XIV DOMENICA T.O. (Anno B)
“Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone?”
Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica ci interpella su una realtà che spesso viviamo. Cioè quella di identificare le persone non per ciò che sono, ma per la loro appartenenza, per ciò che fanno, o peggio ancora, per i loro errori del passato.
Questa realtà, mette molto in imbarazzo, perché non ci rende liberi di essere ciò che siamo, di far venire fuori il meglio di noi stessi. Quante volte ci sentiamo dire: “Eh, ma proprio tu ci vieni a dire questa cosa?”, senza riflettere se quella cosa è vera oppure no. Questo è un grosso limite, che dovremo imparare a superare, per gustare la bellezza della verità e della pace.
Più volte il Vangelo ci ha ricordato che il Regno di Dio non è per i perfetti, per coloro che sono in pace, ma per coloro che, nella fragilità umana, riescono a fidarsi di Dio. E Anche san Paolo lo ricorda molto bene quando dice: “Infatti quando sono debole, è allora che sono forte”. Quindi non dobbiamo aver paura della nostra provenienza, del nostro passato, della nostra fragilità, del giudizio che altri mettono sul nostro conto, ma dobbiamo semplicemente essere noi stessi e cercare di vivere la bellezza della fede con gioia e con speranza. Perché in questo modo di vivere viene fuori tutta la potenza e la bellezza di Dio.
Coloro che si divertono a giudicare e criticare, rimarranno senza la presenza di Dio, infatti il Vangelo si conclude con queste parole: “E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì”. E il prodigio di Dio è il suo Amore, la sua Misericordia. E senza la presenza di Dio c’è solo morte e desolazione!
Sta a noi scegliere se essere come i paesani di Gesù, o essere come Gesù.
Buon cammino!
Nessun commento:
Posta un commento