sabato 28 novembre 2015

I DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)

I DOMENICA DI AVVENTO (Anno C)
«Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Carissimi amici,
con questa domenica iniziamo un nuovo anno liturgico e ci aiuterà in questo cammino l’Evangelista Luca.

Come ogni anno, la Chiesa ci fa vivere il tempo dell’Avvento, che ci porta a vivere la solennità del Natale.
L’Avvento è un tempo di conversione e di attesa e nel Vangelo di questa domenica, Gesù ci invita a cambiare stile di vita, perché il mondo non è eterno e presto potrebbe finire. Ma allo stesso tempo ci chiede di attendere la sua venuta, di rimanere vigili.

Il messaggio più importante che oggi Gesù ci lascia lo possiamo riassumere così: «Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi». Ma cosa fare? Una cosa molto bella, ma difficile da fare! Trovare almeno 10 minuti al giorno per parlare con il Signore della nostra vita.
Nei tempi forti solitamente propongo anche un video che può aiutare a capire e a vivere meglio il Vangelo. Questa domenica vi propongo un brevissimo video, che può sembrare ironico e banale, ma contiene una profonda verità.
Non vi nascondo che anche io ho difficoltà a concentrarmi sul dialogo personale con Dio, quindi il Vangelo e il video sono in primis per me.

La frase che ho scelto è carica di speranza, soprattutto perché stiamo per iniziare il Giubileo della Misericordia, voluto da Papa Francesco.
Questo è il tempo per rialzarci dalla caduta, questo è il tempo di guardare il cielo, perché tra le stelle del cielo c’è il Signore, la stessa stella che ha guidato i Magi e che guiderà ciascuno di noi all'incontro con Gesù alla fine dei tempi.
Questo è il senso dell’Avvento, questo è vivere il Natale!
Fare l’incontro con Dio, non un Dio invisibile, ma un Dio rivestito di umanità, un Dio-uomo.

Buon Cammino di Avvento!


“Signore Gesù, perdonami per tutte le volte che ti ho trascurato preferendo fare altre cose, anche le più sciocche. Aiutami a rialzarmi e a fissare il cielo per scorgere il tuo Amore e la tua Misericordia. Aiutami a non perdere la speranza che un giorno tornerai. Sono consapevole di non meritare il Paradiso, ma so che il tuo Amore è più forte del mio peccato. Gesù, ho bisogno di te! Vieni presto. Amen!


sabato 21 novembre 2015

XXXIV DOMENICA T.O. (Anno B) - SOLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO

XXXIV DOMENICA T.O. (Anno B)
SOLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO
«Tu lo dici: io sono re»

Il tema centrale di questa solennità è il Regno di Dio. L’Evangelista Giovanni descrive la regalità di Gesù, negli ultimi capitoli del Vangelo, in particolare nel racconto della Passione. Dopo che Gesù si dichiara Re davanti a Pilato, Giovanni descrive le fasi successive della “presa di possesso” del Regno: la corona di spine, la canna di bambù, il manto di porpora ed infine il trono che è la Croce.
Con questo passaggio duro, violento, di morte, Giovanni ci vuole dire che il Regno di Dio è la Passione, non solo in senso di dolore fisico, ma soprattutto nel grande sentimento dell’amore, di un amore così grande, coinvolgente ed intenso che porta perfino a morire per l’altro.
C’è una frase molto bella che dice così: «chi ama soffre (s’offre), chi non ama fa soffrire». Ma è bello anche questo gioco di parole: amare è servire; servire è regnare!

È difficile parlare di Regno di Dio, soprattutto in questi giorni in cui la pace mondiale è messa in crisi. Dopo l’ultima strage di Parigi, del Libano, della Siria, tutti vorremmo che Dio vendicasse queste povere persone innocenti secondo la nostra logica. Ma non sarà così! Dio non ripaga il male con il male, non uccide chi uccide. Gesù, dal suo trono da il suo giudizio: «Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Il giudizio di Dio è la Misericordia!

Questa domenica vi lascio con un testo liturgico molto bello ed adatto per la situazione attuale di crisi e conflitto.

“Signore, riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell’uomo, e in un mondo lacerato da lotte e discordie lo rendi disponibile alla riconciliazione. Con la forza dello Spirito tu agisci nell'intimo dei cuori, perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano
e i popoli si incontrino nella concordia. Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono. Amen!” (Prefazio della Preghiera Eucaristica della Riconciliazione II)

Da domenica prossima inizia il cammino verso il Natale. Prepariamoci ad accogliere il Signore, non con le solite parole: «a Natale siamo tutti più buoni!», ma con i fatti, con la nostra vita. S.Francesco raccomandava ai suoi frati di annunciare il Vangelo con la loro vita, e se necessario, anche con le parole.


Buon cammino verso un nuovo anno liturgico, in attesa del Signore!

sabato 14 novembre 2015

XXXIII DOMENICA T.O. (Anno B)

XXXIII DOMENICA T.O. (Anno B)
«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»

Questa frase è carica di speranza perché Gesù ci dice che anche se tutto ciò che ci circonda passerà, finirà, la sua Parola e la sua presenza rimarranno per sempre.

