II
DOMENICA DI QUARESIMA (Anno A)
«E
li condusse in disparte, su un alto monte»
Carissimi
amici,
la
seconda domenica di Quaresima, la liturgia ci fa meditare il brano della
Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. È un preannuncio della gloria della
Risurrezione. Pietro è felicissimo di questo avvenimento, tanto felice da
volerlo fissare nel tempo, stabilirlo in maniera definitiva, attraverso il
segno della tenda, che indica la stabilità.
Ma
l’intento di Gesù è un altro. Ciò che è avvenuto è solo un anticipo di ciò che
avverrà alla fine del mondo. Ma soprattutto è un segno pedagogico. Gesù ci
vuole insegnare che quella gloria la si può raggiungere solo dopo la fatica e
il dramma della Passione, che lo stesso Pietro non accetta, tantoché quando
Gesù annuncia la Passione, Pietro lo rimprovera apertamente, trattandolo quasi
come un pazzo. La gloria SI, ma la Passione NO. Ed è la classica mentalità
umana, quando pensiamo di ottenere ciò che vogliamo senza lavorare troppo. Massimo
risultato con il minimo sforzo.
Non
è così che si raggiungono gli obiettivi. Gesù ci vuole dire che la gloria la si
raggiunge lottando con le unghie e con i denti, scalando l’alto monte della
vita, con tutti i suoi sentieri, pianeggianti e tortuosi. Salire in cima è faticoso e doloroso. Ma una volta arrivato su, la
felicità farà dimenticare tutta la fatica, anzi, la trasfigura. Per questo combatti e lotta come un leone. Non
lasciarti fermare dalle invidie e dalla fatica. Corri, corri e non fermarti
davanti a niente. Corri e lotta!
Questo
è il grande messaggio di speranza. Soprattutto in questo periodo così
turbolento per la nostra nazione e per il mondo intero. Non lasciamoci vincere
dalla banalità di voler fuggire dal virus, creando poi situazioni di panico e
ulteriori contagi. Lottiamo nei nostri paesi, nelle nostre case. Lottiamo
contro la paura, lottiamo per i nostri anziani, lottiamo per i medici e
infermieri che da settimane lavorano incessantemente. Non arrendiamoci alla
paura e al panico. Facile fuggire, facile banalizzare, facile essere egoisti. Viviamo
la nostra quotidianità nella semplicità, nella serenità, nel rispetto. Certamente
con qualche sacrificio in più, ma con la certezza che questa fatica, ci porterà
alla vera felicità.
Ricordiamoci
che anche durante l’uragano, il sole c’è. È momentaneamente coperto, ma c’è e
presto tornerà a spendere anche nelle nostre vite. Nessuna tempesta è eterna!
Nemmeno quella del virus. Cristo, sole trasfigurato, ci illuminerà!
“Signore, davanti alle
difficoltà, spesso ho paura e ho la tentazione di tirarmi indietro. Ma oggi mi
insegni che davanti alle sfide, anche quelle più dure, non bisogna mai arrendersi.
Aiutami, donami la forza e il coraggio di lottare, di correre, di superare
tutti gli ostacoli che la vita pone sul cammino verso la vera felicità, quella
del Paradiso. Amen!”
Buon
cammino!