XX DOMENICA T.O. (Anno B)
«Come può costui darci la sua carne
da mangiare?»
Carissimi amici,
la domanda posta dai giudei è molto
interessante, perché Gesù dice che il pane che ci darà è la sua carne. San
Tommaso d’Aquino, nel 1264, scrisse un inno eucaristico molto bello e profondo:
Adoro te devote. La sesta strofa di
questo inno inizia con queste parole: «Pie pellicane, Jesu Domine». Gesù viene identificato
al pellicano, perché esso, secondo un’antica leggenda, si squarciava il petto
con il becco per nutrire i suoi piccoli nel nido. Al di la delle antiche
leggende, c’è un dato di fatto: l’Eucaristia è veramente la carne di Gesù! Non
si tratta solo di racconti biblici o di dogmi teologici, ma di segni che
dimostrano realmente che quel pane consacrato non è altro che il corpo di Gesù.
I vari miracoli eucaristici, studiati da esperti, hanno dimostrato proprio
questa verità di fede, e questo conferma la veridicità del Vangelo e delle
parole di Gesù.
Gesù insite sulla differenza tra la
manna del deserto e l’Eucaristia. La manna del deserto è quando noi prendiamo
del superfluo e lo condividiamo. L’Eucaristia è quando ci priviamo di qualcosa
che magari a noi serve per donarlo. Prendiamo come esempio il famoso gesto di
San Martino, il quale condivide con un povero il suo mantello. Ci sono due
scelte per aiutare il povero. La prima è comprare un mantello e donarlo, la
seconda è dividere l’unico mantello e donarlo. Ecco l’Eucaristia è la seconda
scelta. Situazioni come queste, ci capitano ogni giorno e la domanda che sorge
spontanea è: ma agisco secondo la manna del deserto o secondo l’Eucaristia?
Ovviamente entrambe le scelte sono positive, ma la scelta eucaristica è quella
più vera, perché mette in gioco la nostra vita. Tante volte mi sono trovato in
questa situazione, dover scegliere tra la manna e l’Eucaristia! Devo dire che
scegliendo l’Eucaristia, ho trovato la serenità e la gioia di aver condiviso
qualcosa della mia vita, della mia esistenza.
L’Eucaristia è davvero qualcosa di eccezionale.
Ascoltare, pronunciare e interiorizzare le parole: dell’ultima cena, mi da
tanta gioia e serenità. Dire alla persona amata: «questo è il mio corpo offerto
per te» è la forma più alta e pura dell’amore, perché non c’è solo la gioia
della condivisione, ma la fiducia piena. È un abbandono pieno e consapevole
nella vita dell’altro.
Chiediamo al Signore di farci
entrare ancora più in profondità nel mistero eucaristico, di farci fare
esperienza di vera carità, di autentica donazione.
“Signore,
ancora una volta mi dici che non basta condividere la manna, ma che devo
condividere la mia vita, la mia esistenza. Aiutami a fare della mia vita un
dono autentico d’amore. Per Cristo nostro Signore. Amen!”
Buon cammino!