XXV DOMENICA T.O. (Anno A)
«Sei invidioso perché sono buono?»
Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica è molto interessante, perché va a rompere una mentalità, che purtroppo ancora oggi abbiamo. Il tema è sempre la Misericordia, e Gesù utilizza l’immagine del denaro e del lavoro per spiegare cos’è la Misericordia di Dio, o meglio ancora, come essa viene elargita. Il discorso è molto semplice. Il guadagno è rapportato al lavoro svolto. Dal punto di vista umano, è un ragionamento valido. Più si lavora, più si guadagna, quindi il padrone di casa avrebbe sbagliato a retribuire i lavoratori, stando alle critiche di alcuni lavoratori, ma facciamo attenzione ad un dettaglio. Il padrone di casa, ha concordato il lavoro per quel giorno, non a ora. Lui a tutti ha detto che dava un denaro. Il lavoratore non si ricordava che lui si era impegnato per un denaro. È stato furbo, ha pensato di fare la cresta. Se all’ultimo, che ha lavorato un’ora, ha dato un denaro, al primo gli doveva toccare almeno 12 denari.
Quando il padrone da il denaro, il lavoratore ci rimane male e protesta. Ma la risposta del padrone è molto chiara: «Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene».
A livello relazionale umano, questa parabola ci vuole dire una cosa molto importante. Ciò che ha sbagliato il lavoratore, non è il suo ragionamento, anche se non faceva parte dell’accordo, ma il modo con il quale lo ha espresso. Se andava con umiltà, facendo valere con semplicità le sue ragioni, probabilmente il compenso sarebbe stato maggiore. Il nostro problema è che quando ci sono degli interessi, non si ragiona più, ognuno pensa a se stesso, non si tiene conto di chi si ha davanti. Cosa ha ottenuto questo lavoratore? Niente. Solo il suo unico denaro. Aveva la fortuna di aver trovato una persona, un amico che lo aveva fatto lavorare, ma con la sua arroganza, ha perso tutto. Lavoro e amico: «Prendi il tuo e vattene!».
A livello spirituale è la stessa cosa. Noi pensiamo che più Messe e liturgie facciamo, più occuperemo posti di privilegio in Paradiso. Non è così! Dio ha promesso il Paradiso ed è uguale per tutti coloro che accettano di seguire il Signore. Quando muore un giovane e diciamo che è andato in Paradiso, gli anziani esultano perché penano: «Hm, è andato in Paradiso uno che aveva 30 anni, io che ne ho 80, quindi più messe e preghiere accumulate, mi faranno subito santo!». Grande errore! Dio ama tutti dello stesso amore, non esistono figli e figliastri. L’unica cosa che ci chiede e di “lavorare” per Lui, credere in Lui e vivere il suo Amore.
Togliamo dalla nostra testa il pensiero egoistico di misurare le nostre cose sugli altri. Impariamo invece a coltivare i rapporti umani tra di noi, a volerci bene, senza egoismi e presunzioni, perché sono le sane relazioni quelle che rimangono. Il denaro oggi c’è, domani no. E il denaro, come tante altre cose, non arrivano da sole, ma provengono da delle persone, che hanno un’anima e hanno un cuore, che una volta ferito, non è facile guarire e il rischio di perdere tutto è altissimo.
Chiediamo la grazia al Signore di saper riconoscere chi davvero ci ama e di saper coltivare questo amore che ci viene elargito.
“Signore, tante volte ho perso la testa di fronte ad interessi umani e personali, umiliando chi mi stava aiutando. Ti chiedo l’aiuto di saper riconoscere questo mio errore e di saper chiedere scusa all’altro che ho trattato male con il mio comportamento!”
Buon cammino!
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