venerdì 27 gennaio 2017

IV DOMENICA T.O. (Anno A)

IV DOMENICA T.O. (Anno A)
«Beati voi».

Carissimi amici,
Nel Vangelo di questa IV domenica del tempo ordinario, c’è una parola molto ricorrente, 9 volte per l`esattezza. La parola in questione è: BEATI.
Il termine greco, utilizzato da Matteo è: MAKARIOI, che letteralmente significa BENEDETTO. In latino si dice BEATUS, che proviene da BEARE.

Il beatus è la persona felice, che gode una felicità piena e tranquilla. Questo termine, applicato alla categoria di persone che elenca Gesù, suona un po` strano. Se invece utilizziamo il termine benedetto, la situazione cambia, perché Dio bene-dice, o meglio ancora, DICE BENE di quelle persone che si affidano a lui, che sono nel pianto, che lottano per la pace, che sono perseguitati.

Tutto questo è ricollegato a ciò che dicevo domenica scorsa sulla missione di Gesù. Egli è venuto per aiutarci ed incoraggiarci nei momenti di difficoltà. E` in quest`ottica che si comprende il discorso delle beatitudini. Ed è così che anche la parola beatus trova il suo pieno significato. Sarà felice l`uomo al quale qualcuno asciuga le lacrime, sarà felice l`uomo che dona o riceve un abbraccio al posto di un proiettile, sarà felice l`uomo che perdona e accoglie il perdono, sarà felice l`uomo che griderà al mondo il nome di colui che lo ha reso un uomo felice e libero, anche a costo della morte.

Ed ecco, allora che le beatitudini, non sono un discorso strano, irreale, astratto, ma è un discorso carico di significato positivo, di speranza, di gioia. Infondo Gesù ci sta dicendo che il regno dei cieli e` per noi, se ci lasciamo benedire da Lui, se ci lasciamo amare da Lui.

Chiediamo al Signore di benedire ognuno di noi, di asciugare le nostre lacrime, di essere portatori di pace e speranza, di essere testimoni che Gesù Risorto ci ha liberato dalla schiavitù del male per darci un posto nel Paradiso.

“Signore, ti ringrazio per tutte le volte che hai asciugato le mie lacrime, che mi hai donato il tuo perdono, che mi hai dato la forza e il coraggio di testimoniare il Tuo nome, che mi hai dato la possibilità di stare accanto a persone che soffrono, in modo da imparare a servirti nei sofferenti e di essere più umile e meno superbo. Ti chiedo di benedire tutti coloro che pregano per me, che hanno un pensiero per me e tutte le persone che si affidano alla mia piccola preghiera. Ti offro tutto questo nel nome di Gesù Cristo, nostro Signore. Amen!” 

Buon cammino!

       

venerdì 20 gennaio 2017

III DOMENICA T.O. (Anno A)

III DOMENICA T.O. (Anno A)
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Carissimi amici,
la settimana scorsa Giovanni Battista ci ha presentato Gesù come «l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Adesso è Gesù che prende la parola e ci dice che la nostra vita deve cambiare perché Lui è in mezzo a noi. Gesù è la luce che illumina le nostre tenebre, Gesù è la luce che ci fa vedere ciò che siamo realmente, Gesù è la luce che illumina il nostro cammino.

Nella seconda parte del Vangelo, vediamo come Gesù chiama a sé i primi discepoli: Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni. Sono quattro persone semplici, uno di loro è addirittura un ragazzo (Giovanni). Gesù nel chiamare non utilizza degli schemi prefissati, non sceglie particolari categorie. Come notiamo dai quattro Vangeli, ogni Apostolo è diverso l’uno dall’altro, ma hanno in comune Gesù! Anche noi non siamo tutti uguali. Tra di noi ci sono persone ricche e persone povere, persone sane e persone malate, persone brave e persone cattive, ma tutti abbiamo in comune Gesù, o meglio, l’amore di Dio. Essere «pescatori di uomini» significa adempiere una missione con ciò che siamo, con ciò che facciamo. Gesù ci invita a coinvolgere gli altri, a evangelizzare gli altri, con ciò che abbiamo, con il nostro lavoro, con le nostre qualità, con i nostri limiti, o come direbbe qualcuno, con le nostre perle e le nostre rughe.
Questo è un grande messaggio di speranza, perché Dio non mi esclude dal suo progetto, dal suo amore, perché sono peccatore e ignorante, ma mi prende per quello che sono, trasforma la mia vita in un dono prezioso.

