XIII DOMENICA T.O. (Anno C)
«Ti seguirò».
Carissimi amici,
dopo il lungo cammino della
Quaresima, della Pasqua e delle solennità che hanno seguito la Pentecoste,
riprendiamo il nostro cammino ordinario e il Vangelo di questa domenica, ci fa
riflettere su alcuni punti fondamentali della nostra fede.
L’elemento comune è la sequela.
Essere cristiani non è semplicemente seguire e praticare delle liturgie
particolari. Essere cristiani è uno stile di vita, e il Vangelo di oggi, ci
spiega cos’è la sequela di Gesù.
Il cristianesimo è una scelta di
vita, e come tutte le scelte ha i suoi pro e i suoi contro e vanno vissuti in
pienezza entrambi. Non è possibile prendere le cose buone e mettere da parte le
cose cattive. Su questo primo punto, penso a tanti Santi che hanno vissuto la
grande virtù dell’obbedienza nelle cose ingiuste. Per amore di Gesù, si vive
anche la fatica dell’incomprensione. Vivere questo non è affatto facile, per
questo Gesù non condanna, come invece volevano fare i discepoli, ma attende con
pazienza e amore. Essere cristiani significa anche saper rispettare la libertà
degli altri, senza imporre la propria verità. Gesù, che è l’unica Verità, non
ha la presunzione e l’orgoglio di punire chi non gli da ragione, ma rispetta,
attende, si fa compagno di cammino.
Poi troviamo tre realtà vocazionali
che incarnano tutto il discorso appena espresso. Due persone che vogliono
seguire Gesù, ma secondo la loro logica e non quella del Vangelo. Gesù non li
rifiuta, ma precisa alcune «regole» basilari. Il cristianesimo non è secondario
alle nostre attività, ai nostri affetti e il cristianesimo è vissuto a tempo pieno.
Non sappiamo se queste persone
hanno seguito o meno Gesù, ciò che a noi interessa è aver compreso questi punti
fondamentali della nostra fede, che possiamo sintetizzare con queste virtù:
obbedienza, pazienza, rispetto, coraggio, coerenza, libertà.
Chiediamo la grazia al Signore di
poter vivere queste virtù, per poter essere veri ed autentici cristiani.
“Signore,
tante volte ho espresso il desiderio di seguirti, ma mi è mancato il coraggio
di farlo fino in fondo. Ti ringrazio per avermi aiutato e accompagnato nella
mia incertezza, ma soprattutto ti ringrazio per avermi fatto capire che non
devo giudicare chi è nella mia stessa condizione di incertezza, ma essere suo
compagno di cammino, come Tu hai fatto e fai con me. Amen!”
Buon cammino!