sabato 18 settembre 2021

XXV DOMENICA T.O. (Anno B)

XXV DOMENICA T.O. (Anno B)
«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me».

Carissimi amici,
dopo un nuovo annuncio della Passione, Gesù ci insegna come diventare grandi. Noi pensiamo di diventare grandi accumulando chissà quali esperienze e titoli accademici. Gesù, ancora una volta, stravolge tutto e ci indica la strada giusta da intraprendere. E lo fa prendendo come esempio i bambini. 

I bambini, almeno nei primi anni di vita, dipendono in tutto e per tutto dai genitori, ed è particolare perché l’amore, come abbiamo sempre detto, è totale donazione e la Passione ne è la prova. Gesù ha compreso che noi da soli non siamo in grado di raggiungere il Paradiso e con la donazione totale della sua vita, ci ha dato la possibilità di entrare nel Regno dei Cieli.

Solo l’amore ci fa diventare grandi, solo l’amore vince. Chi corrompe per ottenere la ragione, e chi si lascia corrompere, non diventerà mai grande agli occhi di Dio.
Chiediamo al Signore la forza di amare profondamente, di accogliere tutti coloro che sono nel bisogno, di non essere indifferenti davanti alle lacrime. Solo così accogliamo Cristo e saremo grandi nel Regno dei Cieli.

Buon cammino!

sabato 11 settembre 2021

XXIV DOMENICA T.O. (Anno B)

 XXIV DOMENICA T.O. (Anno B)

«Ma voi, chi dite che io sia?»

Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica, ci presenta la grande professione di fede dell’Apostolo Pietro. Tutto inizia con una domanda di Gesù: «La gente, chi dice che io sia?» una domanda rivolta a ciascuno di noi, che potremmo attualizzare così: «Per coloro che sono in strada, al lavoro, a scuola, nei bar, ecc. chi è Gesù?». Le risposte che danno i discepoli sono varie, così come le daremmo anche noi. Però poi Gesù entra in dettaglio e chiede: «ma voi, chi dite che io sia?». E qui Piero si fa portavoce del piccolo gruppo e dice: «Tu sei il Cristo». Quest’ultima domanda è rivolta a noi personalmente. A Gesù non importa cosa pensa la gente di Lui, a Gesù interessa cosa penso io di Lui, cosa Gesù rappresenta nella mia vita.

La risposta che dà Pietro è vera, ma lui non conosce il suo vero significato, infatti all’annuncio della Passione e della Risurrezione, Pietro rimprovera Gesù. Ecco perché Gesù subito lo fa scendere dalla colonna di gloria che si era creato dopo questa grande professione di fede, e gli dice: «Va’ dietro a me Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». La fede di Pietro ancora non è matura, lo sarà quando, secondo la leggenda, fuggendo da Roma, incontra Gesù che va verso Roma! Il famoso «Quo vadis, Domine». Tra i due momenti sono passati tantissimi anni. La fede non è questione di tempo, ma di cuore! E qui faccio un collegamento con la seconda lettura. L’Apostolo Giacomo ci dice che la fede va dimostrata con le opere, con la vita, a parole siamo bravissimi! Conosco persone che parlerebbero per ore di Gesù, della fede, ma quando poi si arriva alla concretezza, tutti noi crolliamo!

Chi mi conosce, sa che io non utilizzo espressioni di elevata cultura teologica. Potrei farlo perché ho tutti gli strumenti, ma preferisco condividere la mia esperienza di fede, ciò che Gesù Cristo ha fatto e fa per me, (ovviamente alla luce del Vangelo!) perché è a me che Gesù chiede: «Chi sono io per te?» ed io con il mio cuore e la mia vita devo rispondere. Non posso rispondere con le parole degli altri, magari citando qualche bravo teologo, così faccio bella figura! Ma allora come fare? Come ci ha suggerito il Papa nell’Esortazione Apostolica «Gaudete et exsultate». Vivere le beatitudini e le opere di misericordia nelle piccole e grandi scelte quotidiane. E allora ecco che possiamo ritornare alla domanda personale di Gesù: «Chi sono io per te?»

Abbiamo la domanda di Gesù, abbiamo gli strumenti necessari, possiamo rispondergli, ricordando l’ammonimento di san Francesco: «Annunciate il Vangelo e, se è necessario, anche con le parole!»

sabato 4 settembre 2021

XIII DOMENICA T.O. (Anno B)

XIII DOMENICA T.O. (Anno B)

 «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e parlare i muti»

Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica è molto interessante, perché attraverso la guarigione di un sordo, Gesù ci vuole dire che la fede non sono parole, ma testimonianza concreta.

In passato (qualcuno lo crede ancora oggi!) si credeva che se una persona era sorda, la stessa “malattia” colpiva le corde vocali e viceversa. Noto è il brano di Zaccaria che era muto e le persone intorno, «domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse» (Lc 1,62). Zaccaria era muto, non sordo! Con il tempo, finalmente, si è capito che la sordità e il mutismo sono realtà diverse da loro, anche se il mutismo è una conseguenza oggettiva della sordità. Io parlo, perché ascolto! Questa è la conclusione: so dire e leggere il mio nome, perché ho ascoltato la parola e la fonetica delle lettere.

Portiamo tutto questo discorso a livello di fede. Per testimoniare la fede, è necessario fare esperienza di Cristo. Se non «ascolto» la Parola di Dio, come posso annunciarla? Ma attenzione! È vero che il mutismo è conseguenza della sordità, ma ci sono dei sordi che parlano. Come è possibile? Semplice! Attraverso il labiale, la logopedia. In pratica la vista e il tatto sono fondamentali. Anche qui il passaggio al discorso di fede. Se io, non avendo avuto esperienza diretta della Parola di Dio perché sono stato sordo nei suoi confronti, una persona può farmi fare questa esperienza di fede. Come? Con la sua testimonianza concreta di vita. Ciò che il Papa chiama «fede per attrazione». Io vedendo il tuo stile di vita, capisco il significato del Vangelo.
Ecco allora la conclusione bella del Vangelo di oggi. Ha fatto bene ogni cosa: fa udire la sua Parola e attraverso la testimonianza concreta, fa parlare chi ancora non l’ha ascoltata.

Fede e testimonianza sono indivisibili. Non può esistere la fede senza testimonianza e non può esistere testimonianza senza fede. Dio per comunicare sé stesso, si è dovuto manifestare all’umanità «sorda» e l’umanità, attraverso questa testimonianza ha imparato ad ascoltare e a diffonderla.

Chiediamo al Signore di farci ascoltare la sua Parola e di essere testimoni del Suo Amore per coloro che riescono a sentire questo richiamo d’Amore.