Poi un particolare molto interessante. Alla fine del Vangelo leggiamo: «Gesù percorreva tutta la Galilea […] guarendo ogni sorta di malattie e infermità nel popolo». Gesù non è venuto a TOGLIERE le lacrime, ma ad ASCIUGARLE. Gesù non è venuto a TOGLIERE il male, ma a CURARLO. Molto spesso noi vogliamo un Dio che toglie tutto il male dal mondo in maniera semplice e rapida. Certo Dio lo può fare, ma poi viene a mancare qualcosa di importante e di profondo: la sua vicinanza con noi! Gesù è chiaro. Lui non è venuto per i sani, ma per i malati. Se sono tutti sani, la sua presenza è priva di significato, l’esistenza di Dio sarebbe vuota. È nella debolezza che Dio si fa vicino, così come dice San Paolo: «Quando sono debole, allora sono forte» (2Cor 12,10). Scusate se mi lascio trasportare dai sentimenti, ma guardare una persona che asciuga le lacrime, che condivide il proprio cibo, che aiuta una persona in difficoltà, è qualcosa che dilata il cuore. Questo è ciò che Gesù è venuto a fare! Questa è un’esperienza che ho provato sulla mia pelle. Asciugare delle lacrime, aiutare delle persone in difficoltà, ma soprattutto essere aiutato. Questa è una cosa che per me è stata difficile da accettare, ma con Dio mi sono dovuto arrendere! Ho capito che da solo non posso fare nulla, devo affidarmi a Lui, perché Lui è la luce che illumina la mia vita e il mio cammino. Lui è: «mia luce e mia salvezza, […] è difesa della mia vita» (Sal 26).

“Signore, illumina la mia mente e il mio cuore, affinché con la tua luce posso camminare sicuro sul sentiero che mi porta a Te. Aiutami a trasformare le mie rughe in perle preziose per poter essere un buon pescatore di uomini. Amen!”

Buon cammino!

venerdì 13 gennaio 2017

II DOMENICA T.O. (Anno A)

II DOMENICA T.O. (Anno A)
«Ecco l’agnello di Dio».

Carissimi amici,
dopo la festa del Battesimo del Signore, che chiude il ciclo del tempo di Natale, iniziamo un nuovo cammino con Gesù. Ed è proprio Giovanni Battista, che dopo aver battezzato Gesù, lo presenta alla folla come «l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo». Ed è così! Gesù è venuto a redimere l’umanità, è venuto a ricucire quel legame tra l’uomo e Dio che si era spezzato a causa del peccato.

Perché Giovanni lo paragona ad un agnello? Per un motivo abbastanza semplice. Gesù è paragonato all’agnello immolato in Egitto, il cui sangue, messo sulle porte, ha salvato il popolo d’Israele dalla morte. Per gli ebrei, parlare dell’agnello immolato, significa ricordare la loro liberazione dalla schiavitù dell’Egitto: la Pasqua! Lo stesso Gesù, nel festeggiare la Pasqua con gli Apostoli, si immola per tutti noi. L’Evangelista Giovanni colloca la morte di Gesù proprio nel giorno di Pasqua, proprio per indicare che il vecchio agnello immolato è stato sostituito da Gesù, vero agnello pasquale. Mentre per gli altri Evangelisti, Gesù si consegna come «vittima sacrificale» durante la cena della Pasqua ebraica. Gesù si dona nel grande segno dell’Eucaristia, nel pane e nel vino che sono il suo corpo e il suo sangue offerti per la nostra salvezza. L’Eucarestia, che ogni giorno celebriamo, non è altro che rendere presente Gesù in mezzo a noi. E anche noi, come Giovanni Battista, in ogni Eucaristia diciamo: «Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo».

Noi abbiamo bisogno del Signore, così come recita il salmo 39(40): «Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido». Il Gesù che abbiamo contemplato nel tempo di Natale, adesso inizia la sua missione in mezzo a noi. In questi giorni abbiamo letto vari brani nei quali Gesù svolge la sua missione pubblica. Una missione di predicazione, di guarigioni e di preghiera. Gesù si è messo in cammino alla ricerca della «pecorella smarrita», lasciamoci trovare da Lui e cerchiamo di ascoltare la sua Parola.

Chiediamo al Signore, di illuminare le nostre menti e il nostro cuore, per riconoscerlo presente nella nostra vita e testimoniare che Gesù è davvero l’agnello di Dio, che è morto e risorto per la nostra salvezza.

“Signore, tu che sei venuto a liberarci dal peccato, abbi misericordia di me e aiutami a riconoscerti come colui che ha dato la sua vita per me. Insegnami a saper donare la mia vita, la mia esistenza agli altri, così come hai fatto tu. Non per mio vanto, ma solo ed esclusivamente per la tua gloria. Amen!”

Buon cammino a tutti.