XVIII DOMENICA T.O. (Anno B)
«Signore, dacci sempre questo pane»
Carissimi amici,
anche in questa domenica siamo in
compagnia del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni che ci parla dell’Eucaristia.
Domenica scorsa abbiamo visto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei
pesci, mettendo in risalto due posizioni: il pessimismo da una parte (non
abbiamo denaro sufficiente) e la speranza dall’altra (c’è un ragazzo con dei
pani e dei pesci). La speranza è ciò che premia!
Dopo il miracolo, Gesù inizia il discorso
vero e proprio sull’Eucaristia, e parte dal miracolo della manna nel deserto,
dicendo che Mosé li ha nutriti con la manna del cielo, Lui ci nutrirà con il
pane che discende dal cielo, in pratica con il suo stesso corpo. Ma è un
discorso difficile da capire, infatti i discepoli, ingenuamente chiedono a Gesù
di dare sempre questo pane che proviene dal cielo, così come era avvenuto poco
prima nel miracolo. Siamo ancora ad un livello molto esperienziale e sensibile.
Quante volte capita anche a noi di vivere delle esperienze spirituali molto
forti e desideriamo che tali esperienze non terminino mai. Vivere il cammino di
fede è un qualcosa che va oltre le singole esperienze spirituali. La fede che
diventa uno stile di vita, ma a questo ci arriveremo passo dopo passo nelle
prossime domeniche, quando Gesù continua il suo discorso eucaristico.
Oggi mi vorrei soffermare su questa
«fame» che hanno i discepoli di Gesù. Non è una fame fisica, ma bensì
spirituale, sentimentale. I discepoli, e anche noi, sentiamo la necessità di
restare uniti a un qualcosa, o meglio a qualcuno che ci garantisce amore e
protezione. E questo qualcuno non è un essere umano come noi, ma è Dio. Perché
solo Dio è capace di donare un amore vero e profondo, noi siamo solo degli
imitatori imperfetti di questo amore. Ecco perché credo con assoluta certezza
che l’ateismo non esiste. Esistono coloro che vanno contro Dio, ma non quelli
senza Dio. (Questo è un concetto filosofico che sostanzialmente dice che il
fatto di negarlo, si afferma la sua esistenza!). Tornado al discorso, nasce
spontanea la domanda: come colmare la nostra fame di Dio? Sembra scontato, ma
la risposta è proprio l’Eucaristia, in tutte le sue sfaccettature. Eucaristia
come sacramento ricevuto. Eucaristia come sacramento adorato. Eucaristia come
corpo donato. Ricevere l’Eucaristia, pregare l’Eucaristia, farsi Eucaristia!
Solo così riusciremo a placare la nostra fame di Dio.
Allora, anche noi, come i discepoli,
chiediamo al Signore di darci questo «Pane», di farci adorare questo «Pane», di
fare della nostra esistenza il «Pane di vita» donato agli altri.
“Signore,
anche io oggi sento questa fame. Nutrimi di te, oh Signore! Non lasciare che la
mia anima e la mia vita rimangano a digiuno. E perdonami, Signore, per tutte
quelle volte che sono scappato dalla tua tavola senza nutrirmi di Te. Amen!”
La fame c’è, l’Eucaristia pure, e allora?
Adesso tocca a noi!
Buon cammino, o meglio, buon
appetito!
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