In questi giorni le notizie principali dei giornali, della TV, dei social network riguardano gli scandali, gli errori dentro la Chiesa, dimenticando che ogni battezzato è Chiesa.
È scandalo un marito che tradisce sua moglie e viceversa;
è scandalo un lavoratore che ruba sul posto di lavoro;
è scandalo governare in maniera sbagliata una nazione.
La Chiesa, nel suo insieme, purtroppo è piena di scandali, ma non dobbiamo dimenticare che la Chiesa non è solo nostra, ma è soprattutto di Dio, e «le porte degli inferi non prevarranno su di essa».
Una cosa è certa. Dio non abbandonerà la sua Chiesa, il suo popolo.

I “grandi” profeti apocalittici (Nostradamus, Maya, ecc.) annunciano la fine del mondo senza speranza. Gesù ci dice che dopo la fine del mondo, ci sarà la vita eterna, il Paradiso.

In questo particolare momento storico, preghiamo per la Chiesa universale, preghiamo per il Papa affinché continui il lavoro che il Signore gli ha affidato.

Non giudichiamo! Pensiamo ai nostri errori, alle nostre fragilità e affidiamoci all'infinita Misericordia di Dio.
In questa perenne lotta tra bene e mane, il diavolo vuole che prendiamo distanza dalla Chiesa. Ma Dio è più forte di Lui.
È come una partita di calcio. Io tifo la squadra di Dio (che è la Chiesa), e tu?

“Signore, in questo momento di prova, dove la Tua Chiesa è attaccata, aiutami a rimanere fedele a Te e alla Tua Chiesa. Questa lotta è dura,ma la Tua Parola e la Tua presenza mi danno grande speranza. Nel mio cuore sono impresse queste Tue parole: «Non temete! Sarò con voi fino alla fine del mondo». Perdonami per le volte che ho giudicato gli altri senza giudicare prima me stesso; perdonami quando ho dato scandalo, dimenticando che anche io, come battezzato, faccio parte della Tua Chiesa. Signore, abbi pietà di me. Amen!” 

Un pensiero va oggi alle vittime degli attentati in Francia. Ancora del sangue innocente è stato sparso a causa dell’odio e della violenza.

Il Signore ha già santificato questo nuovo sangue sparso. La Chiesa oggi ha nuovi santi martiri.

sabato 7 novembre 2015

XXXII DOMENICA T.O. (Anno B)

XXXII DOMENICA T.O. (Anno B)
«Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri»

Gesù ancora una volta ci dice che la carità non si fa con i soldi, ma con la vita.

Ma partiamo analizzando tutto il contesto del Vangelo di questa domenica. Nella prima parte Gesù ci dice di stare alla larga da persone troppo “borghesi” o come si dice: “con la puzza sotto il naso” perché questo tipo di persone amano mostrare il loro IO, i loro successi, le loro imprese.
Qui ovviamente non si fa un discorso economico della serie RICCHI VS POVERI, ma un discorso di stile di vita.
La seconda parte del Vangelo troviamo la folla che mette delle monete nel tesoriere e una vedova che mette anch'essa delle monete in questo tesoriere.
Nell'epoca di Gesù, la vedova era considerata un nulla, non aveva diritti, niente sostentamento, quasi un rifiuto della società.
Gesù elogia la vedova, non perché povera, non perché emarginata, ma perché ha avuto il coraggio e la capacità di dare tutta se stessa, tutto ciò che aveva.

Io, che non sono ricco, non riesco ad essere come la vedova. Prima di dare devo fare i miei calcoli, devo vedere dove posso risparmiare, ecc.
Non ho ancora la capacità di donare senza calcolare, senza mettere in mostra il mio IO.
Nonostante questo, Dio è stato sempre misericordioso con me. Più di una volta mi ha dimostrato che se dono con il cuore senza calcolare, ricevo cento volte tanto.
Penso alle amicizie, che sono il dono più grande che ho ricevuto, perché il vero amico è disposto ad aiutarti nel momento del bisogno. Adesso in Seminario ho due amici davvero speciali, che mi aiutano con lo studio nel momento degli esami, che mi sostengono nei momenti più faticosi, che gioiscono nei momenti di gioia.

Non dobbiamo aver paura di essere noi stessi, nella semplicità, nelle piccole cose di ogni giorno. Gesù, infondo, ci chiede di fare della nostra vita un’opera di carità, di donare noi stessi, i nostri talenti, le nostre qualità a servizio degli altri, senza pretendere nulla in cambio. La Provvidenza di Dio ci ricompenserà.
Vi garantisco che è vero, basta fidarsi di Lui e della sua Provvidenza.

Certo non è facile fidarsi totalmente di Dio, anche io spesso torno a fare i miei calcoli, ed è li che sperimento il fallimento!
Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere questa dimensione della carità.


“Signore, aiutami ad essere sempre me stesso, con le mie qualità e i miei difetti. Aiutami a fidarmi della Tua Provvidenza che sempre elargisci. Perdonami per le volte che sono stato egoista, calcolatore, avaro. Orienta ogni giorno la mia vita verso la donazione totale e gratuita della mia esistenza, per annunciare il Tuo Amore e la Tua Misericordia. Amen!”