sabato 18 agosto 2018

XX DOMENICA T.O. (Anno B)

XX DOMENICA T.O. (Anno B)
«Come può costui darci la sua carne da mangiare?»

Carissimi amici,
la domanda posta dai giudei è molto interessante, perché Gesù dice che il pane che ci darà è la sua carne. San Tommaso d’Aquino, nel 1264, scrisse un inno eucaristico molto bello e profondo: Adoro te devote. La sesta strofa di questo inno inizia con queste parole: «Pie pellicane, Jesu Domine». Gesù viene identificato al pellicano, perché esso, secondo un’antica leggenda, si squarciava il petto con il becco per nutrire i suoi piccoli nel nido. Al di la delle antiche leggende, c’è un dato di fatto: l’Eucaristia è veramente la carne di Gesù! Non si tratta solo di racconti biblici o di dogmi teologici, ma di segni che dimostrano realmente che quel pane consacrato non è altro che il corpo di Gesù. I vari miracoli eucaristici, studiati da esperti, hanno dimostrato proprio questa verità di fede, e questo conferma la veridicità del Vangelo e delle parole di Gesù.

Gesù insite sulla differenza tra la manna del deserto e l’Eucaristia. La manna del deserto è quando noi prendiamo del superfluo e lo condividiamo. L’Eucaristia è quando ci priviamo di qualcosa che magari a noi serve per donarlo. Prendiamo come esempio il famoso gesto di San Martino, il quale condivide con un povero il suo mantello. Ci sono due scelte per aiutare il povero. La prima è comprare un mantello e donarlo, la seconda è dividere l’unico mantello e donarlo. Ecco l’Eucaristia è la seconda scelta. Situazioni come queste, ci capitano ogni giorno e la domanda che sorge spontanea è: ma agisco secondo la manna del deserto o secondo l’Eucaristia? Ovviamente entrambe le scelte sono positive, ma la scelta eucaristica è quella più vera, perché mette in gioco la nostra vita. Tante volte mi sono trovato in questa situazione, dover scegliere tra la manna e l’Eucaristia! Devo dire che scegliendo l’Eucaristia, ho trovato la serenità e la gioia di aver condiviso qualcosa della mia vita, della mia esistenza.

L’Eucaristia è davvero qualcosa di eccezionale. Ascoltare, pronunciare e interiorizzare le parole: dell’ultima cena, mi da tanta gioia e serenità. Dire alla persona amata: «questo è il mio corpo offerto per te» è la forma più alta e pura dell’amore, perché non c’è solo la gioia della condivisione, ma la fiducia piena. È un abbandono pieno e consapevole nella vita dell’altro.

Chiediamo al Signore di farci entrare ancora più in profondità nel mistero eucaristico, di farci fare esperienza di vera carità, di autentica donazione.

“Signore, ancora una volta mi dici che non basta condividere la manna, ma che devo condividere la mia vita, la mia esistenza. Aiutami a fare della mia vita un dono autentico d’amore. Per Cristo nostro Signore. Amen!”


Buon cammino! 

domenica 12 agosto 2018

XIX DOMENICA T.O. (Anno B)

XIX DOMENICA T.O. (Anno B)
«Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode»

Il Salmo 33 è uno dei miei preferiti perché ogni volta che lo leggo e lo prego mi fa pensare all'Eucarestia.
L’Eucarestia non è solo il cibarsi del Pane di Vita, ma è ringraziare Dio per i suoi benefici, e il Sal.33 è un vero inno Eucaristico, cioè di ringraziamento.

Questo Salmo si collega molto bene alla pagina del Vangelo di questa domenica, dove il tema centrale è il discorso sul Pane di Vita.
Gesù ancora una volta ci dice che per ottenere la salvezza, bisogna credere in Lui, senza “ragionarci” (mormorare) troppo.
Nel Vangelo, la folla, utilizza in maniera sproporzionata la ragione, si pone tante domande su chi è Gesù, da dove viene, da chi viene, ecc. e ha difficoltà a credere.
Forse il problema è proprio la ragione, o meglio, ragioniamo troppo e chi ragiona troppo, rischia di diventare avaro.
La fede necessita sì della ragione, ma necessità anche della fiducia, cioè fidarsi degli altri, fidarsi di Dio.

Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere in maniera semplice ed umile la nostra fede.


“Signore, aiutami a non giudicare, allontana da me la tentazione di essere migliore degli altri. Rendimi una persona capace di amare in maniera semplice ed intelligente e perdonami quando ragiono troppo e non mi fido della tua Provvidenza. Amen!”

domenica 5 agosto 2018

XVIII DOMENICA T.O. (Anno B)


XVIII DOMENICA T.O. (Anno B)
«Signore, dacci sempre questo pane»

Carissimi amici,
anche in questa domenica siamo in compagnia del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni che ci parla dell’Eucaristia. Domenica scorsa abbiamo visto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, mettendo in risalto due posizioni: il pessimismo da una parte (non abbiamo denaro sufficiente) e la speranza dall’altra (c’è un ragazzo con dei pani e dei pesci). La speranza è ciò che premia!

Dopo il miracolo, Gesù inizia il discorso vero e proprio sull’Eucaristia, e parte dal miracolo della manna nel deserto, dicendo che Mosé li ha nutriti con la manna del cielo, Lui ci nutrirà con il pane che discende dal cielo, in pratica con il suo stesso corpo. Ma è un discorso difficile da capire, infatti i discepoli, ingenuamente chiedono a Gesù di dare sempre questo pane che proviene dal cielo, così come era avvenuto poco prima nel miracolo. Siamo ancora ad un livello molto esperienziale e sensibile. Quante volte capita anche a noi di vivere delle esperienze spirituali molto forti e desideriamo che tali esperienze non terminino mai. Vivere il cammino di fede è un qualcosa che va oltre le singole esperienze spirituali. La fede che diventa uno stile di vita, ma a questo ci arriveremo passo dopo passo nelle prossime domeniche, quando Gesù continua il suo discorso eucaristico.

Oggi mi vorrei soffermare su questa «fame» che hanno i discepoli di Gesù. Non è una fame fisica, ma bensì spirituale, sentimentale. I discepoli, e anche noi, sentiamo la necessità di restare uniti a un qualcosa, o meglio a qualcuno che ci garantisce amore e protezione. E questo qualcuno non è un essere umano come noi, ma è Dio. Perché solo Dio è capace di donare un amore vero e profondo, noi siamo solo degli imitatori imperfetti di questo amore. Ecco perché credo con assoluta certezza che l’ateismo non esiste. Esistono coloro che vanno contro Dio, ma non quelli senza Dio. (Questo è un concetto filosofico che sostanzialmente dice che il fatto di negarlo, si afferma la sua esistenza!). Tornado al discorso, nasce spontanea la domanda: come colmare la nostra fame di Dio? Sembra scontato, ma la risposta è proprio l’Eucaristia, in tutte le sue sfaccettature. Eucaristia come sacramento ricevuto. Eucaristia come sacramento adorato. Eucaristia come corpo donato. Ricevere l’Eucaristia, pregare l’Eucaristia, farsi Eucaristia! Solo così riusciremo a placare la nostra fame di Dio.

Allora, anche noi, come i discepoli, chiediamo al Signore di darci questo «Pane», di farci adorare questo «Pane», di fare della nostra esistenza il «Pane di vita» donato agli altri.

“Signore, anche io oggi sento questa fame. Nutrimi di te, oh Signore! Non lasciare che la mia anima e la mia vita rimangano a digiuno. E perdonami, Signore, per tutte quelle volte che sono scappato dalla tua tavola senza nutrirmi di Te. Amen!”

La fame c’è, l’Eucaristia pure, e allora? Adesso tocca a noi!
Buon cammino, o meglio, buon appetito!