II DOMENICA DI QUARESIMA (anno B)
“Questi è il figlio mio, l’amato: ascoltatelo”.
La parola su cui mi soffermo questa domenica è AMATO
che nel testo originale greco è agapetos
che indica la realtà dell’amore vero, profondo.
Nell’antica Grecia, venivano utilizzati tre termini
per esprimere tale sentimento, ma solo due hanno un significato ben preciso.
1)
Filìa: che
riguarda la parte sentimentale, emozionale (filo-sofia à
amore per la conoscenza);
2)
Eros: che
riguarda la parte corporale, la sessualità;
3)
Agape: che
indica l’amore vero e profondo.
Sarà S.Paolo che cercherà di dare un vero
significato a questo termine (Agape). Infatti, nel famoso “inno alla carità” (1Cor.
13,1-13), S.Paolo ci dice cos’è l’agape, l’amore, la carità.
Io vi invito a leggere questo meraviglioso inno, e
al posto di CARITA’ mettere la parola AMORE.
Vi propongo anche un video in cui “carità” e “amore”
sono sinonimi e ci mostra come Dio ama ognuno di noi. Il costo della nostra “malattia”, lo ha pagato un grande gesto d’amore.
Dio non ci giudica sui nostri peccati, “ma saremo
giudicati sull’amore” (S.Giovanni della Croce).
Ma non è così facile! In questa dimensione
dell’amore, c’è bisogno di una relazione tra l’amante (Dio) e l’amato (noi).
Oppure a livello orizzontale (io-l’altro).
È vero che Dio ci ama, ma noi ci lasciamo sedurre da
questo amore?
Chi ha ricevuto una delusione d’amore, conosce il
dolore che si prova. Ecco, Dio prova gli stessi sentimenti quando noi non
rispondiamo a questa sua chiamata d’amore.
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo fare un
esame di coscienza e affidarci all’infinita misericordia di Dio, nel Sacramento
della Riconciliazione.
“Signore, quante volte ti ho deluso. Quante volte
non ho compreso il tuo amore per me, e quante difficoltà provo nel restare
fedele alla nostra relazione d’amore. Perdona, Signore, la mia infedeltà.
Accettami per quello che sono e incoraggiami quando faccio qualche piccolo
passo in più verso di te. Amen!”
Il Risorto ci attende, corriamo da Lui a chiedergli
scusa del ritardo!