sabato 24 aprile 2021

IV DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

 IV DOMENICA DI PASQUA (Anno B)
"Il buon pastore dà la propria vita per le pecore"

Carissimi amici,
la IV domenica di Pasqua è comunemente chiamata la "domenica del buon pastore" ed è dedicata al tema vocazionale.

la vocazione, sappiamo benissimo, non riguarda solo l'ambito religioso in senso stretto, ma tutto ciò che ha a che fare con la vita di ciascuno di noi. Tutti siamo stati chiamati da Dio a partecipare alla realizzazione del suo progetto d'amore. Dio ci ha creati per farci partecipi di questo progetto, e lo afferma in maniera chiara l'apostolo Giovanni, quando dice: "vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!" La nostra vocazione principale è vivere questo rapporto tra Padre e figli.

Scendendo nel concreto della nostra vita, il Vangelo ci dice chiaramente come va vissuto questo rapporto "familiare". Un buon padre di famiglia dà la propria vita per i suoi figli. Un buon parroco dà la propria vita per la sua comunità. Un buon politico dà la propria vita per i suoi cittadini. Un imprenditore dà la propria vita per la sua impresa. Un insegnante dà la vita per i suoi alunni. Un medico dà la propria vita per i malati. ecc.

Questo è vivere in pienezza la vocazione. Nulla di particolarmente straordinario. Gesù ci dice semplicemente di amare ciò che facciamo e di condividere la bellezza e la passione con il quale viviamo la nostra vita.

Un buon parroco, un buon padre di famiglia, ecc. non lo vedi per quello che è il suo "ruolo predefinito", ma lo vedi nella sua quotidianità, di come è capace di spendere la sua vita.

Chiediamo la grazia al Signore di imparare a vivere la bellezza e la semplicità della nostra vita, in modo da vivere in pienezza la nostra vocazione cristiana.

Buon cammino!

sabato 17 aprile 2021

III DOMENICA DI PASQUA (Anno B

 III DOMENICA DI PASQUA (Anno B)
«Avete qui qualche cosa da mangiare?».

Carissimi amici,
il tema centrale della liturgia di questa domenica è l'Eucaristia. Non tanto dal punto di vista sacramentale, ma dal punto di vista della comunione, cioè dello stare insieme. Certamente in questo periodo storico siamo un po' provati dalla mancanza di vivere la comunione tra di noi. Ci si guarda con sospetto, con timore. E forse è ciò che provavano i discepoli visto che, nonostante avessero già fatto esperienza del Risorto, non riuscivano a vivere la gioia pasquale.

Come fare? Innanzitutto avere sempre di più la consapevolezza che in ogni Eucaristia è presente Gesù, che Lui è sempre con noi ogni giorno. E già questo ci è di grande conforto, perché in una realtà sempre più isolata, sapere che non siamo da soli, ci permette di vivere la giornata con una prospettiva diversa. E attenzione a non cadere nel tranello di pensare la presenza di Gesù, come una presenza astratta, concettuale. Assolutamente no! Gesù non è un fantasma. Egli è in coloro che si interessano di noi, che ci sono accanto, che asciugano le nostre lacrime, che danno una parola di conforto, di speranza. 

Questo è il vero significato dell'Eucaristia, della comunione eucaristica. Se manca la comunione tra di noi, tutti i riti e le preghiere, perdono la sostanza e diventano puro teatro.

Chiediamo la grazia al Signore di vivere in pienezza la comunione tra di noi. Di essere donne e uomini capaci di portare gioia e speranza, in una società martoriata dalla pandemia e dalla crisi sociale ed economica. Senza fare nulla di straordinario. Gesti piccoli, semplici, ma che vengono dal cuore!

Buon cammino!


sabato 10 aprile 2021

II DOMENICA DI PASQUA

 II DOMENICA DI PASQUA
"Mio Signore e mio Dio"

Carissimi amici,
Il Vangelo di questa domenica ci propone due temi molto importanti: la Speranza e la Misericordia.

La Speranza apre le porte chiuse del nostro cuore, della nostra vita. I discepoli erano chiusi, isolati, terrorizzati. Ma Gesù non li ha lasciati soli. A porte chiuse è stato in mezzo a loro. E qui due riflessioni. La prima è che Gesù non ci lascia mai da soli, soprattutto nei momenti più duri e ostili. La seconda è che lo fa a porte chiuse, cioè nel silenzio e nella riservatezza, nell'intimità del nostro cuore. Mai come in questo momento di solitudine sociale e umana, abbiamo bisogno della presenza del Signore in mezzo a noi. Siamo chiusi nelle nostre case, nelle nostre piccole realtà, impauriti da questo male invisibile che distrugge ogni relazione umana. Lui è sempre con noi, non dobbiamo temere! Ma come lo riconosciamo? Nell'esperienza di Tommaso. Passare dal pessimismo della Passione, all'ottimismo della Pasqua. Passare dal "va tutto male!" al "anche questa situazione passerà!"

La Misericordia è quel sentimento che proviene dalla parte più interna del nostro cuore, o meglio ancora, dal nostro utero (come direbbero gli esegeti), dal luogo dove viene formata una nuova vita. Perché la Misericordia è una nuova vita, dove l'amore incontra il pentimento, dove un cuore ferito trova la sua cura. Come per generare una nuova vita c'è bisogno di un ovulo e uno spermatozoo, così per generare la Misericordia ci vuole il pentimento e un cuore accogliente. E questa è l'esperienza di Tommaso. Ha dovuto toccare con mano la sua umanità, la sua incredulità, prima di poter riabbracciare il suo Signore e il suo Dio.

Chiediamo al Signore la grazia di riaccendere in noi la Speranza, in modo da attivare in noi quel meccanismo che ci fa riconoscere i nostri errori e che ci porta verso la riconciliazione, in modo da vivere in pienezza la Misericordia e poter dire, tra le lacrime di gioia: "Mio Signore e mio Dio!"

Buon cammino!