sabato 24 settembre 2022

XXVI DOMENICA T.O. (Anno C)

 XXVI DOMENICA T.O. (Anno C)

«Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».

Carissimi amici,
il Vangelo di questa domenica, ci svela una cosa molto importante. Ci fa aprire gli occhi sulla realtà della Misericordia, che non è il buonismo che erroneamente o per nostro comodo predichiamo. Il ricco epulone, dopo la sua morte, chiede Misericordia e perdono, ma non la ottiene! C’è un’ulteriore richiesta quando il ricco dice: «Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento». Ma nemmeno questa richiesta viene esaudita.

Il tema della Misericordia, è il perno della nostra vita. Senza di essa, nulla avrebbe senso. La Misericordia è la prima forma di giustizia e di verità. Nella parabola, Gesù dice una cosa molto importante. Alla richiesta del ricco epulone risponde: «Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro». Ed è vero. Noi abbiamo un grande tesoro nelle nostre mani: la Bibbia! per capire e vivere la Misericordia dobbiamo leggere e meditare la Bibbia. Quando penso alla Misericordia, mi chiedo: Ma Dio come ha agito nella storia della Salvezza? Rileggendo dei passi biblici, vedo come Dio ha un Amore smisurato, senza limiti di tempo e quantità e già questo è un segno di grande speranza, ma Dio è anche un Padre e maestro, quindi ha un compito educativo nei nostri confronti. Come educa Dio? Con la libertà!

Le storie di Misericordia nella Bibbia sono tantissime, ne cito solo alcune in modo da suscitare una riflessione su questo tema. È interessante la storia di Giuseppe venduto dai fratelli, poi tutto il viaggio del popolo ebraico nel deserto, fino ad arrivare al Vangelo di Luca che è denominato il Vangelo della Misericordia. Tanti personaggi: Zaccheo, la peccatrice, la figlia di Giairo, l’emorroissa, il padre misericordioso, il paralitico sceso dal tetto con il lettuccio, i dieci lebbrosi, il buon ladrone, ecc. Sono tutti passaggi dove il primo passo non è di Dio, ma dell’uomo. L’esempio che porto sulla Misericordia, alla luce di questi testi biblici, è quello sulla sorgente d’acqua! La sorgente scorre sempre, l’acqua è fresca, limpida, dissetante, ma se io non mi avvicino per bere, non avrò mai la gioia di gustare il suo ristoro. Posso anche gridare al mondo che Gesù ci ha salvati con la sua morte e risurrezione, ma se non vivo dentro di me la Pasqua, sarà tutto inutile.

Come vivere la Misericordia? Riconoscendo il nostro errore, chiedendo perdono con i fatti, non con le parole e ricordandoci di rispettare anche la libertà dell’altro. Il perdono e la Misericordia non vanno mai imposti, ma proposti! Se Dio ci lascia liberi di accogliere o meno la sua Misericordia, anche noi dobbiamo fare la stessa cosa con gli altri. Uno dei pochi casi dove la Misericordia non è stata accolta è nel racconto del giovane ricco. Lui si avvicina a Gesù, Gesù gli spiega cosa deve fare, ma lui va via. Gesù non lo rincorre, anzi commenta dicendo: «come è difficile per un ricco entrare nel regno dei cieli».
Questa è la Misericordia, quella vera!

sabato 3 settembre 2022

XXIII DOMENICA T.O. (Anno C)

XXIII DOMENICA T.O. (Anno C)

"Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami [...] la propria vita, non può essere mio discepolo"


Carissimi amici,

due le riflessioni per questa domenica.


La prima riflessione si riferisce alla prima parte del Vangelo. Gesù sembra escludere qualsiasi relazione umana per identificare il vero discepolo, ma non è così. In realtà sta motivando a vivere in pienezza ciò che siamo chiamati ad essere. Ad esempio, uno sposo deve dare priorità alla sua sposa e ai suoi figli, non ai genitori, amici o altro. Così uno studente. La sua priorità è lo studio, non la TV o lo smartphone. Nel cammino di fede è la stessa cosa. Se nel nostro cuore non c'è il desiderio di Dio, non ha senso definirsi cristiani.


La seconda riflessione pone l'attenzione sul discernimento. Gesù ci invita a non essere impulsivi, a non eccedere neanche nei sentimenti, perché anche il troppo bene, può trasformarsi in male. Ad esempio la gelosia è un buon sentimento, perché vuol dire che noi ci teniamo all'altra persona. Ma se esageriamo, la gelosia può diventare qualcosa di brutto che danneggia l'altro.


Chiediamo al Signore l'aiuto a mettere il cuore e l'amore in tutto ciò che noi facciamo, con il giusto discernimento.


Buon cammino!