XXIX DOMENICA T.O. (Anno B)
«Maestro, volgiamo che tu faccia
per noi quello che ti chiederemo»
Questa frase mi ha toccato
profondamente perché molto spesso la vivo. La parola centrale è VOGLIAMO. Come
se fosse un comando. Non è un desiderio, ma un avere. È bello vedere i bambini
quando chiedono qualcosa ai genitori: «Papà, mamma posso fare questo? Posso
andare la?». Noi grandi invece “vogliamo”, ad ogni costo, ad ogni condizione,
disposti a fare tutto pur di ottenere (almeno quando chiediamo). Spesso lo
faccio anche io e quante volte mi sono ritrovato con le mani vuote, quante
volte Dio ha infranto le mie pretese. Spesso sento dire: «Ma perché Dio non
mi ascolta?» più che dire questo, domandiamoci: «ma io come ho chiesto?». Tutto si gioca sulla modalità di porre la
domanda a Dio, senza fingere di essere umili, pensando: «adesso, con
il viso umile, chiedo al Signore e Lui mi esaudisce!». Illusi! La
vera umiltà nasce nel cuore e soprattutto essa è silenziosa. Se noi pensiamo
per un solo istante di essere umili, in quel momento abbiamo peccato di
superbia. Il Signore sa tutto di noi, Lui vuole che siamo sinceri
nel chiedere.
Vi racconto un episodio che mi è
capitato il mese scorso.
Dal 27 settembre al 3 ottobre,
insieme ai miei compagni di seminario, abbiamo partecipato alla “missione
popolare” ad Avezzano (Aq). I primi due giorni i missione, per me sono partiti
sottotono perché non mi erano state affidate attività rilevanti da svolgere e
non sapevo cosa fare. In breve, mi stavo annoiando! Il secondo giorno, durante
un momento di adorazione, davanti a Gesù Eucarestia, c’erano due cestini. Nel
primo cestino bisognava mettere un foglio con la preghiera personale, nel
secondo cestino bisognava prendere un bigliettino con una frase biblica. Ad un
certo punto, mi sono alzato, ho preso il foglietto bianco e ho scritto:
«Signore, sono scoraggiato e sfiduciato. Perdonami ed aiutami!». Ho chiuso il
foglietto, l’ho messo nel cestino e ho preso la frase biblica. Sul foglietto
c’era il testo di Mc 16,15. Ho guardato Gesù e gli ho detto: «Ma come! Mi
prendi in giro? Io ti chiedo aiuto perché voglio fare qualcosa e tu mi rispondi
così?». Dal giorno successivo sono stato chiamato a fare varie attività:
volantinaggio, visita alle famiglia, visita in ospedale, cenacoli del Vangelo,
oratorio, scuola, ecc.
Non è la prima volta che mi succede
una cosa simile! Questo significa che tutto
dipende dal nostro cuore. Per ottenere dobbiamo abbandonare i nostri calcoli e
affidarci alle braccia di Dio. Dal Signore non possiamo pretendere
nulla, ci ha dato la cosa più bella ed importante che è la vita, il suo amore e
la sua Misericordia. «Accostiamoci
dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e
trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.» (Eb4,16).
“Signore,
aiutami a non pretendere niente da Te, cerca di rendere il mio cuore puro dalla
superbia e dall’orgoglio. Chiedo perdono per tutte le volte che ti ho sfruttato
e comandato, ma soprattutto chiedo perdono per le volte che ho sfruttato gli
altri. Gesù, se puoi, perdonami. Amen!”
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