VI DOMENICA T.O. (Anno A)
«vi fu detto, ma io vi dico».
Carissimi amici,
il Vangelo di questa VI domenica del tempo ordinario, ci vuole esprimere un concetto essenzialmente semplice, ma tuttavia complesso. Il concetto e’ questo: per entrare nel regno dei cieli non basta seguire la Legge in maniera meccanica, ma bisogna capire il senso della Legge e vivere di conseguenza. In altri termini Gesù ci vuole dire che non basta curare la forma, ma curare piuttosto l’essenza. Non FARE il cristiano, ma ESSERE cristiano.
Riflettendo su questo concetto, mi veniva in mente la spiegazione della famosa frase di Papa Francesco sulla questione del porgere l’altra guancia. Lui disse che se qualcuno avrebbe offeso la madre, probabilmente avrebbe reagito con un pugno. Questa frase, in un primo momento, ha dato scandalo, ma successivamente, il Papa spiega cosa voleva dire. Lui dice che in teoria bisogna porgere l’altra guancia, ma siccome siamo esseri umani, siamo limitati, abbiamo anche una dignità da difendere, non sempre e’ facile porgere l’altra guancia. Che cosa bisogna fare? Basterebbe non provocare l’altro. Per dirla con il linguaggio di Gesù: «vi fu detto di porgere l’altra guancia, ma io vi dico: non offendere tuo fratello».
Questo e’ un esempio concreto di come bisogna vivere andando oltre la Legge. In un certo senso, Gesù ci vuole far riflettere sul perché bisogna avere un certo comportamento, un certo stile di vita. Per Gesù il cristiano deve essere colui che ama per amore, non per rispettare un precetto. L’amore non e’ vincolato dalla Legge, l’amore non ha bisogno della Legge, perché l’amore stesso e’ la Legge della vita.
Nel Vangelo di questa domenica, troviamo questa frase: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore». Possiamo sintetizzarla così: «se sai che quella donna e’ sposata, lasciala stare, non interferire nel suo matrimonio». Ho voluto mettere questa frase, perché molto spesso i divorzi avvengono per questo motivo.
Allora chiediamo al Signore l’umiltà e la capacità di essere cristiani autentici, di non essere superficiali nel rapporto con Lui e con gli altri. Solo vivendo l’autenticità e la profondità, saremo liberi da norme e precetti, che rischiano di diventare un peso opprimente.
“Signore, grazie per avermi suggerito di aprire il cuore, di entrare nella profondità del mio vivere, del mio essere. Perdonami per quelle volte che ho indossato la maschera del buon cristiano, senza esserlo nel cuore. Insegnami a vivere in pienezza e verità il rapporto con Te e con i miei fratelli, non per mio vanto e orgoglio, ma solo per amore del Tuo nome. Amen!”
Buon cammino!
Nessun commento:
Posta un commento