XXVII DOMENICA T.O. (Anno A)
«la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo».
Carissimi amici,
il Vangelo di oggi ci fa riflettere su due cose. La prima è la parabola raccontata da Gesù, che sembra anticipare ciò che gli accadrà, ovvero la Passione. La seconda riflessione è più intensa e profonda.
Gesù si rivolge ai capi dei sacerdoti, quelli che sono gli attuali vescovi, o comunque a un gruppo di persone che appartengono alla Chiesa. La vigna del Signore è affidata a loro, ma succede che queste persone, predicano bene e razzolano male, come dice il proverbio. Pensano solo al proprio interesse, difendendo e rivendicando la loro categoria, a discapito degli altri. Per loro nessuno può accedere a questa vigna, perché indegni. Infatti, chiunque si avvicina, trova la violenza e la morte. Per dirla in termini moderni, trovano la scomunica! Questa arroganza di essere dalla parte del giusto è talmente grande da umiliare addirittura il Signore stesso (qualsiasi cosa avete fatto ad uno dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Cf Mt25).
Non pensiamo che siccome siamo cristiani cattolici romani, osservanti di tutti i precetti della Chiesa, abbiamo il diritto di escludere e umiliare gli altri che hanno difficoltà a vivere tutti i precetti della Chiesa. A chi ha questa presunzione, Gesù gli toglie la vigna. Il Vangelo lo dice chiaramente, perché le persone che noi scartiamo, sono considerate grandi nel regno di Dio. E pietre scartate, oggi ne sono tante. Basta pensare ai carcerati che vivono situazioni di indigenza nelle carceri, ai disabili che spesso rimango ai margini della società (e a volte anche della Chiesa), alle famiglie ferite, ecc. In poche parole, la Chiesa di Gesù Cristo non è un circolo privato riservato a pochi “eletti”, ma è di tutti coloro che cercano il Signore.
Infondo Gesù ci vuole dire che la Chiesa non ha bisogno di bigotti o persone perfette in tutto, ma di tutti noi poveri peccatori, che purificati e messi insieme, realizziamo la Chiesa di Gesù Cristo. Mentre la società ci scarta, Gesù ci raccoglie.
Questo è il grande messaggio di oggi. Nessuno andrà perduto se ci si lascia raccogliere dal Signore.
“Signore, allontana da me la tentazione di considerare me stesso perfetto, mentre gli altri sono inferiori a me. Domani la grazia e la forza di saper accogliere tutte le persone scartate dalla società e considerarle parte della mia vita. Amen!”
Buon cammino!
sabato 7 ottobre 2017
XXVII DOMENICA T.O. (Anno A)
domenica 1 ottobre 2017
XXVI DOMENICA T.O. (Anno A)
XXVI DOMENICA T.O. (Anno A)
«in verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel regno di Dio».
Carissimi amici,
il Vangelo di oggi ci offre principalmente due spunti di riflessione, il primo sulla virtù dell’obbedienza e il secondo sulla salvezza.
Nella parabola raccontata da Gesù, c’è un uomo che chiede ai figli di andare a lavorare nella vigna. Il primo dice di no, ma poi va. Il secondo fa tutto il contrario. Apparentemente, nel nostro modo di pensare, il primo figlio è stato disobbediente ed ha sbagliato, mentre il secondo è più bravo perché ha rispettato il padre dicendo subito di si. Ma nella realtà non è così! L’obbedienza non si misura nel avere risposte positive a tutto ciò che viene chiesto, ma nella concretezza del risultato finale. E il primo figlio, che inizialmente si era opposto, alla fine fa ciò che gli aveva detto il padre. Il secondo, che penava di essere furbo, dice di si al padre, un bel si convinto, ma poi pensa ai fatti suoi.
Come ho detto all’inizio, la prima riflessione è sull’obbedienza. Questa parabola ci insegna che l’obbedienza ceca e immediata, senza riflessione, è negativa. Mentre quella ragionata è veritiera. Io di questo ne faccio esperienza, perché solo riflettendo sulle situazioni, sono in grado di farle. Io ho obbedito alla chiamata di Dio, ma non subito, ho voluto capire bene ciò che Lui mi chiedeva, ho dovuto capire innanzitutto me stesso. E così per ogni cosa. Attenzione a coloro che vi obbligano a fare delle cose o delle scelte, spacciandole per volontà di Dio! Accogliete ciò che vi viene detto, ma prima di dare una risposta, pensateci bene. Abbiate sempre il coraggio di prendere le situazioni in mano, di valutarle con una persona di fiducia. È nell’ascolto e nella condivisione che si possono dare risposte sagge. Anche Gesù, prima di scegliere gli Apostoli, ci ha pensato bene. Ha pregato per una notte intera, come ci dicono i Vangeli. Gesù, che è Dio si è preso del tempo, noi dobbiamo subito dire di si a tutto?
La seconda riflessione è sulla salvezza. Per essere salvati non occorrono persone che dicono di si a tutte le cose offerte dalla Chiesa: Messe, novene, processioni, rosari, ecc. ma persone che, dopo aver sbagliato, chiedono sinceramente perdono a Dio. Un mio compagno di seminario, l’altra sera mi ha fatto riflettere su una cosa molto bella. Mercurio è il pianeta più vicino al sole, in teoria dovrebbe essere il pianeta più caldo, ma in realtà non è così! Metà è freddo, metà è caldo. Capite bene che la parte calda è quella illuminata dal sole, la parte non illuminata è fredda. Così siamo anche noi! Molto spesso diciamo di si, di essere vicini al sole (Dio), ma poi in realtà siamo freddi. Per riscaldarci dobbiamo convertirci, cioè cambiare direzione.
In sintesi possiamo dire che la salvezza si ottiene solo se ci lasciamo guidare dalla grazia di Dio, che ci suggerisce ciò che dobbiamo fare. Non nella fretta estetica per sembrare brave persone, ma nel discernimento e nella preghiera.
Chiediamo al Signore di mandarci lo Spirito Santo per fare discernimento nella nostra vita.
“Signore, illumina la mia mente e il mio cuore. Aiutami a saper fare scelte coraggiose non da sprovveduto, ma da persona saggia. Allontana da me la tentazione di fare scelte affrettate pur di salvare l’esteriorità o per ottenere dei favori da chi mi chiede qualcosa. Perdonami per quelle volte che invece ho agito da sprovveduto. Amen!”
Buon cammino!