungo questo percorso incontreremo tanti personaggi che camminano e hanno camminato come noi, in particolare la Samaritana, il cieco nato, Marta, Maria e Lazzaro e tanti altri. Da questi personaggi abbiamo tanto da imparare.
Allora, dopo aver intravisto cosa accadrà alla nostra vita, mettiamoci in cammino insieme con loro verso la Pasqua.

Il cammino è in salita e faticoso, ma non dobbiamo disperare, perché Gesù è con noi, sempre!

“Signore, accompagnami nel cammino verso il cielo. So che il cammino è lungo e faticoso e spesso inciampo tra gli ostacoli. Ma so anche che tu fai di tutto per rialzarmi e farmi riprendere il cammino. Grazie per tutto ciò che fai per me e scusa per tutte le volte che, ho fatto retromarcia nel cammino verso Te, che sei la luce del mondo. Gesù, Misericordia! Amen!”


Buon cammino!