sabato 17 ottobre 2015

XXIX DOMENICA T.O. (Anno B)

XXIX DOMENICA T.O. (Anno B)
«Maestro, volgiamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo»

Questa frase mi ha toccato profondamente perché molto spesso la vivo. La parola centrale è VOGLIAMO. Come se fosse un comando. Non è un desiderio, ma un avere. È bello vedere i bambini quando chiedono qualcosa ai genitori: «Papà, mamma posso fare questo? Posso andare la?». Noi grandi invece “vogliamo”, ad ogni costo, ad ogni condizione, disposti a fare tutto pur di ottenere (almeno quando chiediamo). Spesso lo faccio anche io e quante volte mi sono ritrovato con le mani vuote, quante volte Dio ha infranto le mie pretese. Spesso sento dire: «Ma perché Dio non mi ascolta?» più che dire questo, domandiamoci: «ma io come ho chiesto?». Tutto si gioca sulla modalità di porre la domanda a Dio, senza fingere di essere umili, pensando: «adesso, con il viso umile, chiedo al Signore e Lui mi esaudisce!». Illusi! La vera umiltà nasce nel cuore e soprattutto essa è silenziosa. Se noi pensiamo per un solo istante di essere umili, in quel momento abbiamo peccato di superbia. Il Signore sa tutto di noi, Lui vuole che siamo sinceri nel chiedere.

Vi racconto un episodio che mi è capitato il mese scorso.
Dal 27 settembre al 3 ottobre, insieme ai miei compagni di seminario, abbiamo partecipato alla “missione popolare” ad Avezzano (Aq). I primi due giorni i missione, per me sono partiti sottotono perché non mi erano state affidate attività rilevanti da svolgere e non sapevo cosa fare. In breve, mi stavo annoiando! Il secondo giorno, durante un momento di adorazione, davanti a Gesù Eucarestia, c’erano due cestini. Nel primo cestino bisognava mettere un foglio con la preghiera personale, nel secondo cestino bisognava prendere un bigliettino con una frase biblica. Ad un certo punto, mi sono alzato, ho preso il foglietto bianco e ho scritto: «Signore, sono scoraggiato e sfiduciato. Perdonami ed aiutami!». Ho chiuso il foglietto, l’ho messo nel cestino e ho preso la frase biblica. Sul foglietto c’era il testo di Mc 16,15. Ho guardato Gesù e gli ho detto: «Ma come! Mi prendi in giro? Io ti chiedo aiuto perché voglio fare qualcosa e tu mi rispondi così?». Dal giorno successivo sono stato chiamato a fare varie attività: volantinaggio, visita alle famiglia, visita in ospedale, cenacoli del Vangelo, oratorio, scuola, ecc.

Non è la prima volta che mi succede una cosa simile! Questo significa che tutto dipende dal nostro cuore. Per ottenere dobbiamo abbandonare i nostri calcoli e affidarci alle braccia di Dio. Dal Signore non possiamo pretendere nulla, ci ha dato la cosa più bella ed importante che è la vita, il suo amore e la sua Misericordia. «Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.» (Eb4,16).


“Signore, aiutami a non pretendere niente da Te, cerca di rendere il mio cuore puro dalla superbia e dall’orgoglio. Chiedo perdono per tutte le volte che ti ho sfruttato e comandato, ma soprattutto chiedo perdono per le volte che ho sfruttato gli altri. Gesù, se puoi, perdonami. Amen!” 

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